Matteo Farina: la Chiesa vuole beatificare il 19enne

Il giovane, nato ad Avellino nel 1990 e cresciuto a Brindisi, potrebbe essere il primo beato salentino

matteo farinaMatteo Farina, era un giovane nato ad Avellino il 19 settembre 1990 e cresciuto a Brindisi. Era un ragazzo allegro, solare, ma anche dolce e affidabile, con una vivace intelligenza, desideroso di conoscere e imparare. Nel settembre 2003 si presentarono però i primi sintomi di quel male che, per quasi sei anni, costituiranno il suo Calvario: nell’ottobre 2003 ha affrontato una pericolosa biopsia al cervello; nel gennaio 2005 ha subito un primo intervento per asportare il tumore cerebrale, seguito da quaranta giorni di dura chemio e radio. Nel dicembre 2007 ha affrontato un nuovo intervento per una prima recidiva, e nell’anno successivo compare una seconda recidiva tanto che, tra dicembre 2008 e gennaio 2009, verrà sottoposto ad altre tre operazioni chirurgiche, che però non gli salveranno la vita. Matteo morirà il 24 aprile 2009.

Era un ragazzo visto come una guida per gli altri giovani della scuola che lo chiamavano il “moralizzatore”. Bravo in chimica e matematica, versatile negli sport, capace di suonare la chitarra e il basso. Aveva una bella voce e cantava in un gruppo musicale. Ma soprattutto quotidianamente era devoto a quella che chiamava la sua “missione di infiltrato tra i giovani”, chiamato a “parlare loro di Dio”. La Fede era in lui un dono che più di tutto viveva con il suo atteggiamento libero da ogni forma di superficialità e leggerezza.

Il modo in cui Matteo ha reagito alla malattia ha mostrato l’eccezionalità di questo ragazzo. Conservava la gioia di vivere, che si traduceva nella tenacia e nella forza di volontà a voler vivere la quotidianità tenendo fede, anche durante i periodi duri della chemio, agli impegni della sua vita ordinaria, riprendendo brillantemente lo studio e continuando ad occuparsi delle sua passione, la musica. Il giovane, nel suo cammino spirituale, si è ispirato a san Pio da Pietrelcina, a san Francesco d’Assisi, a santa Gemma Galgani e Teresa di Gesù Bambino, di cui ha letto gli scritti, e al beato Piergiorgio Frassati. Ed è per questo che il 24 aprile 2917 si terrà la sessione conclusiva della fase diocesana del processo di beatificazione di Matteo Farina. I sostenitori del ragazzo hanno fondato un’associazione e incoraggiato le pagine social create in suo nome. Chi lo ha conosciuto parla di un ragazzo fuori dal comune per una intima serenità nell’affrontare la malattia sostenuta da una fede altrettanto profonda, di cui ha lasciato anche una prova scritta nei suoi diari. Queste pagine sono fra i documenti alla base della documentazione che sta esaminando il tribunale ecclesiastico, come le testimonianze di chi ha conosciuto Matteo in prima persona.

Anche il dirigente della scuola frequentata dal ragazzo, Salvatore Giuliano dell’Itis Majorana, lo ricorda con grande affetto: “Quando mi raccontò la sua storia, quello che stava attraversando, nella sua voce non vibrava ombra di rammarico, rabbia, dolore. Parlava con una serenità che mi colpì e mi atterrì insieme. Io, adulto, non riuscivo a capire da dove venisse la forza di quel ragazzino che avevo di fronte: di certo mi stava dando una delle lezioni più grandi che ho mai ricevuto nella mia vita”. Il dirigente continua: “La sua serenità di fronte alla malattia mi imbarazzava. Si portava appresso il suo grande carisma con una semplicità tale da abbattere ogni barriera, cancellare ogni sensazione di inadeguatezza che anche gli adulti avrebbero potuto ragionevolmente provare di fronte a lui”. Matteo ha vissuto tutta la sua vita nella continua ricerca della volontà di Dio. Una fede eroica che con  speranza e carità, lo hanno contraddistinto rendendolo un faro per quanti lo hanno incontrato. 

Source: www.irpinia24.it