Il coraggio di Rosa Mannetta – quando combattere è l’unica cosa che ti resta

La docente/scrittrice racconta il suo calvario dal tumore alla rinascita della sua nuova vita, puntualizzando sulla calamità dell'inquinamento nella regione Campania

15350661_540800669450404_8244599121028207518_nAvellino - Il coraggio di Rosa Mannetta, che attraverso “ Viverla Tutta “ , una piattaforma virtuale ed interattiva per la narrazione di se e dell’esperienza delle malattie avute, racconta con parole molto strazianti quello che è stato il suo inferno cominciato in un Luglio del 2007 quando, al mare, si rese conto che sotto il cavo ascellare di sinistra era comparso un nodulo mobile e dolorante. A Settembre dello stesso anno, attraverso le varie ecografie, si evince che il G3 è giunto ad un alto grado di malignità con metastasi linfodali. Gli 8 cicli di chemioterapia e le 40 di radioterapia non influiscono sull’insensibilità dello stato italiano che invece di tutelare il problema di Rosa, insegnante di lingua italiana verso gli stranieri, gli provoca una decurtazione dello stipendio per le sue assenze, oltremodo giustificate.

Contatta a telefono, Rosa ha raccontato a Irpinia 24 la sua storia, il travaglio del suo percorso di cura e la sua nuova vita. “ Quando la notte sei su un letto d’ospedale, ti ritrovi sola con la tua malattia. Combattere è l’unica cosa che ti resta. La forza dentro te stesso, la volontà di sconfiggere ciò che hai dentro e che vuole portarti via da questo mondo. Indipendentemente dall’efficienza dei medici, e ci tengo a citare l’equipe del Dott. Gridelli e dell’intero settore di Oncologia del Moscati di Avellino, invidiatoci da tutta Italia, se non da mezza Europa, ai quali devo la vita, la forza di volontà è fondamentale per vincere … e senza presunzione posso esclamare di avercela fatta, pur se la mia battaglia non è ancora conclusa, fin quando vedrò morire uomini, donne e bambini della mia terra a causa dell’inquinamento “ – così comincia la sua dissertazione la docente linguistica, nonché giornalista e scrittrice, che non si riferisce solo a ciò che le è capitato ma lancia un vero e proprio appello alle coscienze di chi di dovere affinchè casi come il suo, e di quelli che, purtroppo, giornalmente vengono raccontati nei telegiornali cessino una volta per tutte di esistere -. “ Dopo la malattia – continua – dentro di me è scattata una molla che diceva BASTA AL SILENZIO, e da quel momento in poi il mio motto è stato: “ Far comprendere ciò che non si dice “  . Sono entrata nel mondo dell’informazione per esprimere il disagio nel sociale e cercare di abbattere il muro dell’indifferenza. La stessa indifferenza che vede un’Isochimica che a distanza di trent’anni continua a mietere vittime su vittime. E il problema non è relativo solo alle fabbriche. L’aria che si respira in Campania è inquinata, si parla tanto della Terra dei Fuochi nel casertano, e l’Irpinia? Non è più verde come era una volta, la gente si ammala, la gente muore e non sa neanche il perché succeda tutto questo “.

Dura la replica verso chi dovrebbe amministrarci. “ Sono delusa – spiega – chi si è fatto eleggere sbandierando promesse su promesse ci ha tradito. E non solo dal punto di vista dell’ambiente. Hanno tolto il futuro ai giovani, rendono inutile la nostra esistenza ma voglio ribadire che noi non siamo inutili, sono loro che ci rendono tali. Il futuro c’è stato tolto ed entrare nella polemica diventa semplicissimo, basta considerare il denaro speso per realizzare il 68esimo Festival di Sanremo mentre il nostro paese va alla deriva considerando l’indice sempre più in ascesa del precariato giovanile e dei disastri ambientali. Il giovane friuliano Michele, notizia che ho letto di recente, ha lasciato una lettera nella quale manifestava la sua frustrazione verso la società e la sua condizione di precario, talmente tanto forte da sopportare che il suo peso l’ha portato a compiere l’insano gesto. A questo punto siamo arrivati? Questo è il destino di tutti o della maggior parte delle persone? Un urlo disperato in un silente deserto di indifferenza che getta le basi verso una società senz’anima “.

search“ Storia di vita Rubata “ , il libro scritto da Rosa e pubblicato dalla MR Editori Ragusa di Caserta, illustra proprio ciò che la docente/scrittrice ci sta raccontando. A due anni dalla pubblicazione il libro è andato a ruba e i contenuti sono molto delicati perché esprimono le verità. Quelle verità che non vengono dette, quelle verità che non vengono raccontate, quelle verità che sono scomode in un mondo dilaniato dalla menzogna e dal lasciar perdere. Storie vere, di chi vive una condizione di disagio, di chi lotta ogni giorno per portare un tozzo di pane a casa. Storie, di chi non si arrende e che abbraccia la sua forza di volontà e va avanti con la sua dignità verso il proprio futuro.

Nonostante il calvario, la scrittura e la lotta alle ingiustizie, Rosa crede ancora nell’Italia. “ Come popolo io credo che possiamo rinascere – esclama – ma per poterci riuscire dobbiamo prima cambiare noi stessi, partendo dalla dignità, unica valvola che può farci uscire da questo pantano ecologico che abbiamo creato. Da docente cerco di trasmettere coraggio ai miei alunni, voglio essere ancora positiva perché mi è stata concessa una seconda opportunità di vivere, ma mi rifiuto di accettare le condizioni odierne che ci vengono poste, ossia quelle di vivere in un campo di concentramento “.

Rosa è anche caporedattrice della sezione attualità della testata giornalistica Sud Est di Bari ed è stata citata in un articolo riguardante l’inquinamento dalla giornalista Tina Zaccaria. Inoltre, attraverso il suo blog, continua la sua lotta mediatica affinchè cessino le storie tristi di persone che, a causa dell’inquinamento, rimediano terribili malattie o perfino la morte.

A breve, uscirà un altro suo libro a riguardo di questa delicata tematica e sarà un’altra occasione per riflettere su ciò che abbiamo intorno e provare a cambiarlo, armandoci della nostra dignità e volontà, estremi che davvero possono cambiare il mondo, come quando Rosa ha cambiato la sua esistenza togliendo la parrucca che mascherava la perdita dei suoi capelli per via della chemio … l’atto di gettarla nel cestino quando i primi capelli prendevano nuovamente vita sul suo capo ha sancito la sua rinascita, il suo percorso che doveva seguire (e lo sta affrontando alla grande) e un pensiero che da allora è stato, è, e sarà per sempre il suo cavallo di battaglia: “ La vita va vissuta con consapevolezza e in questo periodo di recessione tutti noi abbiamo il dovere di risvegliare le coscienze; abbiamo il dovere di ritrovare quella partecipazione che ha fatto di noi un popolo eroico; di ritrovare gli ideali del Risorgimento e della Resistenza. Mi auguro che non dobbiamo dimenticare chi siamo e da dove veniamo….i vari “Batman” della corruzione, degli sprechi, delle spese smodate, non devono deviarci “.

di Michael Mambri

 

 

 

 

Source: www.irpinia24.it