Lavoro, De Cristofaro (SI-LEU): “Poste Italiane vigili sugli appalti”
Le ditte si aggiudicano la gara con la tecnica del massimo ribasso, ma pare che a farne le spese siano poi i lavoratori
Roma – “Nel variegato mondo del lavoro, nell’Italia del 2018, può capitare che un’azienda come Poste italiane SpA che svolge sul territorio nazionale un servizio essenziale per la collettività, da sei anni esternalizzi in appalto i servizi postali a ditte che non rispettano minimamente i diritti dei lavoratori”. Lo afferma il senatore di Sinistra Italiana Peppe De Cristofaro, esponente di Liberi e Uguali. “Le ditte si aggiudicano la gara d’appalto con la tecnica del massimo ribasso, rivalendosi poi sui lavoratori. I contratti proposti loro dalle ditte aggiudicatarie non fanno riferimento al ‘Contratto Servizi Postali in Appalto’, bensì al Contratto Collettivo delle imprese di pulizie e multiservizi, che non ha alcuna attinenza con l’oggetto dell’appalto”.
“Lo scopo è la creazione di un dumping contrattuale in danno dei lavoratori, che non solo non ricevono compenso adeguato per il lavoro che svolgono, ma vengono anche dotati di di furgoni vecchi e malfunzionanti, privi di sistemi di sicurezza. Proprio in questi giorni, ad esempio, nel Cmp (il centro meccanizzazione postale) di Napoli, la ditta aggiudicataria dell’appalto sta procedendo all’assunzione dei lavoratori con dei contratti di ‘socio lavoratore’ e senza rispettare la clausola sociale. Si tratta di procedure scorrette, che vanno assolutamente fermate”.
“La vicenda – prosegue De Cristofaro – è ancor più intollerabile, se si pensa che Poste italiane è una società controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze, attraverso Cassa depositi e prestiti, che rappresenta l’azionista pubblico principale. Già nel corso della Legislatura appena conclusasi la senatrice Petraglia ha presentato un’interrogazione sulla vicenda, senza ricevere alcuna risposta. Poste Italiane S.p.a. provveda, seguendo le sacrosante richieste dei lavoratori, al controllo degli appalti, applicando ciò che la magistratura ha sancito attraverso sentenze specifiche, con l’indicazione di internalizzare il lavoro e i lavoratori in presenza di anomalie gravi quali quelle segnalate dalle loro denunce”, conclude De Cristofaro.