Bersani ad Avellino presenta “Articolo 1″: “Non siamo scissionisti, ma esclusi”

L'ex Segretario ha delineato i punti principali del neo partito fondato sulle radici del centrosinistra, in ricordo dello storico dirigente Alfredo Reichlin scomparso pochi giorni fa

IMG_20170323_185155Pier Luigi Bersani è ritornato questo pomeriggio ad Avellino accolto tra gli appalusi, nella Sala conferenze del Carcere Borbonico, dai nostalgici della vecchia politica per presentare il neonato “Articolo 1 Movimento Democrazia e Lavoro”.

Una vera emozione, un giorno sognato e immaginato da tempo”, commenta così l’evento Francesco Todisco. Il partito è nato dal gap con il Partito Democratico e con lo stesso ormai ex Segretario Matteo Renzi. “Non rinneghiamo un solo minuto di impegno nel Pd – sottolinea Todisco – che non è stato ciò che avremmo voluto anche a causa di nostri errori. Non abbiamo inciso tra il partito della periferia e il partito del centro che non veniva mai messo in discussione nel nome del senso di responsabilità verso il Paese. La nostra identità sta nel nome, Articolo 1 che racchiude la bellezza e la solennità della nostra Costituzione. Il nostro nemico non è il populismo, ma la diseguaglianza. In tutto ciò l’Irpinia può giocare un ruolo da protagonista ed essere un terreno di sperimentazione delle politiche economiche e produttive”.

In sala è stato ricordato con un minuto di silenzio il “compagno” Alfredo Reichlin, storico dirigente del Pci e punto di riferimento dell’intera sinistra che si è spento lo scorso martedì. Todisco ha chiuso citando proprio Reichlin che ha fornito nei suoi ultimi scritti un’analisi minuziosa sul nuovo Pd definendolo “un partito senza popolo”, esortando i componenti storici a “non lasciare la sinistra sotto le macerie”.

L’eurodeputato Massimo Paolucci ha invece esordito invitando a voce alta a non dare agli esponeti dell’ Articolo 1 l’epiteto di scissionisti: “Siamo nati per rinnovare e unire il centro sinistra. Renzi ci ha definiti offensivamente “reduci” invece siamo combattenti.  Non lasciamo per costruire un piccolo recinto, ma per costruire un nuovo Ulivo con “un intento ricostruttivo e in uno spirito inclusivo”, come diceva Reichlin”.

Bersani ha aperto il suo intervento proprio ricordando gli ultimi giorni di Reichlin e i due insegnamenti che ha lasciato: “Uno è quello politico su come trovare l’innesto tra le prospettive della sinistra e le questioni nazionali. L’altro è quello umano cioè che possono passare anni, ma non passa mai la voglia di combattere. Abbiamo battezzato Articolo 1 in occasione del 70° anniversario dell’approvazione dello stesso in Assemblea Costituente. I Padri Costituenti hanno aggiunto l’allora sconosciuta parola “democratica” vicino a Repubblica. E son stati tutti d’accordo che il lavoro è il nesso tra il tema democratico e sociale. Questo è il problema del mondo di oggi, come dar lavoro alle nuove e future generazioni.  Renzi con l’Italicum ha cambiato le carte in tavola di una fase venticinquennale partita dall’avvento della globalizzazione”.

Un progresso forzato, un’apertura non controllata che si è trasformata ben presto in una chiusura, in cui anche internet è diventato uno strumento di minaccia per il lavoro svolto dall’uomo.IMG_20170323_184552 (1)

“La deriva della nuova destra – spiega Bersani -  è protezionista, identitaria e sovrazionista. L’aumento delle diseguaglianze ha dato terreno fertile alla ascesa di Trump e alle correnti populiste. La destra ha quindi cambiato faccia nello sgretolamento post – globalizzazione, la sinistra invece continua a dire che va tutto bene”.

Bersani ha toccato anche questione dell’articolo 18: “Bisogna apportare qualche modifica, ma è lo strumento minimo per tenere in piedi i lavoratori in un clima generale di incertezza”. Per poi criticare duramente il Job’s Act di Renzi: “Le regole non producono lavoro. In tre anni è aumentato il debito e sono diminuiti gli investimenti”.

Ha poi smentito l’ipotesi di un accordo con il Movimento 5 Stelle fatta circolare in questi ultimi giorni sui principali quotidiani nazionali, non escludendo un sano confronto postelettorale: “Saremo sfidanti verso i grillini proponendo una valida alternativa e non creando un “union sacrée” contro i populisti. Così facendo gli spianeremo solo la strada. L’intento è creare una sinistra largo e plurale che mette insieme forze sociali, civiche e morali d’accordo sui punti fondamentali del programma”. E chiude ribattendo alle critiche di chi ha commentato il recupero delle vere radici della sinistra un “forse è troppo tardi”: “Bastano pochi mesi. Nei prossimi saremo impegnati nella fase costituente. C’è un popolo disperso, sfiduciato.  Tutto questo a causa di un centro sinistra che si riassume nel Pd e di un Pd si riassume nel capo. Il nostro obiettivo è sovvertire questa cosa con apertura mentale e combattimento”.

 

Source: www.irpinia24.it