Ambito A04 – Gaffe dell’Assessore Regionale Fortini

Per Raffaele D’Elia la politica non ha più una coscienza. Il commissariamento dell’ATS A04 in soccorso di Foti, in ginocchio, che paragona i servizi sociali ai rifiuti

okIeri pomeriggio, alle 14:30, presso la Presidenza del Consiglio della Regione Campania, si è consumata un’ulteriore brutta pagina dell’Ambito Territoriale Sociale A04. L’ennesima direi. A seguito della richiesta dei Sindaci dell’ex Ambito A4, datata 14 marzo 2017, a distanza di quasi un mese, l’Assessore regionale Lucia Fortini si decide ad incontrare i rappresentanti dei Comuni. Al tavolo, per la Regione Campania, l’Assessore alle Politiche Sociali Fortini e la Caragliano, dirigente. Il Presidente D’Amelio saluta rapidamente i presenti e, scusandosi, va via. Per il Comune di Avellino, è presente Foti, aimè ancora Sindaco, Mele, Assessore ai Servizi Sociali e Cortese, per sua sfortuna Coordinatrice dell’Ufficio di Piano. C’erano poi i Sindaci/Delegati dell’Ambito e lo scrivente, nella sua qualità di componente della Commissione tecnica nominata dalla Regione Campania per elaborare una proposta finalizzata a trovare la migliore soluzione per far uscire dall’impasse l’Ambito A04, nella confusione più totale da ben 4 anni.

Pensavo la riunione fosse stata convocata dalla Regione Campania per comunicare ai presenti la soluzione ai tanti problemi presenti sul territorio. Ritenevo, a torto, si discutesse dello Statuto proposto dalla Commissione tecnica. Ho dovuto, invece, assistere ad una sceneggiata teatrale. Una messa in scena “vergognosa”. L’incontro aveva, infatti, ben altre finalità.

foti lascia riunione A4Dopo i saluti e qualche battuta mozzicata, il buon Foti, sentitosi in grosse difficoltà, ha abbandonato i lavori. Il povero Assessore Mele, imbarazzata, calata la testa, ha dovuto seguire il suo Sindaco. Si è sentita probabilmente inutile. Una scena davvero pietosa. Mi sono vergognato di vivere in questa città. Essere rappresentato da certi “personaggi” offende la più umile delle intelligenze.

Il Sindaco Foti, prima di lasciare il tavolo, ha addirittura affermato che così come accade per i “l’ATO rifiuti” dove il Comune di Avellino conta in base agli abitanti, è necessario che nell’Ambito Territoriale Sociale A04 il peso dei comuni debba essere proporzionale agli abitanti. Se Avellino ha 55.000 abitanti su 100.000 deve contare per il 55% non basta la quota del 40% e la Presidenza del CdA, di diritto per Avellino, prevista nella bozza di Statuto proposta. Questa la posizione di Foti !!!

I servizi sociali non sono rifiuti. Il sociale funziona diversamente da altri settori. Per gestire il sociale sono necessarie altre sensibilità, professionalità. Serve umanità. Altruismo. Ad un Comune piccolo sono, di norma erogati meno servizi rispetto ad un Comune grande. Inoltre, un diversamente abile è tale a prescindere se abita ad Avellino o a Montefredane. Un Ambito che si rispetti deve garantire servizi gestiti in forma associata lasciando alle spalle campanilismi, clientelismi, lottizzazioni di sorta. Cosa che, invece, succede al Comune di Avellino dove, tra l’altro, regnano sovrane nelle stanze dei bottoni: incompetenza, inefficienza e arroganza. Se non fosse stato così non si spiegherebbero i motivi che hanno determinato la paralisi del sociale. Sono stati sostituiti 3 Assessori ai servizi sociali, 3 Coordinatori dell’Ufficio di Piano in poco più di 5 anni e nulla è cambiato.

Come possono, quindi, rappresentanti istituzionali paragonare i rifiuti ai servizi sociali ? Beh. A pensarci bene. Che lo abbia detto Foti, ci può stare, abbiamo capito tutti lo stile e la statura politica. Il fatto grave è che tale affermazione sia stata condivisa dall’Assessore Fortini. Naturalmente, gli amministratori presenti sono saltati dalla sedia e, guardandosi allibiti, hanno capito che la politica ha già deciso di Commissariare addirittura per la terza volta l’Ambito A04. Una situazione inaudita. Il Commissariamento come strumento per soccorrere gli amici di partito…

Il buon senso che manca del tutto dovrebbe far comprendere che nei Consorzi di servizi sociali e non solo vige la regola del voto ponderato. Con tale regola è stata costruita anche l’Unione Europea. Con tali regole sono stati costituite Agenzie Consortili Speciali nelle altre Province della Campania e dell’Italia intera. Il problema vero è che Avellino intende continuare a tenere ingessato il sociale in modo da gestire autonomamente, per se, in modo indisturbato, ogni cosa. Non importa se non è in grado di condividere con gli altri Comuni la gestione del Piano, tanto poi “mamma Regione”, grazie agli amici degli amici, sistema ogni cosa.

