Avellino – L’associazione “Arcadia” invita al dibattito sulla democrazia rappresentativa

Pignataro: "I partiti e la politica non avvicinano i cittadini alla democrazia ed alla rappresentanza"

thumbnail_IMG_1524-27-12-17-09-43Avellino – Oggi, presso il Circolo della Stampa, ha fatto tappa ad Avellino il workshop itinerante regionale sul tema “Evoluzione del concetto di democrazia, tra rappresentanza e partecipazione”, promosso dall’associazione di volontariato Arcadia. L’incontro, moderato dal giornalista Tiziano Tedeschi, ha visto gli interventi del dott. Salvatore Pignataro, giornalista e scrittore, autore del libro “La parabola della democrazia italiana – dalla rappresentanza alla rappresentazione”, il dott. Enrico Farina, Consigliere onorario presso la Corte d’Appello di Salerno ed autore del libro “Civitas – Comunicazione attiva tra cittadino e Pubblica Amministrazione”, ed, infine, il dott. Giovanni Orefice, giornalista-pubblicista. 
 
A prendere parola è il moderatore dell’incontro, Tedeschi, il quale introduce il tema che si andrà a trattare, affermando: “Probabilmente la comunicazione tra Pubblica Amministrazione e cittadini è uno dei vulnus dei nostri tempi”. Tedeschi, infatti, sostiene che la poca, se non del tutto assente, comunicazione tra P.A. e cittadini abbia provocato una sfiducia nella classe dirigente e nella politica da parte del popolo. “Assistiamo ad una crisi del principio di cittadinanza, causata da una democrazia malata” continua il giornalista, facendo chiaro riferimento al “crollo delle ideologie politiche” ed ai fenomeni antidemocratici a cui la politica ci ha abituato ad assistere negli ultimi anni, quali la marginalizzazione dell’attività parlamentare, soppiantata sempre più spesso da un utilizzo smoderato di decreti legge e decreti legislativi.
 
Dopo aver introdotto l’argomento, Tedeschi passa la parola al dott. Pignataro, che prendendo spunto dal libro di Farina e dalle definizioni di ‘democrazia’ e di ‘rappresentatività’, discute su quelli che, a suo avviso, sono gli aspetti focali, le cause principali, che hanno condotto alla crisi della democrazia, ovvero il declino dei votanti, la sfiducia verso gli eletti, gli effetti della globalizzazione, ma, soprattutto, quella che definisce “la deriva dei partiti”, che hanno perso la presa sulla formazione della coscienza politica del popolo. È proprio sui partiti che Pignataro punta l’attenzione: “I partiti non hanno personalità giuridica, non sono enti pubblici, bensì privati, ma agiscono in ciò che è pubblico”. “Io sono profondo sostenitore della legge, ferma al Senato, sulla riforma dei partiti politici - continua lo scrittore – legge che va a disciplinare la costituzione del partito, la competenza del partito e, soprattutto, la sfera economica che è alla base dell’organizzazione partitica”. Critica, inoltre, la partitocrazia dominante che ha determinato una precondizione per la crisi parlamentare. “I partiti e la politica non avvicinano i cittadini alla democrazia ed alla rappresentanza”  – conclude, sottolineando l’importanza di incontri, confronti come quello tenutosi oggi, che danno spunti ai cittadini e che ormai non vengono più organizzati dai partiti politici. 
 
Il dibattito in sala si accende e a prendere la parola è il dott. Enrico Farina, che con un excursus sulla storia della democrazia diretta, sottolinea come il legislatore, oggi, abbia già dato ai cittadini alcuni mezzi per controllare l’operato della politica e della Pubblica Amministrazione. Farina fa riferimento al D.Lgs. 33/2013, così come modificato dal D.Lgs. 97/2016 e, dunque, spiega l’accesso civico semplice e generalizzato, che sono strumenti utili al cittadino affinché vi sia un’amministrazione trasparente. “Forse è la cultura del cittadino che non è al passo con questa nuova normativa – continua Farina – Ovviamente si tratta di una normativa in evoluzione, normativa che se applicata potrebbe far tornare il cittadino ad essere al centro di uno stato democratico”. 
 
Infine, a chiudere il dibattito è il giovane giornalista-pubblicista Giovanni Orefice, Consigliere di maggioranza del piccolo comune di Sperone (AV), che esorta i giovani a mobilitarsi affinché ci possa essere un cambiamento. “Le vittime di questa democrazia mutilata siamo noi giovani” – afferma Orefice, che attacca la vecchia classe dirigente accusandola di “avere sempre ostacolato il cambio generazionale, non soltanto in politica, ma anche nel mondo del lavoro”. Il giovane consigliere, citando Gaber, che già qualche anno fa parlava di “Libetà e partecipazione”, conclude ribadendo che “la forza e l’entusiasmo del cambiamento possono provenire soltanto da noi giovani”. 
Source: www.irpinia24.it