Forma partito e nuovi modelli di partecipazione, EuDem ci prova ma qualcuno “salta la lezione”

L'iniziativa organizzata dalla presidentessa cittadina, Maria Rusolo, è un segnale alla dirigenza perché si ritorni a discutere di politica

IMG_20170331_175428_resized_20170401_103040057Avellino – Dopo ieri, con l’appuntamento promosso da EuDem Avellino, per discutere dei modelli di partecipazione all’interno del Pd e di come riportare al centro della discussione i temi europei, è ancora più evidente che il partito provinciale irpino è frammentato e non è ancora pronto a mettersi in discussione. Non è stata tanto l’adesione all’iniziativa in termini numerici, quanto l’assenza di segretari di circolo, invitati ma non pervenuti.

Insomma l’immagine, non distante dalla realtà, è che nonostante i recenti abbandoni, anche tra chi è rimasto non c’è la coesione necessaria per uscire dallo stallo di una politica che ha già dimostrato il suo fallimento.

In virtù di queste ragioni la presidentessa cittadina di EuDem, Maria Rusolo, ha chiarito che lei e i suoi compagni non faranno passi indietro, asserendo:“Chiunque voglia escluderci dalla lotta per le amministrative non ha capito che non ci faremo da parte ma continueremo a lottare per ciò che è anche nostro, ossia il partito e la cittàIl Pd ha fallito, ha chiuso le porte i circoli non sono stati in grado di dare risposte, perché le decisioni vengono prese sempre altrove e i militanti sono solo pedine. Siamo da tempo sui giornali col tesseramento, invocando le regole e poi quando se ne può discutere insieme non lo si fa. E’ evidente che la vera questione da porre è morale”.

Sulla stessa scia Gaetano Alvino, che ha affrontato con criticità la questione dei circoli isolati e dell’ineficcienza della comunicazione tra il partito e i simpatizzanti.  “La militanza non è più sufficiente – ha spiegato – occorrono nuove forme di aggregazione e partecipazione. La rete innanzitutto, ma questo senza voler immaginare un partito liquido, ma anzi fornire degli strumenti di integrazione a modelli già esistenti. I circoli più virtuosi, poi, dovrebbero aiutare quelli che incontrano difficoltà di natura pratica sui territori. Solo se si riesce a fare tutto questo la missione del Pd si compie”.

Tra i presenti in sala anche Gianni Romeo, del circolo “Laboratorio democratico”, Vanni Chieffo, presidente GAL Irpinia, la consigliera cittadina Enza Ambrosone, il sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo e la consigliera di Parità della regione Domenica Lomazzo.
Gianni Romeo, del cui circolo fanno parte anche Giovanni Bove, Maria Rusolo e Gaetano Alvino, ha dato il suo contributo sottolineando che le questioni principali per ricostruire il partito sono il superamento dell’autoreferenzialità e la riconquista della fiducia degli elettori. “Noi siamo uno dei primi circoli nati ad Avellino e quindi possiamo raccontare la grande difficoltà incontrata in questi anni. Il problema è il ruolo del partito, che non coordina le attività dei circoli. E’ ovvio che senza un lavoro capillare si vanificano tutti i singoli sforzi”.

Infine Giovanni Bove, membro del direttivo nazionale di EuDem, si è soffermato sulla necessità di alzare l’asticella dei contenuti. “Usciremo da questa condizione di guerra intestina solo se saremo capaci di coinvolgere tutti gli iscritti nei processi decisionali. La sfida congressuale dovrebbe basarsi sui temi della partecipazione, dell’immaginare un partito non verticale, ma in rete, abbandonando le diatribe da bar sul chi ha tesserato chi. Il congresso non può essere il modo per fare l’ennesimo accordo a ribasso. Non apriremo mai le stanze del Pd se continuiamo su questa strada, ma saremo ostaggio di gruppi oligarchici che gestiscono il partito come se fosse cosa loro”.

Di F.C.

Source: www.irpinia24.it