Liberi e Uguali per il riscatto dei deboli: inaugurata la sede elettorale di via Brigata

I candidati e tutte le proposte del partito, D'Attorre: "Siamo gli unici che possano garantire una svolta sociale che parta dagli ultimi e arrivi al ceto medio".

logoAvellino – E’ stata inaugurata questo pomeriggio la sede elettorale di “Liberi e Uguali” al civico 45 di via Brigata, con i candidati alla Camera e al Senato per i collegi di Avellino e provincia, Ida Iasi, Antonio Caggiano, Anna Maria Pascale e Alfredo Cucciniello; assenti per ragioni personali Andrea Mongillo e Giancarlo Giordano, parlamentare uscente e capolista alla Camera.

Presenti per l’occasione anche gli Onorevoli Alberta De Simone e Alfredo D’Attorre, che ”vogliamo impegnare i nostri voti – ha dichiarato – per costruire una prospettiva di cambiamento in discontinuità con gli errori che sono stati commessi in questi anni. Siamo gli unici a sostenere che il jobs act vada abolito e che vada reintrodotto l’articolo 18; diciamo basta alla privatizzazione della sanità, perché crediamo che la salute debba tornare a essere un diritto di tutti; siamo quelli che dicono che in materia fiscale chi ha di più deve dare di più e che bisogna invece alleggerire le imprese, le famiglie e i redditi medi“. Uno slogan che in tal senso parla chiaro, “Per i molti non per i pochi”, racconta il progetto di venire incontro agli ultimi ma anche al ceto medio: “Sono stati fatti finora gli interessi di piccoli gruppi - continua D’Attorre –  30 miliardi di euro sono stati assegnati come incentivo a uno stretto numero di aziende esportatrici, senza che questo abbia creato buona occupazione per i giovani; assistiamo a un fiorire di lavoretti sottopagati o non pagati e le disuguaglianze aumentano“. Tornando, poi, al referendum del 4 Dicembre, D’Attorre sottolinea l’importanza di difendere l’equilibrio democratico e costituzionale, ma anche la necessità di riaffermare sempre l’attualità del modello di società contenuto nella Costituzione, al cui centro c’è la dignità del lavoro, il ruolo economico attivo dello Stato, la scuola, l’istruzione pubblica, il diritto alla pensione. “Siamo gli unici – conclude – che possono garantire una svolta sociale alla gran parte dei cittadini“.

Di crollo dei valori ha parlato Alberta De Simone, “evidente – ha affermato – sia se guardiamo il livello basso cui è arrivata la politica, sia se guardiamo lo spettacolo dei candidati. Inaccettabile che D’Agostino rappresenti il PD ad Avellino e che Giuseppe De Mita, responsabile di sette crisi, sia al Senato e ancora osi chiamarsi di sinistra“. Implacabile l’attacco dell’Onorevole che ”c’era bisogno di uno spiraglio di luce – dice - e noi lo proponiamo mettendo in campo ottime candidature e personalità di tutto rispetto, perché la politica è un passaggio e il mio augurio è che anche l’Italia possa avere una legge che ponga un blocco alla durata dei mandati, che garantisca il ricambio continuo necessario alla sperimentazione di nuove capacità e di nuove intelligenze“.

A ”una ricostruzione fallita, a una industrializzazione che ha creato sfacelo alla luce di 50 anni di monarchia assoluta” ha accennato Antonio Caggiano, che ha apertamente sfidato i candidati dei vari partiti a confrontarsi pubblicamente per fare il punto della situazione, parlando del passato e di come si è arrivati a questo presente: “Voglio tirar fuori i nomi dei responsabili“, ha dichiarato, e su Giuseppe De Mita “è una riproposta dal passato in tempi che esigono energie e progetti nuovi, ma soprattutto speranza per una terra martoriata“.

E’ ancora Rosalba Scafuro, capolista al listino per il Senato, a puntare il dito contro i vari De Mita che si sono avvicendati, da avversari e compagni, nella storia della sinistra irpina: “Abbiamo avuto avversario De Mita con i suoi errori e con i suoi orrori; poi, all’improvviso, ce lo siamo trovato “vicino” in un percorso che ci è parso strano e ci ha fatti sentire spaesati in una casa comune. Oggi c’è di nuovo un De Mita mai cresciuto politicamente e che non ha mai dato una svolta a questo territorio. Noi siamo quelli dei patti agrari, siamo quelli che durante il terremoto sono stati dislocati in alta Irpinia per quattro mesi per fare attività di assistenza alle persone che avevano bisogno; non siamo quelli che stanno lontani dal popolo e se dovesse capitare di arrivare in Parlamento certamente questa gente non la dimenticheremo. Liberi e uguali è un insieme in cui è possibile condurre una battaglia politica che dia al paese quella svolta che merita“.

 

di Eleonora Fattorello

 

Source: www.irpinia24.it