EuDem rinuncia al Congresso. Rusolo: “Non lasceremo il partito e la Città alla mercé dei nominati”

I numeri del tesseramento e i continui rinvii stanno nuovamente infiammando le discussioni in casa PD

EudemAvellinoAvellino – Col via libera del Nazareno, il commissario David Ermini ha stabilito di far slittare il congresso di due settimane, per poter verificare i dati del tesseramento 2017 che sono stati piuttosto iperbolici. Neanche nelle province toscane, più grandi del capoluogo irpino, si sono infatti registrati numeri come quelli pervenuti qui (circa 3500 tessere). Ovviamente si sono sollevati in molti per chiedere che siano rispettate le regole e ribadendo che probabilmente sarebbe stato meglio celebrare il congresso coi tesserati del 2016. 

Dello stesso avviso il gruppo di Eudem che più volte aveva denunciato durante la fase del tesseramento anche la questione della piattaforma online non funzionante, che di fatto impediva nuove iscrizioni. La presidentessa, Maria Rusolo, ha poi inviato a tutte le testate giornalistiche un documento a firma del suo gruppo in cui si comunica che da parte loro non ci sarà adesione al congresso. Per questo motivo abbiamo approfondito le ragioni di quella nota, intervistando appunto il riferimento cittadino di Eudem. 

Il gruppo di Eudem non parteciperà al congresso per via delle irregolarità e dei numeri “scioccanti” che hanno accompagnato la fase del tesseramento. Potrebbe chiarire meglio le ragioni per cui il suo gruppo ha maturato questa decisione?

Il Partito Democratico provinciale non ci mette nella condizione di assumerci le responsabilità in termini di elettorato attivo e passivo.  Un congresso si celebra su un presupposto fondamentale: identificare una classe dirigente che va rinnovata ed assegnare a quella classe una visione politica. Il Pd avrebbe dovuto dirci cosa pensava per Avellino e per la provincia, elaborare una linea, come abbiamo fatto noi con le tesi di Luglio, invece ci ritroviamo ancora nomi calati dall’alto, a livello generazionale lontani da noi. Tutto questo finirà di indirizzare i nostri giovani verso altri movimenti. Non ce la sentiamo di partecipare allo scempio delle tessere che circolano in pizzeria o in conceria o tanto meno assumerci la responsabilità del silenzio, che è comunque per noi un concorso in reato. Come Benigni che diceva “Ti voglio bene Berlinguer”, vogliamo bene a questo partito, vorremmo essere presenti e dire la nostra e perciò dobbiamo denunciare queste situazioni. Dopo la nostra nota politica in molti ci hanno contattato da tutta l’Irpinia, anche dirigenti che non hanno il coraggio pubblicamente di staccarsi dalle logiche del potentato. Essere coraggiosi però nella nostra città è un’esigenza, però al coraggio deve seguire la coerenza, perché non si possono firmare documenti di una certa area insieme a chi fa giochetti di tessere e poi presentare una nota nella quale si enunciano gli stessi principi discussi da noi”.

Il commissario Ermini ha chiesto il rinvio del congresso. Qualcuno lo ha ritenuto il suo vero primo atto da commissario accusandolo spesso di essere alle dipendenze del Direttorio…

Se uno dei membri del direttorio continua a prendere incarichi dalla Regione c’è qualcosa che non funziona. Dovremmo spingere gli elettori a pensare che questo Paese sarà una casa per i loro figli e invece continuiamo a dare un’immagine del potere come un mezzo per affidare incarichi, lasciando ai giovani capaci solo il contentino. Perseguendo questa strada non costruiremo mai un Partito Democratico che abbia un valore e un senso sul territorio e del resto è il rispetto delle regole che può consentirci di essere liberati da questo modo di considerare la politica. Ermini si è trovato a dover esercitare un atto dovuto per via di numeri assolutamente improponibili”

Quando parla di nomi calati dall’alto si riferisce a un’area in particolare all’interno del suo partito?

Mi riferisco indistintamente a tutte le aree e che nessuno venga a dirci che poi nelle liste inseriranno i giovani, perché alla fine i giovani nelle assemblee non contano niente.  Non si fa così la politica. L’idea che un candidato si cali dall’alto, andando a premiare qualcuno che in altre circostanze non ha dato il meglio di sé fa un po’ sorridere. Non funziona così neanche nelle aziende e certamente non dovrebbe funzionare così in un partito. C’era la necessità che qualunque nome uscisse fosse il frutto di una discussione, non che fosse una scelta determinata dal grado di fedeltà dimostrata a un capo piuttosto che a un altro”.

