Rusolo(Pd): “Senza chiara linea politica la proposta amministrativa è deludente e il voto referendario diventa un’arma”
Con la coordinatrice cittadina di EuDem abbiamo discusso soprattutto dell'amministrazione comunale e delle proposte culturali mancate e presenti ad Avellino
Avellino – Dopo l’intervista a Giovanni Bove, ex coordinatore del Foa, che ha commentato su questa testata i risvolti dell’esito referendario e dell’assemblea del Pd a livello nazionale, ci siamo rivolti poi a Maria Rusolo, coordinatrice del gruppo EuDem di Avellino, per analizzare questioni di partenza piuttosto simili, ma con il loro particolare riscontro in Irpinia e ad Avellino. Un accento particolare sulle questioni culturali, molto a cuore all’avvocato Rusolo, che da tempo è anche membro dell’associazione dei Senzatempo.
Avellino è una di quelle città che ha confermato il dato nazionale del referendum, con un divario del 20% quasi tra il Sì e il No al referendum. Cosa significa per una realtà come la nostra e per il Pd provinciale?
Ritengo significhi essenzialmente due cose: innanzitutto che il Pd non ha lavorato come avrebbe dovuto in Città, tenendo conto che una parte del Pd ha sostenuto il No, ma che la riforma costituzionale era fortemente voluta dal partito democratico che ha la firma di un nostro Ministro e perciò si richiedeva un impegno sui territori molto più capillare. Nel mio ruolo di fondatrice di uno dei comitati per il Sì devo riconoscere che non c’è stata una forte volontà di far capire alle persone quale cambiamento si voleva realizzare. Renzi ha sicuramente personalizzato lo scontro, sbagliando, mentre si sarebbe dovuto democraticamente sostenere la validità di entrambi gli esiti e scindere i ruoli. Un fatto è fare il leader di un partito, e quindi il segretario, un altro essere il Presidente del Consiglio. In città c’è la necessità di una riorganizzazione del partito molto seria.
Il Pd provinciale al momento è un partito senza segretario e la sua attività è pressoché inesistente. Nonostante ciò si percepisce già un clima da campagna elettorale, con riposizionamenti in vista del futuro congresso.
Il congresso è fra un anno. Sono piuttosto preoccupata da questo clima di continua campagna elettorale, che appartiene da sempre al nostro partito e alla nostra città. Avellino è un po’ come Roma, una volta eletto il Sindaco c’è un lavoro all’interno della giunta e del consiglio di riposizionamenti continui e costanti. Anche il frequente cambio della giunta in questi ultimi anni è un evidente segnale in tal senso. Se in un settore strategico come la Cultura o il Patrimonio sostituisci costantemente gli interlocutori inevitabilmente il territorio risente di questa confusione e sovrapposizione. Come per il Teatro, non si tratta di difendere Luca Cipriano, ma avere a cuore la continuità di quel lavoro, non può essere la guerriglia politica l’elemento di valutazione dell’operato di un amministratore pubblico. Tenere aperta la struttura con attività diverse per comunicare alla città che si vive anche senza Cipriano, ma avendo tagliato le attività che avevano reso il nostro teatro un riferimento, è assolutamente sbagliato. La linea politica in questi ambiti deve essere coerente, altrimenti si vanificano tanti risultati. Pensiamo anche alla gestione delle attività pubbliche, tipo l’ACS, dove il commissario ha messo completamente in stallo le attività, con le cooperative sul piede di guerra perché non vengono adempiute le obbligazioni nei loro confronti, con ripercussioni sui lavoratori. Non mi risulta che la politica se ne stia occupando.
L’amministrazione Foti arriverà a scadenza naturale, nonostante tante crisi, e non mancano critiche sul suo operato e anche sulla recente programmazione natalizia. Il Natale ad Avellino è partito in ritardo, ma poi l’albero di Piazza Libertà finito su Rai 2 sembra aver placato gli animi.
Si potrebbe dire “Il popolo ha fame gli si diano delle brioches”. Non me ne voglia il mio amico Gambardella, ma i passaggi in tv si concordano. Sono contenta naturalmente che Avellino sia stata sulla cresta dell’onda, ma in tv ci siamo finiti anche in altre circostanze e anzi siamo finisti anche sulla pagina del ministero delle attività culturali, con riconoscimenti importantissimi senza che nessuno strombazzasse. Non entro nel merito delle scelte estetiche sul Natale, ma partire così in ritardo credo sia un errore, anche se non attribuibile all’ultimo arrivato che è l’Assessore alla Cultura. Di fronte a una gestione non lungimirante, il voto dei giovani è stato soprattutto un’arma per bocciare queste classi dirigenti. Eppure ci sono moltissime persone competenti, che potrebbero mettersi al servizio della valorizzazione di questa città, ma forse danno fastidio perché pensano con la propria testa. Laura Nargi esprimeva concetti esatti sui finanziamenti, mi dispiace che abbia ricevuto tante critiche. Anche io credo che bisogni rinunciare a un finanziamento, quando non si hanno le idee chiare e una linea precisa sul da farsi, non mi piace chi dà in gestione a terzi l’organizzazione di una manifestazione. Ci si può avvalere di professionisti, questo sì, ma le idee di costruzione di un disegno devono preesistere alla concessione di un finanziamento. Mi rammarica che il consigliere Giordano si accorga solo ora dei folletti in vendita nelle casupole e che nulla hanno a che fare con la nostra tradizione, ma che sono appunto il frutto di una mancata programmazione e di una gestione superficiale. Anche le luci sono bellissime, ma trascorsi 15 giorni Avellino ricadrà nella monotonia e nell’astenia che la contraddistingue. Faccio un invito all’Assessore alla Cultura, affinché da Gennaio si apra un tavolo di discussione con gli interlocutori culturali della città, che sanno bene che la direzione artistica di un progetto va costruita con un anno di anticipo e che si può fare a prezzi contenuti.
Al di là degli addobbi, delle luci e delle casette, con Avellino Ex-Post c’è stata una sorta di proposta culturale che potrebbe riproporsi negli anni a venire?
Così come per il Laceno d’Oro, che considero un progetto di enorme valore, ritengo anche su Avellino Ex-Post che non possa essere l’unico progetto su cui investire nel comune di Avellino. Poco lascia tutto ciò nel nostro territorio e ripeto non mi piace che si spendano soldi pubblici senza badare al come. Veniamo da un ventennio in cui il denaro per la cultura si è buttato, ma quando parlo con gli avellinesi tutti rammentano le notti di cinema del 2007. Forse qualcuno dovrebbe ripartire da lì. C’erano i soldi e soprattutto le idee, che senza falsa modestia, rivendico per i Senzatempo e per la direzione artistica di Luciano Moscati.
Veniamo alla questione dello STIR e alla mozione dell’Arace che è stata respinta con 10 voti contrari…
Quanto accaduto in consiglio comunale sulla questione Stir – Valle del Sabato determina un ulteriore strappo tra gli amministratori e la comunità. In questa vicenda si mette in risalto, soprattutto, l’incapacità dell’attuale gestione politica nel fornire indirizzi chiari e precisi, che siano calati sulle esigenze della gente. Non si può scegliere tra la salute e il lavoro e non si può far finta di non vedere e sentire la morte che aleggia in quelle aree. E’ accaduto con l’Isochimica e pare che la storia si stia ripetendo ora, senza che nessuno abbia imparato la lezione.
di Francesca Contino