13enne pestato dai bulli, padre posta foto su Facebook: un esempio di coraggio

Il fatto è accaduto lo scorso sabato a Mugnano del Cardinale. Sul social network 325.991 condivisioni e migliaia di commenti e messaggi di solidarietà alla famiglia del piccolo

17264854_10211761266257848_3720657594187092763_nNon dimenticherò facilmente la dolcezza di quegli occhi sporcati dai lividi. Sono gli occhi di un 13enne di Mugnano del Cardinale pestato senza pietà da un gruppo di bulletti. Sabato era appena uscito dal barbiere con un suo amico quando è stato avvicinato da alcuni coetanei. Dopo la richiesta di un accendino lo hanno gonfiato di botte, senza alcun motivo. La sua unica colpa quella di essere un bravo ragazzino. Il padre, Salvatore, ha postato su Facebook la foto che ritraeva il viso del figlio tumefatto, accompagnata da una frase di sdegno e rabbia: “Oggi vi mostro cosa sta diventando il mondo è ve lo mostrerò nel modo più vero e crudo. Vi mostrerò la faccia vera di quella merda che si chiama Bullismo e vi prego di condividere e commentare perché quello che oggi è successo a mio figlio non deve e non dovrà accadere a nessuno. E mi raccomando denunciate perché gli autori di tali soprusi non devono passarla liscia. Spero che siate tutti d’accordo con me. Mi raccomando condividete”.

In poco meno di un giorno sono state registrate 325.991 condivisioni e migliaia di commenti e messaggi di solidarietà alla famiglia del piccolo. La parte sana del social network ha raccolto e reso pubblica una denuncia, un vero e proprio gesto di coraggio. Tutti devono sapere e capire che il bullismo è la parte marcia della nostra società. Questi ragazzini che si atteggiano a boss di quartiere si devono vergognare. La loro violenza non è forza, ma sintomo di estrema fragilità. Per prevalere sono capaci solo a usare le mani sui più deboli. Dei veri e proprio codardi. Ancora più codardi e oserei dire folli i genitori che provano a giustificarli, riducendo il tutto a “sono dei ragazzi, devono crescere” o puntando il dito contro la vittima, reo di essere fragile e non sapersi difendere. In effetti la madre di tutti i mali che affliggono questo mondo è l’ignoranza. L’ignoranza viene purtroppo tramandata e amplificata fino a trasformarsi in gesti di vile e cruda violenza.

E se la scuola non riesce a fare la sua parte, tocca a chi subisce la codardia di questi esseri di provare a cambiare il corso delle cose e denunciare a gran voce questi episodi. Non bisogna neanche domandarsi per un secondo se quel padre ha fatto bene a postare su Facebook il volto del figlio. Anzi, la prossima volta è bene mettere anche le facce degli aggressori per cui provo una profonda pena. Facciamoli vergognare come meritano. E’ il minimo che possiamo fare. Ricordiamo che il silenzio uccide. A causa del bullismo tantissimi ragazzi si sono tolti la vita. Buona parte di loro  si era appena affacciata nell’età adolescenziale. Riflettiamo sui dati dell’anno 2015 – 2016 (oggi in netto aumento) diramati dal Telefono Azzurro:

-      1 caso al giorno di bullismo e cyberbullismo, in totale  i casi gestiti sono stati 270, che hanno richiesto un totale di 619 consulenze.

-       I bulli sono generalmente maschi (60% dei casi) e amici o conoscenti della vittima. Le ragazze sono responsabili del 25% dei casi in cui la bulla agisce sola, cui si aggiunge un 15% in cui opera in gruppo.

-       L’Età delle vittime si sta abbassando: un trend in crescita è quello che vede come vittime bambini sempre più piccoli, anche di 5 anni (22% dei casi)

-      Tra le conseguenze dell’essere vittima di bullismo che vengono riportate nelle richieste di aiuto gestite da Telefono Azzurro si evidenziano le situazioni di ansia diffusa che possono portare all’abbandono/dispersione scolastica, ad atti autolesivi, alle ideazioni suicidarie e ai tentativi di suicidio. Il 30% delle vittime di bullismo mette in atto comportamenti di autolesionismo, mentre il 10% avrebbe pensato o tentato il suicidio.

-      Le difficoltà emotive e comportamentali sperimentate dalle vittime e dai bulli possono continuare anche in età adulta producendo outcomes negativi a lungo termine, come per le vittime una bassa autostima e con scarso valore di sé, una maggiore tendenza alla depressione; per i bulli a comportamenti antisociali o vandalici, all’uso e abuso di sostanze (come alcool o droghe), fino all’aggregazione in gang o allo sviluppo di comportamenti criminali.

 Cataldo Daniela

Source: www.irpinia24.it