“EUdem” non ci sta e attacca il Pd: “Si punti alla partecipazione, si guardi all’Europa”

Tutto da rifare. L'associazione EUdem non lascia spazio al dubbio e accusa la dirigenza di chiusura e inefficienza. Bove: "Il partito è nel caos, c'è estrema conflittualità interna. Si riporti l'attenzione sui contenuti".

17757112_10213131309787029_1930504758315542593_nAvellino – Il Partito Democratico e la capacità di parlare all’Europa e dell’Europa: questo l’argomento in oggetto stasera al Circolo della Stampa, in un appuntamento voluto dall’Associazione EUdem, per avviare una discussione sul presente stato governativo locale e nazionale, al fine di tracciare le linee di principio su cui fondare il pensiero e l’azione politica, e individuare la direzione verso cui orientare la classe dirigente del futuro.

Con Maria Rusolo, Giovanni Bove, Gaetano Alvino, Vanni Chieffo, il capogruppo del Pd a Milano Filippo Barberis, Angelo Vegliante del Circolo di Contrada, la consigliera Enza Ambrosone e il sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo, si è delineata l’immagine di un partito che è l’ombra di stesso, tanto in crisi da aver smarrito la rotta e la propria essenza perché, laddove quotidiana, con il congresso alle porte, si manifesta la premura ad occuparsi di tesseramento e beghe interne, sembra, invece, pressoché assente l’interesse per i grandi temi e problemi che riguardano la comunità: l’occupazione, l’accoglienza, la tutela del patrimonio ambientale e culturale, l’investimento in sviluppo, l’apertura all’Europa, il rapporto tra cittadini e istituzioni.

Siamo inchiodati a un sistema burocratico – ha affermato l’avv. Rusolo -, ma è arrivato il momento che la politica dia delle risposte, apra le proprie stanze e faccia riscoprire il senso di comunità che si è perso. Il Pd in questo ha fallito, si è ridotto ad utilizzare al momento opportuno i propri iscritti come pedine e il risultato del referendum è il sintomo di una profonda disgregazione”. E’ nell’ottica della riorganizzazione, dunque, e del recupero dei valori della Social-Democrazia, che il Pd vuole puntare su un sistema di rete che, attraverso i circoli, garantisca una presenza sul territorio concreta ed efficiente, emotiva ed empatica addirittura. “E’ necessario incentivare la partecipazione – ha dichiarato Gaetano Alvinoaffinché, con la formazione, l’informazione e la promozione diffuse, il Pd torni ad essere un grande partito di massa, vicino alle esigenze delle persone e che dia ascolto“. E’ una visione, quella di EUdem, che guarda ad Avellino e al di là di Avellino, alla Campania e al di là della Campania: è una visione che guarda all’Italia intera e poi all’Europa e al mondo, che proietta il nostro Paese in una dimensione di apertura, di confronto, di interrelazione che lo liberi dal chiuso di un circolo vizioso che fa perdere le tracce della crescita culturale possibile. Allora, si domanda Angelo Vegliante, “se oggi l’Italia è un Paese chiuso al punto da temere le differenze, perché si sorprende qualora Donald Trump voglia imporre dazi o innalzare barriere?”.

Sul ruolo decisivo dei circoli interviene, infine, Filippo Barberis che invita a non considerarli monadi isolate di un sistema fantasma e sottolinea la tendenza diffusa del partito “a legarsi a un cognome più che a un pensiero o a una cultura politica. L’onestà non è l’unica prerogativa; da un politico dobbiamo pretendere che sia curioso, dinamico, che sappia ascoltare, trascinare, che dia un volto positivo alle istituzioni“.

 

di Eleonora Fattorello

Source: www.irpinia24.it