Ex Direttorio a confronto al tavolo di OpenIrpinia, “E’ allarme trasparenza”

Al dibattito assente solo la presidente del consiglio regionale Rosetta D'Amelio

btyAvellino – Unità, unitarietà, unanimità. Concetti diversi, che son stati protagonisti del dibattito organizzato dall’associazione Open Irpinia, per mettere a confronto i dirigenti del Pd, prima che si concluda la fase del tesseramento e ci si avvii al Congresso. L’evento al quale hanno partecipato l’ex segretario del Pd provinciale, Carmine De Blasio, i deputati Valentina Paris e Luigi Famiglietti, il Sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro e l’onorevole Vincenzo De Luca, si è tenuto questa sera al circolo della stampa. 

Ad aprire i lavori, Carmine Losco, presidente dell’associazione, che per primo ha menzionato la questione dell’unità come un’esigenza di riunirsi nei valori costituenti del Partito Democratico, non come richiamo al congresso unitario. “Non possiamo indugiare ancora sulla questione del tesseramento on-line – spiega poi Losco –  quando fuori c’è una provincia che cerca delle risposte. Ci sono le emergenze dei lavoratori impiegati per due euro l’ora, di quelli che firmano una busta paga di cui poi recepiscono la metà, la questione della ambientale della Valle del Sabato, il problema dell’integrazione e la necessità di rianimare i circoli del nostro partito, che restano il vero punto di contatto coi territori”.

La parola poi De Blasio, che a un anno e mezzo dalle sue dimissioni, si dice pienamente disponibile alla ricostruzione del partito, purché chi ne fa parte si renda conto che è tempo di dare risposte a chi è fuori da quella comunità, non a chi è dentro, con continue guerre intestine, che col tesseramento rischiano di farsi più aspre e diventano pericolose per la fase congressuale, distorcendo il significato di quel momento. “Dobbiamo interrogarci – asserisce l’ex segretario – se questo PD serve. Non abbiamo più alibi. E’ finito il tempo in cui si attribuivano ritardi ed errori alla contesa tra democristiani e democratici di sinistra, non abbiamo più la scusa che a governare sia la destra perché anche dove ci siamo noi non riusciamo ancora a fare la differenza. Bisogna recuperare credibilità e lo si fa solo tornando ai temi veri, altrimenti finiremo di dare assist alla deriva populista e ne raccoglieremo i cocci già alle prossime politiche. Allarmiamoci per ritrovare le ragioni del PD, anche perché in politica come nella vita viene sempre presentato il conto. Chi ha pagato il prezzo di quanto accaduto un anno e mezzo fa oggi è qui a sostegno di questa iniziativa, perché vuole continuare a credere nelle potenzialità di questo progetto. Del resto consentendomi una licenza filosofica si potrebbe dire che la politica ha ragioni che la ragione non conosce”.

Prima di andare via per impegni politici è intervenuto il Sottosegretario Del Basso De Caro, chiarendo che la vocazione del Pd non possa determinarsi in funzione della legge elettorale. “Ci sono altri mondi al di fuori dei partiti – sottolinea – che determinano l’orientamento politico, lo abbiamo visto col referendum costituzionale. In virtù di quel fatto come di altre esperienze dobbiamo riorganizzarci e renderci conto che ormai non esiste più una vera differenza tra la sinistra e la destra, perché la discussione si è ridotta ai partiti di sistema e a quelli antisistema. Il Pd ha il dovere di essere quel partito che sta nel sistema per cambiarlo e migliorarlo, non si può fare come la Lega o Fratelli D’Italia, che di fatto stanno nelle istituzioni e poi hanno segretari antisistema. Il nostro partito va riempito di contenuti e per questo motivo l’unità per ogni dirigente dovrebbe essere un concetto scontato. Unità significa unità di intenti, sintesi, non unanimità perché è impensabile che si possa essere sempre tutti d’accordo. E’ importante ricostituire il rapporto coi cittadini, che vedono i partiti come qualcosa da respingere e si rivolgono poi a movimenti populisti e qualunquisti. Non è un caso che nel ’94 Berlusconi ottenne quel successo e non è stato un caso che nel 2013 abbiamo vinto le europee solo grazie alle circoscrizioni estere, altrimenti il M5S ci avrebbe sorpassato. Muoviamoci prima che si definiscano altri orientamenti negativi per il Paese, ripartendo da quello che abbiamo fatto e da quello che vogliamo fare.

