“Donne CGIL Avellino” insieme per un 8 Marzo lungo un anno

"I Centri Antiviolenza presenti sul territorio non sono luoghi di lavoro, non sono servizi, ma sono spazi volti a costruire insieme alle donne percorsi di consapevolezza e libertà"

copAvellino - Per molti versi viviamo ancora in un’epoca buia segnata da gravi diseguaglianze in molti campi della vita sociale. Spinte da questa motivazione “Donne CGIL Avellino”, Coordinamento di Generi e Antidiscriminazione, hanno organizzato un incontro “Ni una menos – Non una di meno” caratterizzato da testimonianze, reading e confronti. L’iniziativa di oggi, come la precedente nella giornata di ieri, ha accolto numerose adesioni. Nella Sala Grasso di Palazzo Caracciolo erano infatti presenti: la Sociologa Anna Calvanese del Centro Antiviolenza Femminile , l’Associazione “La Goccia”, Teatro 99 Posti di Mercogliano, Antonella Coppola della CGIL ed Antonella De Angelis Cons. Pari Opportunità Provincia di Avellino.

La Consigliera ha aperto il dibattito dichiarando: “Su 119 comuni nella provincia di Avellino ci sono solo 9 donne sindaco. Questo dato deve farci riflettere in quanto dovrebbe esserci equità di trattamento di genere nelle amministrazioni. Lo scopo ultimo delle politiche relative alle Pari Opportunità è di dare vita ad un insieme di iniziative e norme tendenti al superamento di condizioni sfavorevoli alla realizzazione di un’effettiva parità uomo-donna.  La donna non deve subire discriminazioni o violenze sia nell’ ambito lavorativo che privato”.

Su questa linea ha sottolineato l’importanza dei Centri Antiviolenza presenti sul territorio: “Non sono luoghi di lavoro, non sono servizi, ma sono spazi autonomi di elaborazione politica femminista attivi sul territorio, volti a costruire insieme alle donne percorsi di consapevolezza e libertà. C’è ancora la tendenza a ricercare in fattori esterni (problemi mentali, stress, depressione, dipendenza da alcol e droga…) la causa scatenante delle violenze. Si cerca sempre una giustificazione o li si cataloga come casi lontani da noi e dalla nostra cultura, quanto invece è proprio la nostra cultura maschilista la matrice della violenza contro le donne. Il supporto avviato nelle strutture da psicologi, sociologi, assistenti legali e sociali deve concludersi con l’inserimento lavorativo e ilcentro raggiungimento di quell’indipendenza che le elevi dalla condizione di inferiorità o subordinazione all’uomo dal quale hanno avuto il coraggio di allontanarsi”.

A riportare i casi di accoglienza effettuati nelle sedi territoriali di Avellino, Mercogliano e Cervinara è stata la dottoressa Calvanese, la quale ha spiegato: “Per provare a affrontare in maniera efficace questo fenomeno c’è bisogno di una profonda riflessione sui ruoli che la nostra cultura attribuisce a donne e uomini. Occorre continuare il lavoro di raccolta di dati ed esperienze che arrivano dalla vita di tutti i giorni e farne momento di riflessione ed elaborazione. Giornate come queste mettono a disposizione, delle donne prima e della comunità poi, un bagaglio di conoscenze.

E’ importante andare oltre i luoghi comuni e costruire una rete sul territorio che si fondi proprio sulla specificità del lavoro delle donne e  sulla conoscenza del fenomeno della violenza contro le donne. Per contrastare la violenza maschile contro le donne ci vuole un lungo, costante e paziente lavoro che vada a fondo nei sentimenti e nelle relazioni tra i generi e ci vuole un impegno capillare nell’educazione dei più giovani, un lavoro a 360° su ogni ambito della vita quotidiana. Educare i nostri figli fin dalla tenera età è un grosso passo verso l’annullamento delle discriminazioni. Si alle differenze di genere, ma No alle discriminazioni”.

Le conclusioni sono state affidate ad Antonella Coppola la quale ha riportato il sentito appello della mamma di Antonella Russo, studentessa solofrana uccisa a soli 14 anni nel 2007 per aver difeso la madre dalle violenze del convivente: “Invito tutte le donne a denunciare ogni forma di violenza. Non restate nel silenzio con la convinzione di essere sole. Rivolgetevi ai Centri Antiviolenza senza vergogna. Chi picchia non vi ama e non vi merita”.

Source: www.irpinia24.it