I magistrati della Procura di Avellino hanno dato il via libera al dissequestro dello Stir di Pianodardine dopo l’udienza e la riunione in Camera di consiglio di ieri. I sigilli all’impianto erano stati posti  dal Noe di Salerno per “inosservanza delle norme sulla tutela ambientale”. La tesi difensiva di IrpiniAmbiente ha convinto i magistrati. La società, difatti, ha elencato la serie di provvedimenti che adotterà per mettersi in regola. 

Il Comitato “Salviamo la Nostra Valle del Sabato” presideduto da Franco Mazza lo aveva previsto in occasione del tavolo istituzionale in Prefettura: “Siamo qui a testimoniare un Mo’ Basta grandissimo perchè si rigira sempre sugli stessi argomenti ma alla fine si finisce sempre sulla Valle del Sabato come se fosse l’unica possibilità di soluzione ai problemi“. A sottolineare l’incapacità di IrpiniAmbiente nel gestire la raccolta di rifiuti nella nostra provincia è proprio Mazza: “”Sono vent’anni che si occupano della raccolta dell’umido.  E oggi scoprono che hanno bisogno di tutta l’impiantistica e i siti necessari per il conferimento dell’umido e dei rifiuti in genere. C’è un’ assenza di programmazione e pianificazione, un’ incapacità assoluta nel gestire la materia dei rifiuti“.

A pesare sulla decisione della Procura anche il parere dell’Arpac che dopo la rimozione dei sigilli e una nuova conferenza dei servizi, potrebbe dare il via libera a una nuova ordinanza provinciale, utile a far rientrare l’emergenza almeno momentaneamente. Una soluzione sostenuta da alcuni sindaci e da Nicola Boccalone, amministratore di IrpiniAmbiente.

Intanto è pronto un piano per far fronte alle criticità della raccolta. Due giorni di raccolta nei comuni dove ne erano previsti tre e uno in quelli dove si effettuavano due passaggi. Il nuovo calendario per la prossima settimana  verrà divulgato in giornata.

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