A seguire il deputato Luigi Famiglietti che ha voluto subito rimarcare quanto le questioni provinciali danneggino il Pd. “Non ci rendiamo conto di quanto certe discussioni costino alla nostra comunità – invita a riflettere il parlamentare renziano – solo perché nei sondaggi nazionali non siamo determinanti, ma lo siamo in questa provincia. Creiamo un danno ai nostri amministratori locali che fanno poi fatica a spiegare ai loro concittadini quello che accade nel nostro partito. La verità è che servirebbero meno riunioni di corrente e più incontri come questo. Scegliere la squadra è importante, ma è l’ultima delle questioni a cui dobbiamo interessarci, perché prima dobbiamo riappropriarci dei temi di questa provincia e dei grandi temi nazionali ed europei. Ci attende una lotta fra una forza politica responsabile, la nostra, e tutte quelle forze populiste che si stanno facendo largo nel panorama politico. Personalmente ero fra i sostenitori di un congresso straordinario e ora spero che si possa quanto prima arrivare a questa fase, per poter ricominciare a fare politica. Chiaramente si badi a differenziare il congresso dalle candidature alle prossime politiche, perché è finito il tempo in cui si ragionava così. Renzi non ragiona così.  Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza del compito che ci aspetta e dare una mano al commissario David Ermini”.

E proprio su Ermini De Luca focalizza la discussione, offrendo il suo sostegno, ma rimarcando duramente sulla questione della trasparenza per quel che concerne il tesseramento. “I circoli sono allo sbando – tuona l’ex senatore – alcuni funzianano, altri no e allora dobbiamo chiederci dove le fanno le tessere quelli che non funzionano? E’ inimmaginabile che si facciano elenchi e poi si ritorni a combattere fra ricorsi e contro ricorsi impedendo la celebrazione del congresso. Facciamo attenzione, anche perché ci sono già troppi candidati, mentre ora è il momento di stabilire delle regole e di agire limpidamente. Non si può pensare sempre di usare gli organi dirigenziali o le istituzioni per far valere le proprie idee. Dobbiamo aprire a tutti e consentire a tutti di iscriversi alla nostra comunità, ma garantendo regolarità e discutendo di candidature nella comunità partito”.

Ha concluso Valentina Paris, ripercorrendo alcune fasi della storia del Pd provinciale, anche traumatiche e piene di errori, ma considerando che nonostante tutto il PD valga tutt’oggi la pena. “Anche se negli anni sono stata agli antipodi con alcuni di voi – prosegue la deputata irpina –  per cultura politica, per inesperienza e vigore giovanile, anche se ho commesso degli errori, come quello di non vincolare a un commissario le dimissioni di De Blasio, credo che possiamo ancora essere la risposta al cambiamento in questo Paese e nella nostra provincia. Del resto abbiamo prodotto delle mutazioni notevoli, perché non siamo rimasti l’antitesi berlusconiana, abbiamo di fatto garantito al nostro paese una tenuta democratica. Serviamo come soggetto politico e abbiam realizzato anche tanti obiettivi. Ci lasciamo alle spalle un anno complicato e ben vengano le critiche al direttorio, purché non si ascrivano esclusive responsabilità, specie da parte di chi ora critica, ma si è seduto ai tavoli quando c’erano da valutare rendite. Non faccio appello all’unanimismo, perché per formazione lo trovo un male per la democrazia, però poniamo il problema dell’ambiguità, a partire dalle strutture che senza il commissariamento abbiamo mantenuto e che non ci permettono di nominare ancora la commissione congressuale. Rendiamoci contro che i numeri sono una forza solo se la politica li governa e impegniamoci a restituire alla comunità del nostro partito a un gruppo dirigente”.

Source: www.irpinia24.it