Mai più “angeli” dell’ indifferenza, abbiate almeno la decenza di tacere

Dopo la morte del clochard nel Mercatone, anche gli altri "invisibili" della nostra città hanno trovato un rifugio, superando in un attimo ogni iter burocratico e ostacolo

Schermata-2017-01-06-alle-19.13.02-600x330Quaggiù la povertà è vergogna che nessun merito lava; è delitto non punito dalle leggi, ma perseguitato più crudelmente dal mondo”, Ugo Foscolo.  Parole che descrivono una cruda realtà. Gli occhi pieni di lacrime di Angelo che chiede scusa alla telecamera di Telenostra non li dimenticheremo facilmente. Ucciso dall’indifferenza, dalla freddezza che ormai ci accomuna. Sapere di persone che vivono per strada, arraggiandosi alla meglio, resistendo alle temperature glaciali non ci sorprende più. Ognuno è perso nei propri impegni e pensieri quotidiani, per dedicare anche solo un minuto al prossimo. E le istituzioni dopo questa tragica morte non fanno altro che parlare e parlare, aggrapparsi a qualunque cosa pure di uscire con la coscienza pulita. Inutile tentativo, come il nostro.

Ora ci commuoviamo, puntiamo il dito, ma nel nostro piccolo non facciamo nulla. Angelo non doveva essere un “martire”. E non c’era bisogno di scrivere una pagina nera della storia avellinese e balzare alle cronache nazionali, per togliere la maschera dell’invisibilità ai nostri clochard. Solo ora che Angelo è servito da monito, hanno trovato “casa” anche gli altri due inquilini del “Gran Hotel Mercatone”, come l’ha definito il collega di Telenostra Ottavio Giordano. Non solo, anche Antonio Martignetti che viveva fino a ieri nella sua Ford nei pressi della Chiesa di Santa Maria delle Grazie è stato “convinto” a trasferirsi presso la struttura “Don Tonino Bello” di Valle. Eppure il cenone di Natale lo ha consumato da solo sul cofano dell’auto. Ieri avevate le mani legate perché voleva stare lì e oggi siete riusciti a dargli un tetto? Avete parlato di iter burocratici da seguire. Non mi rivolgo solo al Comune, ma anche alle associazioni impegnate nel sociale.

Angelo è morto, al diavolo l’iter burocratico. Adesso tutto è possibile. E basta con le solite scuse “volevamo aiutarlo, ma non siamo riusciti a rintracciarlo”. Suona come un ritornello di una canzone sentita e risentita mille volte. Anche quando ho chiesto aiuto per una clochard anziana mi avete ripetuto le stesse parole. Eppure non era sparita, la incontravo ogni santo giorno. Allora abbiate almeno la decenza di tacere. E se proprio volete pulirvi a coscienza, impegnatevi a far in modo che il menefreghismo mieta altre vittime. Mai più. 

Cataldo Daniela 

Source: www.irpinia24.it