E’ evidente che il terzo Commissario, in corso di nomina dalla Regione Campania, sarà nuovamente filo-Avellino in modo da costruire una camicia di forza per ciascuno degli altri 15 Comuni, già agonizzanti sul piano sociale. Un Commissario che, d’intesa con Avellino, cercherà in ogni modo di mettere “una pezza” allo scempio creato. Così facendo, ovviamente, non si risolveranno i problemi e il sistema di interventi e servizi sociali non decollerà mai più. Poveri i cittadini anziani, diversamente abili, minori ecc. ecc. privati di ogni tipo di assistenza, supporto e aiuto a causa dell’incapacità del Comune di Avellino a svolgere il ruolo di Ente capofila – gestore del Piano Sociale di Zona.

Un’altra cosa mi ha, inoltre, sorpreso. L’Assessore regionale non aveva neppure letto la bozza di Statuto proposta dalla Commissione tecnica e che i 15 Sindaci dell’Ambito A04 avevano condiviso. L’unico Comune che non riesce a decidere è Avellino. Infatti, il 13 febbraio u.s., nel corso del Coordinamento Istituzionale, l’Assessore Mele abbandona la riunione, che aveva all’o.d.g. l’approvazione di detto Statuto e l’approvazione della programmazione, facendo venire meno il numero legale previsto dalla Convenzione ex art. 30 TUEL. Quest’ultima prevede appunto che su 16 Comuni se Avellino abbandona i lavori i restanti 15 non possono decidere alcunché. Un bel regalo fatto ai 15 Comuni dal Commissario dell’ATS A04 Raffaele Scognamiglio, nominato nel 2014 dalla Regione Campania.

L’idea che mi sono fatto alla fine della riunione è che gli Uffici regionali, per motivi puramente politici, restano vicini al Comune di Avellino nonostante quest’ultimo abbia dato evidenza negli anni di non essere in grado di svolgere alcunché. Un esempio di “ordine di scuderia”, quello becero naturalmente. Quello che danneggia i territori. Pone le basi per far andare via i giovani. Chiude le aziende. Ingrassa i fannulloni. Sperpera i fondi pubblici.

Come può la Regione Campania, da anni, essere sorda alle grida dei territori. Come può un Assessore regionale fare le spallucce e restare impotente davanti ad un Comune, quello di Avellino, che dovrebbe solo essere sigillato con la “cera lacca”. Davanti a queste scenate, a tanta strafottenza, un senso di nausea pervade la mente. Ti tendi conto che in Campania non ci sono regole. Non c’è il minimo rispetto del cittadino. Vigono le regole del far west. Si aiuta l’amico. Il compagno di partito. La “commare” ecc. ecc. Gli Uffici regionali, che hanno anche un ruolo di controllo, avrebbero dovuto intervenire già da tempo per sanzionare Avellino che ha dimostrato di non essere in grado di garantire i servizi ai cittadini. Milioni di euro sono andati persi. Chi ne risponderà? Se il Comune di Avellino non è all’altezza di gestire un Piano Sociale di Zona, e non solo, perché gli altri 15 Comuni devono sottostare? Cosi non viene decapitata l’autonomia di ciascun Sindaco e Consiglio comunale? Possibile che la Regione in 4 anni non è riuscita a trovare una soluzione per andare incontro a ben 15 Comuni privati di ogni ruolo in tema di servizi sociali e socio-sanitari.  Certi territori non possono essere utilizzati solo come serbatori di voti e poi lasciti a se stessi a vantaggio di altri territori più fortunati che continuano a ricevere maggiori attenzioni, finanziamenti, opere, servizi e chi più ne ha più ne metta!!!

I Sindaci dell’ex Consorzio A4 da ben 4 anni chiedono di essere staccati dal Comun di Avellino, che ha dato prova, in ogni settore, di non essere all’altezza. Avellino, in quanto capoluogo di Provincia, avrebbe potuto svolgere un ruolo chiave dell’intera Provincia ed invece è diventato il Comune delle “barzellette”. Fanalino di coda di ogni classifica regionale e nazionale. E pensare che solo pochi anni fa l’Irpinia era “caput mundi”. Una terra che ha fatto scuola con grandi personaggi, anche della politica. Gli irpini si sono fatti valere per anni conquistando importanti ruoli e riconoscimenti. Oggi, invece, dai generali di un tempo siamo politicamente guidati da “caporali”. Piccoli personaggi che hanno trovato nella politica una mucca da mungere e la possibilità di cercare con ogni modo, di garantirsi una rendita. Senza la politica sarebbero “emeriti nullafacenti”. Così troviamo, a tutti i livelli, ignoranti che si atteggiano a grandi esperti. Pseudopolitici che si parlano addosso, senza idee, impegnati a pensare solo al proprio orticello. Gente che non riesce a vedere oltre il proprio naso. E, così, incontriamo geometri che vengono incaricati, dagli amici, per svolgere mansioni di logopedisti e logopedisti incaricati per svolgere mansioni di geometri. Un circo senza fine che sta spolpando i nostri territori e rischia di creare danni irreversibili alle povere comunità lasciate sole e indifese.

Raffaele D’Elia

 

Source: www.irpinia24.it