Immigrati in Irpinia – Immedesimiamoci nelle loro storie
Perchè queste persone sono qui? Perchè lasciano la loro famiglia, i loro affetti per arrivare a migliaia di Kilometri lontani da casa, in una terra sconosciuta, con una diversa cultura?
Avellino - Il fenomeno dell’immigrazione è ormai un tema all’ordine del giorno. Migliaia di persone emigrano dal proprio paese di origine attraverso il “viaggio della speranza” per arrivare poi in altri luoghi alla ricerca di un futuro migliore. Tal volta purtroppo però questi viaggi finiscono con lo sfociare nella tragedia: milioni di persone su barconi ristretti, a soffrire la fame e la disidratazione, o ancora barconi affondati, gente dispersa nel mare e dunque tante morti di tante vittime innocenti che per scappare dal loro crudele destino, incontrano il peggiore, la morte.
C’è poi chi per fortuna riesce in qualche modo ad affrontare il viaggio e ad arrivare a destinazione. In italia molti sono gli immigrati che arrivano come clandestini e la maggior parte di loro viene poi collocata in vari centri di accoglienza dove gli viene garantito cibo e alloggio. Questo fenomeno è sicuramente molto diffuso anche in irpinia: ci sono infatti centri a Mercogliano, Venticano, Monteforte Irpino, Forino, Flumeri, Ospedaletto D’Alp. Pratola Serra, Serino, Montefredane, Manocalzati, Pietrastornina, Contrada, Chianche, Atripalda per un ammontare di circa 800 persone.
Ogni giorno si parla di accoglienza, di integrazione, con pareri diversi e talvolta discordanti tra loro. C’è chi è a favore dell’integrazione, chi è contro e tanti sono i punti di vista. Ma prima di ogni cosa tal volta si perde quello che è il problema e la causa di fondo, ed essendo noi, sopraffatti dalla nostra realtà e dal “difenderci” che dimentichiamo di chiederci perchè queste persone sono qui? Perchè lasciano la loro famiglia, i loro affetti per arrivare a migliaia di Kilometri lontani da casa, in una terra sconosciuta, con una diversa cultura? Il fenomeno dell’ immigrazione può trovare origine infatti in diverse motivazioni: alcuni scappano per guerre,altri per soprusi, dittature, impossibilità di praticare il proprio credo religioso e altri ancora per persecuzioni, per sfuggire alla povertà, per disastri naturali.
E’ proprio per questo motivo che di seguito sono riportate le storie di due uomini, che oggi alloggiano in un centro di accoglienza in irpinia. La prima persona in questione è un uomo nato a Yendi, in Ghana, il quale ha lasciato il proprio paese di origine il 28 Marzo 2013 per arrivare a bordo di un auto insieme ad altre 45 persone sullo stesso mezzo in Libia. Il motivo per cui è scappato dal Ghana riguarda la sua storia personale: nel suo paese infatti frequentando la scuola ha conosciuto una ragazza con la quale ha presto instaurato un rapporto, per poi innamorarsi. La ragazza però apparteneva ad un’etnia religiosa diversa e per questo motivo la sua famiglia non approvava l’unione. Ben presto però la ragazza è rimasta incinta e avendo paura della possibile reazione violenta dei genitori ha deciso di abortire recandosi in un vicino ospedale. Qualche giorno dopo però a seguito dell’intervento la ragazza è morta per complicazioni. Il padre della ragazza, appena è venuto a conoscenza dell’accaduto si è subito recato a casa dell’uomo con la polizia ritenendolo responsabile della morte della figlia. E’ stato per questo motivo che l’uomo ha deciso di fuggire dal Ghana in Libia e dopo circa un anno, non avendo trovato lavoro e avendo paura della guerra ormai alle porte ha deciso di lasciare la Libia per raggiungere l’Italia con una nave e richiedere poi asilo.
L’altra storia riguarda invece un altro uomo, di religione musulmana, proveniente dal Senegal trasferitosi poi in Gambia per studiare. Successivamente ha poi lavorato come autista coprendo una tratta tra il Tambacounda e il confine con la Gambia. Qui molto spesso al capolinea si fermava in un ristorante, dove lavorava una ragazza. Poco a poco i due si sono innamorati, ma la famiglia di lui non approvava il rapporto poichè la ragazza è di fede cristiana. Era infatti già stato combinato un altro matrimonio per lui. Il ragazzo pur di far accettare il suo amore ai suoi genitori ha deciso di consolidare il rapporto con la ragazza mettendo alla luce un figlio, ma ancora una volta i genitori hanno negato il consenso per farli sposare. I due hanno poi avuto altri due figli ed è stato in questo momento che i genitori di lui lo hanno intimato a lasciare il loro villaggio fino ad arrivare a minacciarlo di morte. Il ragazzo è così fuggito in Gambia, ed è vissuto per 5 mesi con lo zio, fratello della madre e unico ad accettare il rapporto. Tuttavia ben presto è dovuto tornare perchè uno dei suoi figli non stava bene. E’ stato un mese con la sua famiglia ma per paura dei suoi genitori e per garantire un futuro economicamente più stabile ai suoi figli ha deciso di fuggire ed è passato per vari paesi fino a ritrovarsi su una barca e ad arrivare in Sicilia.
Questa è purtroppo solo una parte di ciò che queste persone hanno dovuto affrontare, e sono solo due di migliaia di storie di vita e di realtà che alcune persone sono costrette ad affrontare nel loro quotidiano e che alcuni di noi nemmeno immaginano. L’invito è quello quindi di andare oltre l’apparenza e oltre noi stessi, immedesimandoci nel loro dolore e nella loro difficoltà prima di andare contro di loro.
di Carmen Vottariello