Nascere due volte: l’associazione Chirs presenta “Il coraggio di Chiara”

Presso l'ex Eca di Avellino, il messaggio di speranza di Chiara Venezia che, nella diversabilità raccontata, ha vissuto la perdita come una conquista.

15401142_1184120728308169_1670863507456306417_nAvellino – “Scrivere è un modo di comunicare. Lo sento dire spesso, ho capito che è vero e vi spiego il perché“. Comincia così la storia di Chiara, raccontata in un libro presentato ieri sera ad Avellino, alla presenza della co-autrice Antonella Valente, educatrice socio-pedagogica, della presidente del Chirs, Mirella Sarno, dell’esperta in pratiche dialogiche, Mirella Napodano, della psicologa Mariangela Perito, del giornalista e moderatore dell’evento, Lello Venezia. Presenti alla cerimonia anche il Sindaco di Avellino, Paolo Foti, che ha espresso gratitudine per il prezioso dono di testimonianza reso da Chiara alla comunità, l’assessore alle politiche sociali del comune, Teresa Mele, e il preside Giovanni Sasso.

“Il coraggio di Chiara”, questo il titolo del libro, è una testimonianza autobiografica profonda, che nasce da un’esperienza di trapianto che ha segnato in maniera decisiva la vita psichica, emotiva e fisica di Chiara. Ma più di tutto il libro è e vuole essere un messaggio di speranza e un inno alla vita. “La nostra amabile Chiara, ragazza speciale non perché diversamente abile, ma perché interiormente ricca di doti, espresse tempo fa il desiderio di rendere pubblica la sua storia, fatta di coraggio personale e familiare, intrisa di prove senza rassegnazione alcuna“: queste le parole di Antonella Valente, che nel discorso introduttivo ha sottolineato la discrezione investita nelle varie fasi di realizzazione del libro, necessaria a un approccio delicato che non invadesse la storia “deragliando dai binari dell’empatia fino ad arrivare alla personalizzazione”, rimarcando, inoltre, l’importanza fondamentale della condivisione delle esperienze attraverso la comunicazione.

Chiara doveva fare un viaggio nei ricordi, un viaggio emotivo, superando la tendenza a tenere tutto dentro con lo scopo di non pensarci. Un percorso interiore che le consentisse di attraversare, elaborare, andare oltre un vissuto potenzialmente portatore di rabbia, tristezza, paura del futuro. La tendenza a chiudersi - ha continuato l’autrice - ha l’effetto boomerang di far durare il dolore più a lungo facendolo ricadere solo su se stessi. Parlare del dolore, scriverne, esorcizza e frammenta il carico“. Rammarico e delusione ha espresso, infine, la dott.ssa Valente nella denuncia rivolta alle istituzioni per la constatata solitudine della diversabilità nel periodo post-scolastico, dovuta a una generalizzata disattenzione che rasenta l’abbandono.

La dott.ssa Milena Napodano ha definito il libro di Chiara “un viaggio emotivo, cognitivo e metacognitivo nella forma di un diario pubblico di filosofia civile, che esprime la resilienza, la dignità e il coraggio della sofferenza e della lotta, portando alla riscoperta della gioia di vivere”. E sul concetto di resilienza è intervenuta la dott.ssa psicologa Mariangela Perito, che ha esaurientemente spiegato, partendo dalla derivazione latina del termine, le caratteristiche di un processo che scatena meccanismi di difesa per il superamento di traumi e sofferenza: “Per lavoro e anche per passione mi trovo a conoscere persone che ogni giorno convivono con quello che la società definisce “limite”, fisico o psichico. Il mito di Pandora insegna che la speranza permette agli uomini di guardare al domani, di avere una progettualità, sogni e desideri nonostante tutto. Ma la speranza da sola non basta, occorre un’altra risorsa, la resilienza”. Dal latino “resalio”, che indicava l’azione di risalire sulla barca capovolta dalle onde del mare, la resilienza, pur non eliminando il trauma, la sofferenza o il deficit, dispone al cambiamento, alla rinuncia, all’accettazione, a pensare di poter sbagliare, ma anche di poter correggere la rotta. “E’ proprio ciò che ha fatto Chiara - ha affermato la dott.ssa Perito - accettando la sua condizione e poi andando avanti e scoprendo le sue particolari attitudini. Chiara oggi è un esempio per tutti noi” e la sua esperienza di “nata due volte” può facilmente indurre tutti a considerare “la persona portatrice di diverse abilità, non con pietismo e commiserazione, ma con solidarietà, per comprendere le differenze, valorizzarle e rendere più flessibile la norma”.

Il richiamo a un’efficace politica dell’inclusione è stato immediatamente accolto e ripreso da Mirella Sarno, presidente del Chirs, che ha sostenuto la necessità di un impegno concreto “che garantisca pari dignità alle persone con disabilità e alle loro famiglie, affinché possano guardare a un progetto di vita migliore, che li trasformi da pesi a protagonisti”. E Chiara si è resa oggi protagonista di un libro prezioso di prosa e poesie, nei versi declamati dall’insegnante Carmen De Vito: Un migratore, Amico del cuore, Un’ àncora, Le mie querce, La casa raccontano i pensieri, l’amore e la gratitudine resi da Chiara a tutti coloro che hanno sofferto, lottato e gioito con lei: “Sono una persona molto riservata e introversa - scrive Chiara - e credo di aver investito tanto di me in questo libro. Ho forzato la mia naturale propensione al silenzio e alla riflessione per esternare ciò che provo. Scrivere mi emoziona, ma ora che scrivo di me anche il mio grado di autostima è arrivato alle stelle. Vorrei regalare una copia alla famiglia del ragazzo a cui è stato espiantato quello che oggi è il nostro cuore. Vorrei che i parenti di quel giovane sapessero che non ho dimenticato il loro coraggio nel dolo

 

Source: www.irpinia24.it