Avellino – La Dogana, un museo all’aperto

Iaverone: "Stiamo cercando di inserire il progetto Dogana nella nuova programmazione sui fondi europei"

thumbnail_IMG_2561-13-01-18-01-08Avellino – Si è tenuto nel pomeriggio, presso il Circolo della Stampa, l’incontro dibattito riguardante la questione del palazzo della Dogana di Avellino e le sculture che ne costituivano la facciata. Durante l’evento sono state esposte le opere di Domenico Fraternali sul centro storico di Avellino. 

Introduce l’incontro il notaio Fabrizio Pesiri, presidente dell’associazione Hirpus, che, dopo i ringraziamenti, da’ il via al dibattito, ricordando che oggi, a seguito degli esiti della procedura espropriativa della Dogana, la struttura risulta acquisita definitivamente al patrimonio comunale. “E’ arrivato il tempo di guardare avanti e di condividere con l’Amministrazione la questione dell’uso di questa struttura, che è il simbolo del Rinascimento di questa città”. “Il recupero della dogana non è più un fatto strutturale, riguardante il semplice restauro di un palazzo, bensì ha assunto caratteri simbolici ed evocativi - continua Pesiri. – Il recupero della Dogana si intreccia con il recupero di tutta l’area del centro storico, oggi particolarmente depresso sotto il profilo sociale, e si collega ad un già avvenuto recupero di Piazza Libertà” - conclude il notaio. 

Il presidente di “Hirpus” passa poi la parola a Gerardo Troncone, membro dell’associazione ”Irpinia ritrovata”, il quale, dopo una breve storia sui rapporti molto altalenanti tra le associazioni culturali e le amministrazioni cittadine, ci delizia con la narrazione della nascita della Dogana, da lui definita “un edificio narrante“, risalente all’epoca della dinastia Caracciolo, in particolare del principe Francesco Marino Caracciolo, nascita avvenuta nello stesso anno della peste che vide la popolazione avellinese ridursi dell’80% nel giro di pochi mesi: il 1656. Una narrazione storica, basata su ricerche approfondite effettuate dallo stesso Troncone, che ci offrono un quadro chiaro non solo sulla storia della struttura della Dogana, ma anche sulla storia di Avellino, città poco valorizzata dal punto di vista storico-culturale. Lo studioso concentra l’attenzione sulle statue commissionate dallo stesso Caracciolo, il valore e l’unicità di queste opere, tuttora abbandonate nel deposito della Sovraintendenza, introducendo così il prossimo intervento.

E’ la volta di un’analisi più tecnica, affidata alla ricerca di Annasarah Matarazzo, esperta di arte e membra dell’associazione “Velecha”, analisi improntata su una delle statue della Dogana: l’Afrodite. Nonostante la giovane età, la studiosa e ricercatrice avellinese ci offre una breve ma intensa “lezione” di storia dell’arte che prende l’avvio dal classicismo greco per spiegare l’evoluzione della figura di Afrodite, per i Romani Venere, nella scultura. “Il comune denominatore che accomuna tutte le rappresentazioni della Dea nel corso degli anni è sicuramente l’ideale della bellezza suprema” - asserisce la Matarazzo. E dunque scorrono sul proiettore le immagini dell’ ‘Afrodite Sosandra, della ‘Venere Genitrice’, de ‘L’Afrodite Cnidia’ di Prassitele, fino ad arrivare alla Venere di Siracusa – la cosiddetta Landolina – che è simile, dal punto di vista della tipologia, alla ‘Venere Caracciolo’, ovvero potremmo dire alla Venere di Avellino. 

Il quarto intervento è di Massimo Vietri, del Comitato “Rione Terra” e promotore dell’iniziativa “Terra fuoco” da ben 9 anni. Vietri, definendo la Dogana come “porta del centro storico“, invita tutti a partecipare sabato 20 gennaio ad una passeggiata organizzata nel centro storico per far conoscere i luoghi e le opere della nostra città a chi ancora non le conosce. “Penso che sia compito di un’Amministrazione essere vicina ai cittadini, però quest’anno, attraverso l’Assessorato alla cultura e all’Assessore Bruno Gambardella, siamo riusciti a ricevere un piccolo contributo per quest’iniziativa” – annuncia. 

Infine gli interventi istituzionali del Vicesindaco Maria Elena Iaverone e dell’Assessore Ugo Tomasone, presenti in sala. “Oggi, in anteprima, mi sento di comunicare a questa platea che questa Amministrazione, la stessa che ha proceduto all’esproprio, si sta concentrando sul futuro della Dogana. Abbiamo partecipato in Regione ad una serie di incontri per la nuova programmazione sui fondi europei e stiamo cercando di inserirvi il progetto della Dogana. Per motivi scaramantici lo comunico ancora ufficiosamente” - dichiara la Iaverone. 

Segue l’intervento di Tomasone, che riflette su quello che sarà poi il reale utilizzo della Dogana. “Il progetto sarà collegato al tipo di attività che svolgeremo all’interno della Dogana ed al tipo di gestione che andremo ad individuare, quindi è su questo terreno che vorrei che ci fossero una serie di proposte”. E sull’argomento “statue” precisa: “Per quanto riguarda le statue, purtroppo non si possono nascondere i problemi con la Sovraintendenza”. L’Assessore conclude invitando le associazioni a fare proposte sul progetto reale che interesserà la Dogana.  

Source: www.irpinia24.it