Terremoto tra memoria e prevenzione: il convegno ad Avellino

A poche settimane dagli ultimi tragici eventi di Rigopiano e dell'Italia centrale, Protezione Civile e Vigili del Fuoco alla lente d'ingrandimento sulla gestione delle emergenze.

16836655_10212763115382399_5798704174194732047_oAvellino – “Fate presto” fu l’appello che, in caratteri maiuscoli evidenziati dal grassetto, il Mattino di Napoli lanciò alla Nazione e al mondo intero il 26 Novembre 1980; tre giorni prima, alle 19:35 di una domenica insolitamente calda, una calamità mostruosa si era abbattuta sull’Italia meridionale e sulla nostra Irpinia: era stato il terremoto.

Cos’è cambiato da allora? Previsione, prevenzione, intervento e gestione delle emergenze: quale presente e quale futuro?

Se ne è parlato questo pomeriggio nell’Auditorium della Banca Popolare Emilia Romagna di Collina Liguorini, in occasione di un convegno organizzato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Avellino e introdotto dal Comandante del Corpo, Rosa D’Eliseo. Un momento di incontro, discussione e confronto nato dall’esigenza di informare, alla luce dei recenti episodi di calamità che hanno duramente colpito l’Italia centrale.

Occasioni come questa sono importanti per mantenere viva la coscienza della gravità di eventi naturali devastanti, e per alimentare la cultura della prevenzione con soluzioni sostenibili anche in termini di investimenti economici“: lo ha affermato il Direttore regionale VV.F. Campania, Giovanni Nanni, soffermandosi su quanto sia difficile costruire una cultura della prevenzione, con costi che devono essere pagati nel presente, per avere benefici, nemmeno concretamente tangibili, che si avvertono solo molto più tardi o non si avvertono neppure. Perché il risultato di quegli investimenti non è altro che l’insieme dei disastri previsti, prevenuti e mai accaduti.

In ambito di prevenzione e, a un livello successivo, di gestione delle emergenze, il riferimento automatico va alla Protezione Civile, che pure nel convegno di oggi è stata protagonista e che pure, in seguito al terremoto dell’80, ha registrato riconoscimenti normativi progressivi, tanto che è di dominio pubblico che la sua evoluzione si sia legata, purtroppo, alla sequenza dei terremoti registrati sul nostro territorio. Lo ha spiegato, nel corso del suo intervento, la dottoressa Ines Giannini, Dirigente del Settore Protezione Civile alla Prefettura di Avellino, ponendo l’accento su come l’attenzione alla prevenzione antisismica fosse già viva prima dell’Unità d’Italia. Si registrò, poi, un progressivo proliferare di regi decreti normativi, che prevedevano il coordinamento tra enti vari per aiutare le popolazioni colpite da calamità.

Il terremoto in Irpinia e, prima, quello del Friuli, portarono nel 1992 alla legge n. 225, vera e propria pietra miliare nella storia della Protezione Civile, da quel momento ufficialmente riconosciuta compito primario dello Stato: “Tecnicamente nacque il servizio – continua la dottoressa Giannini -; praticamente nacque la coscienza popolare dell’esistenza di quel servizio incarnato dalla Protezione Civile“. La legge 225 riconobbe la figura del Prefetto come coordinatore per la gestione delle emergenze legate alle calamità, con l’intento prioritario di ridurre al minimo possibile i disagi della popolazione.

Trentasei anni sono trascorsi dal terremoto in Irpinia; da allora nuove tecniche e specializzazioni sono state introdotte in materia di intervento e di soccorso tempestivi; è vero, però, che troppo spesso, ancora oggi, si è costretti a constatare che la superficialità meschina e l’incuria criminale si pagano con la vita. Laddove non è auspicabile la previsione, fondamentale e obbligatoria deve essere la prevenzione, e perché sia efficace è necessario ricercare e approfondire i livelli di rischio, per disporsi in tempo degli strumenti idonei ad attenuare i danni.

 

di Eleonora Fattorello

 

Source: www.irpinia24.it