Avellino – “Tonino Di Nunno era e resta il Sindaco degli avellinesi”

Celebrato il secondo anniversario di Di Nunno con un incontro dal titolo "Dal Piano Urbanistico all’Area Vasta. Avellino disegna il futuro”

downloadAvellino – Nel pomeriggio nella Sala Blu dell’ex Carcere Borbonico di Avellino si è celebrato il secondo anniversario della scomparsa dell’ex sindaco Antonio Di Nunno. L’incontro dal titolo “Dal Piano Urbanistico all’Area Vasta. Avellino disegna il futuro” è stato aperto da Antonio Gengaro con le parole “Tonino Di Nunno era e resta il Sindaco degli avellinesi”.

Gengaro presenta l’architetto Augusto Cagnardi: “Cagnardi torna ad Avellino invitato non dall’Amministrazione Comunale ma dagli amici di Di Nunno. Rabbrividisco davanti alla litigiosità del Consiglio Comunale e della maggioranza consiliare sulla questione urbanistica. Consiglierei loro di fermarsi per non far danni e rimandare tutto ad una prossima consiliatura magari più coesa e produttiva. In una Beirut come Piazza del Popolo l’urbanistica rischia di trasformarsi nel mercato delle vacche”.

Continua: “Il progetto di tenere insieme 37 comuni mi sembra troppo vasto, pieno di contraddizioni. Io punterei su due grandi questioni per dar senso a questo progetto, ovvero Mobilità ed Ambiente, con un occhio di riguardo allo Stir. Ripartiamo dal capoluogo con coraggio, bloccando l’edilizia in collina e lungo i fiumi. Urge una nuova variante di salvaguardia, senza di essa tutto resterà sul piano delle chiacchiere”.

Prende la parola Domenico De Maio assessore all’Urbanistica del Comune di Salerno, spiegando le mosse svolte da Salerno per far rinascere quartieri e parchi urbani: “Abbiamo fondato la nostra azione sui parchi urbani, sulla qualità dell’architettura figlia di concorsi internazionali. Il risultato è tutto nel quartiere di Mariconda dove la qualità della vita è migliorata di pari passo alla riqualificazione urbana. Bisogna riqualificare le zone con varianti al vecchio Piano Urbanistico, individuando i vuoti urbani rilanciare.”

Ugo Tomasone, titolare all’Urbanistica del Comune di Avellino spiega che Avellino è divisa in tre chiare zone: “Le colline all’estremo esterno, il centro storico nella parte centrale ed il tessuto urbano nato dopo gli Anni Sessanta nella fascia intermedia. Questa è la parte sulla quale c’è più bisogno di intervenire, da Borgo Ferrovia agli altri quartieri coinvolti nel Bando Periferie, per il quale abbiamo ricevuto 18 milioni di euro. Salvaguarderemo il verde. Il Piano Regolatore ideato dall’architetto non ha trovato la sua completa realizzazione. Teniamo in conto anche Parco del Fenestrelle, centrale nella mobilità della città, e dagli altri due parchi, quali Autostazione e Q9 previsti dal Puc Cagnardi”.

Generoso Picone, moderatore dell’incontro, passa la parola infine all’architetto Augusto Cagnardi. “Ho conosciuto Avellino all’epoca di Di Nunno, una città piena di speranze, di discussioni e di anomalie, oggi la trovo cambiata, con nuovi progetti, in cui resistono gli edifici che avevamo deciso di demolire, di ristrutturare o sostituire. Sembra un mondo lontano rispetto alla Salerno che abbiamo ammirato poco fa. È mancato il coraggio, lavorando con i lentissimi ritmi italiani.  Ammiro l’opera dell’assessore Tomasone, al quale auguro di riuscire a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. A mio avviso, Avellino ha avuto un’evoluzione senza scosse come quelle diligenze che percorrono strade dissestate ma che, bene o male, restano sempre in un equilibrio precario”.

 

Source: www.irpinia24.it