Politiche 2018 – Grassi (M5S): “Per me l’elezione è il mezzo per provare a salvare questo disastrato Paese”

Il candidato pentastellato al Senato riflette sulle criticità del "sistema Italia"

thumbnail_FullSizeRenderAvellino – Ugo Grassi, candidato al Senato in Provincia di Avellino, è senza dubbio una delle ‘competenze’ di punta schierate dal Movimento 5 Stelle per la corsa alle Elezioni Politiche del prossimo 4 marzo.

Professore ordinario di Diritto Civile presso il Dipartimento dell’Università Parthenope di Napoli nonché direttore del Dipartimento medesimo, Grassi non usa mezzi termini nel definire “devastante” la situazione nella quale attualmente versa l’Italia, e spiega come sia stata proprio la percezione di questo status quo a fare scattare la molla che lo ha spinto a candidarsi: “Uno non può rimanere a guardare quando si accorge che tutto sta crollando. L’università e la didattica hanno un ruolo strategico nella costruzione di un Paese, anzi di una società: quando ti accorgi che non è più possibile fornire un buon servizio agli studenti perché si è sommersi da una burocrazia scellerata, che è funzionale alla realizzazione di obiettivi, a mio giudizio, antisociali diventa inevitabile trovarsi davanti a un bivio: o subisci, rinunciando a lamentarti perché pur avendone avuta l’opportunità non hai intrapreso alcuna azione, oppure decidi di impegnarti in prima persona pur sapendo che ti stai andando a complicare la vita. Per moltissimi l’elezione è il fine ultimo: potrei sembrare retorico, ma per me non è assolutamente il fine bensì il mezzo per provare a salvare questo disastrato Paese”. “Sarà un lavoro immane quello che andremo a fare – continua il professore - Chi me lo fa fare? Ho una figlia di dieci anni: la guardo e mi domando in quale Italia vivrà e credo che già questa potrebbe essere una buona risposta, essere mosso dall’interesse egoistico di dare un futuro a mia figlia, ma se riuscirò a darlo a lei, allora sarò riuscito a darlo a tutti”.

Quale incidenza avrà il suo ruolo di docente nella realizzazione del Programma pentastellato se il Movimento dovesse ottenere la maggioranza alle urne? Grassi si autodefinisce un “tecnico del diritto”, il che gli consente di rivolgersi con assoluta competenza tanto al settore della didattica quanto a quello della giustizia. Pertanto a proposito del primo dichiara: “Comprendo il disagio di tutti coloro che fanno formazione di dover lavorare schiacciati da questa mole di burocrazia: il ruolo dell’ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), per fare un esempio, è diventato esorbitante. I docenti vanno liberati dalla burocrazia: chi è stato assunto per insegnare non deve perdere tempo a compilare moduli, attività che spetta al personale della pubblica amministrazione che supporta chi fa didattica”. Ancora il professore si sofferma sul problema dei concorsi pubblici, la cui trasparenza andrebbe migliorata: “Ho varie idee da proporre per renderli trasparenti al massimo grado possibile, il che rappresenta un modo per conquistare la fiducia, e quando il concorrente si fida della commissione tutto il lavoro funziona meglio. Se la commissione è onesta ma non c’è adeguata trasparenza, ad esempio sui criteri di correzione degli elaborati, questo rapporto di fiducia si incrina e non fa bene, neanche all’istituzione alla quale si vuole accedere”.

In quanto docente universitario, il candidato pentastellato ha modo di toccare con mano il sistema dell’università italiana, che lui sostiene essere “la peggio finanziata d’Europa”, e a tal proposito aggiunge: “A un certo punto si è deciso di distribuire il finanziamento totale alle varie università secondo criteri ‘premiali’, che però lo sono solo sulla carta, e quel mostro burocratico che trova nell’ANVUR la sua maggiore fonte sta portando ad un’asimmetria nella distribuzione dei fondi. La quota premiale quest’anno è stata data per l’87% alle università del Nord e per il restante 13% al Sud: a regime, questo sistema farà sì che la suddetta quota sarà pari al 30% del totale, quindi le università del Nord finiranno con l’avere quasi il doppio dei fondi rispetto a quelle del Sud. In realtà il Movimento non intende penalizzare le università del Nord – spiega Grassi - bensì aumentare il finanziamento di tutto il sistema dell’università e della ricerca, ritornando a una distribuzione equa che sia in linea con il dettato costituzionale, laddove invece il metodo che hanno messo in piedi gli ultimi governi rappresenta un tradimento della carta costituzionale perché quei criteri pseudo premiali si trasformano nel principio di dare di più a chi ha di più e di meno a chi è svantaggiato”. “Se a questo aggiungiamo quanto è stato fatto in materia di lavoro (Jobs Act), il quadro che emerge è sconfortante: l’azione politica oggettivamente porta alla creazione di una massa di lavoratori con titoli di studio di bassa qualità, senza diritti, precari e quindi inevitabilmente destinati a essere utilizzati come se fossero merce, il che è strumentale a un capitalismo ingordo e selvaggio” – rincara il professore.

Nel tirare le somme sullo stato dell’arte della politica italiana Grassi afferma: “Il quadro che emerge è quello di uno Stato sempre più ostile che invece di colpire chi veramente compie azioni illecite penalizza il cittadino che non è in grado di adempiere a quel carico burocratico che di per sé è già ingestibile: in questo modo viene meno il rapporto di fiducia tra il cittadino e lo Stato”. E in conclusione lancia una provocazione, che sia di buon auspicio per il Movimento per il quale ha deciso di scendere in campo: “Io ricordo ancora il volume di Andrea Manzella, il Parlamento, sul quale mi sono formato, che è considerato un testo fondamentale per gli studi di Diritto Costituzionale. Se andiamo al governo andrebbe ristampato e distribuito gratuitamente a tutti gli ex parlamentari per fargli vedere cosa si sono dimenticati!”.

di AM

Source: www.irpinia24.it