Caserta – #Domenichealmuseo: i siti da poter visitare domani 4 marzo

Dalla Reggia di Caserta all’area archeologica di Santa Maria Capua Vetere: le aperture gratuite

Reggia-di-CasertaCaserta - Dalla Reggia di Caserta all’area archeologica di Santa Maria Capua Vetere: tanti i siti a Caserta e provincia, che apriranno le proprie porte ai turisti gratuitamente nella prima domenica del mese di marzo 2018: 

Museo Archeologico dell’Antica Allifae ed Alife: Nel Museo sono raccolte le testimonianze relative alle varie fasi di occupazione umana nella zona, dalla preistoria, alle epoche preromana e romana, sino all’età medievale, rinvenute nel corso di recenti indagini archeologiche eseguite dalla Soprintendenza.

Area archeologica di Cales a Calvi Risorta: L’antica Cales sorgeva su un pianoro attraversato da importanti vie di comunicazione tra il Lazio e la Campania. Oggi si trova nella località che conserva il toponimo di Calvi Vecchia presso l’attuale comune di Calvi Risorta. Fu la prima colonia romana fondata in Campania, per la sua posizione strategica all’interno della regione. In età imperiale, Cales ebbe due edifici per spettacoli: il Teatro per le rappresentazioni sceniche e l’Anfiteatro per i combattimenti tra gladiatori. Oltre al teatro è oggi possibile visitare i resti piuttosto imponenti di due ampi complessi termali pubblici, e di un tempio, parte di un arco onorario, numerosi edifici privati.

Reggia di Caserta, Parco e Museo dell’Opera e del Territorio: Nel 1750 Carlo di Borbone decise di erigere la reggia quale centro ideale del nuovo regno di Napoli, ormai autonomo e svincolato dall’egida spagnola. Il progetto per l’imponente costruzione, destinata a rivaleggiare con le altre residenze reali europee, fu affidato, dopo alterne vicende, all’architetto Luigi Vanvitelli, figlio del più importante pittore di vedute, Gaspar Van Wittel, già attivo a Roma sotto Benedetto XIV nel restauro della cupola di S.Pietro. 

Museo Archeologico dell’antica Calatia a Maddaloni: Il Museo Archeologico di Calatia ha sede nel Casino dei duchi Carafa del ramo della Stadera, una delle più significative emergenze storiche della città di Maddaloni. I reperti che provengono in massima parte dalla necropoli, sono serviti per spiegare i momenti storici più salienti, modi, gusti e tendenze attraverso i secoli delle genti della piana campana, dai rapporti con il mondo coloniale alla romanizzazione. Sono stati scelti quattro temi principali: la viabilità antica, l’età arcaica, la figura della donna tra VIII e VII sec. a.C. e quella dell’uomo nel medesimo contesto storico. 

Anfiteatro Campano a Santa Maria Capua Vetere: L’anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere, il secondo in ordine di grandezza tra tali tipi di monumenti nell’Italia antica dopo il Colosseo (m 165 sull’asse maggiore, m. 135 su quello minore a livello dell’arena), fu innalzato tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. in sostituzione dell’arena meno capiente risalente ad età graccana.

Mitreo di Santa Maria Capua Vetere: Il monumento, un sacello dedicato al culto di Mitra, antica divinità di origine persiana, costituisce uno dei maggiori esempi tra i rari santuari mitraici con decorazione pittorica.

Museo Archeologico dell’antica Capua di Santa Maria Capua Vetere: Il Museo Archeologico dell’Antica Capua sorge nel cuore della città moderna, in un’area che nel corso dei secoli ha subito numerose trasformazioni. In età medievale fu innalzata, sul tempio capitolino della città romana, la Torre di S. Erasmo, citata da Erchemperto, un cronista longobardo. Utilizzata come fortezza da Longobardi e Normanni, la Torre divenne poi residenza dei monarchi svevi, angioini e aragonesi.

Museo dei Gladiatori a Santa Maria Capua Vetere: Annesso all’anfiteatro è il Museo dei Gladiatori dove, con innovative soluzioni espositive, sono stati per la prima volta presentati al pubblico gli elementi superstiti della decorazione dell’Anfiteatro Campano.

Museo civico di Sessa Aurunca: Di origine preromana, Sessa Aurunca conserva ancora molte testimonianze storiche che permettono una ricostruzione del suo passato. Molti i popoli che l’hanno dominata, lasciando tracce della loro presenza. Il Castello Ducale ne è un chiaro esempio. Costruito nel X sec., fu concepito come luogo di difesa ma anche come palatium, dove svolgere le attività ufficiali della corte. Con Federico II di Svevia, il complesso fu consolidato e ampliato con l’aggiunta di torri quadrangolari. Le trasformazioni continuarono con gli angioini, dei quali resta la straordinaria loggia del giardino pensile, e con la famiglia Marzano nel XIV sec., che abbellì la struttura con affreschi e decorazioni architettoniche di gusto castellano, come portali, archi, costoloni e colonne. Purtroppo vicende storiche e naturali hanno danneggiato la struttura originaria, con la perdita di molti elementi. Di proprietà pubblica dagli inizi dell’800, fu sede carceraria fino al secolo scorso, quando si decise di valorizzare il sito con restauri. Oggi, oltre ad ospitare una biblioteca e sale per eventi, ospita il Museo Civico archeologico. 

Sala Espositiva presso il Castello Ducale di Sessa Aurunca: La sala espositiva presso il Castello Ducale di Sessa Aurunca è gestita dalla Soprintendenza Archeologia della Campania con proprio personale. Vi sono ospitati, in un unico ambiente, una piccola parte dei reperti archeologici provenienti dagli scavi condotti dalla Soprintendenza tra il 1999 e il 2003 nell’area del Teatro Romano della città, uno dei più grandi e fastosi dell’Italia romana.

Museo Archeologico dell’Agro Atellano di Succivo: Il Museo Archeologico dell’Agro Atellano è ospitato all’interno di un edificio di proprietà comunale; la struttura si data alla fine dell’800. Utilizzato come carcere mandamentale di Succivo, fu dal 1930 adibito a caserma dei carabinieri, successivamente destinato a Museo Archeologico. Il Museo fa parte della rete dei musei dedicati al territorio infatti vi sono esposti i  reperti provenienti dalla città di Atella, dalle necropoli e dal suo territorio.

Museo Archeologico di Teanum Sidicinum a Teano: Il Museo Archeologico è ospitato all’interno del complesso monumentale tardo gotico detto del “Loggione e Cavallerizza”, appartenuto alla famiglia Marzano ed edificato nel XIV secolo nell’area del castello alto medievale, con funzioni politiche e civili. L’edificio ospita oggi i reperti rinvenuti durante le campagne di scavo dell’abitato e del territorio di Teano, anticamente abitato dalla popolazione italica dei Sidicini, stanziato al confine tra il Lazio meridionale e il territorio dei Sanniti. Il percorso di visita si sviluppa in sette sale secondo un percorso cronologico e tematico che abbraccia circa tre millenni di storia.

Source: www.irpinia24.it