Franco Gabrielli interviene sulla sicurezza in Irpinia e sulla vicenda Luca Abete

Il Capo della Polizia: "La provincia di Avellino non è uno dei territori più insicuri del nostro Paese". E sul caso dell'inviato di Striscia la Notizia: "A volte è molto facile porre le persone in una condizione di errore"

IMG_20170301_104823 (1)In occasione della visita al Moscati di Avellino, al fianco dell’Associazione Donatorinati, Il Capo della Polizia Franco Gabrielli ha affrontato, oltre quello della donazione, altre tematiche importanti, come quello della sicurezza in Irpinia e il caso dell’inviato avellinese di Striscia La Notizia , Luca Abete.

Ogni territorio tende in qualche modo a sottolineare gli aspetti negativi, spiega Gabrielli. Nella visione più complessiva del nostro Paese. Tra qualche ora sarò a Napoli insieme al Ministro per costituire un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Già il fatto che abbia evocato una città come Napoli ci dovrebbe dare anche il senso della dimensione dei problemi del nostro territorio. La provincia di Avellino non è uno dei territori più insicuri del nostro Paese. E’ un territorio che non va abbandonato, le questioni non vanno sottovaluto ma nemmeno amplificate”.

Franco Gabrielli è stato chiamato a dire la sua anche su Luca Abete. Il fatto accaduto proprio nella città di Avellino fece non poco clamore, in quanto sotto accusa finì proprio il vice questore Iannuzzi, reo di aver aggredito e trattato come un criminale l’inviato di Striscia la Notizia che tentava di avvicinare l’ex Ministro dell’Istruzione Gianni. Nel Tg satirico più volte la Polizia avellinese è stata bersagliata con servizi che sottolineavano la poca serietà del corpo.

Riaffermo il fatto che la Polizia è al servizio della comunità, sottolinea il Capo della Polizia. Se qualcuno sbaglia, il suo errore non deve essere rappresentato come modalità di comportamento generale. A volte è molto facile porre anche le persone in una condizione di errore. Un grande giornalista diceva che nemmeno la fotografia è obiettiva, a secondo delle angolazioni in cui si riprendono le immagini si dà una rappresentazione diversa dalla realtà. La prepotenza non è solo da parte di chi pone in essere comportamenti che noi poi censuriamo, ma anche lo strapotere del mezzo mediatico e la sua capacità di rendere virali determinate cose che poi si traducono in una forma di prepotenza”.

Gabrielli invita gli altri a farsi un “esame di coscienza” in modo che alcune situazioni non si verifichino: “Noi facciamo il nostro, mi piacerebbe che anche gli altri farebbero lo stesso. Sembra che nel nostro Paese questo tra i tanti sia “il problema”, invece sta nella parte bassa del tabellone. Appartengo alla categoria di chi sostiene che la repressione ha la sua valenza. In questo Paese pensiamo che chi la fa franca, chi trova scorciatoie è “più figo”. Invece, chi i pone in essere determinate situazioni deve essere posto ai margini”.

Source: www.irpinia24.it