Non ultima la questione dei messaggi che riguarderebbero l’adesione effettiva di Iannace al Pd e l’invito a tesserarsi….

“Anche questo è un modo di essere, di fare politica. Non sono più i modi né i tempi. La questione morale così impellente allontana gli iscritti figuriamoci coloro che non sono neanche iscritti. E’ evidente che le tessere fatte finora non documentano numeri veri, dovremmo andare come il vento, stando a quei dati, alle prossime politiche e amministrative e invece sono le primarie ci restituiscono la vera immagine delle condizioni del nostro partito. Basta fare la proporzione della partecipazione a quelle ultime primarie degli iscritti e dei non iscritti. Il problema, come abbiamo sempre detto, non sono le tessere online, non è come aderisci al partito, ma che tipo di risorsa vuoi essere per il partito democratico”

Illo tempore la tua area aveva fatto appello alla possibilità di celebrare il congresso rifacendosi al tesseramento del 2016, posizione su cui è convenuta anche la stessa presidente D’Amelio. Non pensa però, considerando gli accadimenti delle ultime ore, che ci sia il timore di rovesciare i vecchi equilibri?

“Il punto è che la discussione di alcuni si focalizza soltanto sui numeri e si vedono col contagocce enumerare quante tessere hanno qui e lì. Nessuna delle dichiarazioni fino ad oggi impone una riflessione di carattere politico. Sul Teatro, su ACS, sull’economia della città c’è l’assoluto silenzio. Tutto si celebra in stanze chiuse, manovrando migliaia di euro come se niente fosse. Ci sarà una rassegna questo mese, rispetto alla quale non ho obiezioni nel merito, ma nessuno si preoccupa di quanto sia costata, ovviamente dirlo spetterebbe a qualche consigliere silenzioso. La gente ci elegge perché si vigili sulla gestione della pubblica amministrazione e invece lo stesso meccanismo che si applica al partito si riflette poi sulla città. Occorre un segretario, qualcuno che sappia condurre il partito democratico ai prossimi appuntamenti elettorali, ma soprattutto qualcuno che sia interlocutore valido per i 5 anni successivi affinché non ripeta quello che è accaduto quando il segretario era Carmine De Blasio e il sindaco Paolo Foti. Qualcuno ci ha definito 10 piccoli indiani, ma sono orgogliosa di far parte di coloro che portano ancora l’attenzione sulle questioni importanti”.

Con l’allungamento dei tempi congressuali si è allungata anche la fase di stallo politica. Quanto crede che questa situazione contribuirà a influenzare ulteriormente l’orientamento dell’elettorato alle prossime amministrative? Eventualmente fosse eletto un segretario, scegliendo fra i nomi proposti, attenendosi al metodo che il suo gruppo ha contestato, è pensabile che non sosterrete il partito per il voto cittadino o che addirittura usciate dal Pd?

“Si sta continuando a giocare col fuoco, sottovalutando il malessere della gente. Lo scollamento con la realtà e con la società civile diventa giorno dopo giorno più profondo. La società civile dovrebbe essere il nostro faro, Piazza Libertà dovrebbe diventare l’occasione di comizi, per scendere tra le persone e dialogare con loro, ma alcuni di loro se lo facessero ora verrebbero colpiti dai pomodori. Noi veniamo dall’esperienza di Firenze e Imola con Eudem e in quelle circostanze ci siamo resi conti che la politica nazionale si muove, ragiona. Abbiamo parlato di welfare, di occupazione e giovani, insomma di argomenti che dovrebbero essere all’ordine dell’agenda politica, ma che nella nostra realtà sono del tutto ignorati o comunque secondi alle esigenze di carattere personale. Non usciremo dal partito perché con Martina abbiamo individuato le ragioni per restare e per credere che questo progetto sia ancora possibile. Ciò che è certo è che se le scelte future non saranno frutto di una discussione e scontenteranno la platea degli iscritti, noi individueremo altri spazi per le amministrative. Non abbandoneremo la città a chi non merita il diritto di ricandidarsi”.

Source: www.irpinia24.it