Inquinamento Valle del Sabato – Il male più grande è il negazionismo

Il dottor Mazza, in occasione del convegno organizzato dal suo Comitato, risponde alle dichiarazioni del presidente uscente di Confindustria ed esorta il Comune di Avellino alla risoluzione condivisa del problema. L’assessore Penna: “Lavoreremo in questa direzione”

IMG_20161209_194913Le centraline di Avellino e Pianodardine rilevano gli stessi livelli di Pm10. Il problema dell’inquinamento riguarda, quindi, l’intera Area Vasta”, esordisce in questo modo l’ingegner Salvatore Picariello chiamato a illustrare i dati ambientali della città di Avellino. Ha poi ricordato gli studi effettuati dopo l’incendio dell’Irm di Manocalzati del 2005 che hanno attestato presenza di ossido d’azono, ozono e nel sottosuolo di rame, piombo, berillio, vanadio e talio. Mentre il Crom di Mercogliano ha indicato nello studio dell’incidenza del cancro al polmone che Atripalda, Solofra e Montoro superano la soglia massima indicata. “Il rilancio economico – ha concluso Picariello – può coincidere con la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini. Ci sono esempi virtuosi. Spesso, però, affrontare problematiche in maniera concreta è vista come una minaccia”.

A parlare ancora di dati è stato l’ingegnere Antonio Iandiorio, mostrando i livelli di Pm10 di ottobre e novembre Pm10. Quello che è saltato all’occhio anche della platea è stata l’assenza ingiustificata di rilevamenti in alcuni giorni. Tra l’altro esiste un piano che comprende Atripalda e Avellino per il risanamento e il mantenimento della qualità dell’aria. “           Di concreto però non si sa cosa è stato fatto”, ha sottolineato l’ingegner Iandiorio, ponendo poi l’attenzione sulla questione Stir. Il Piano di gestione regionale dei rifiuti ha decretato la conversione di tutti i siti di raccolta di rifiuti in impianti di trattamento di umido. In tutto ciò rientra anche lo Stir di Pianodardine. Il Piano, però, chiarisce che la conversione è possibile ove” si rispettano i criteri di tutela dell’ambiente imposti dalla legge”. “Ancora non è stato risolto il problema dell’inquinamento atmosferico come si può pensare di procedere al compostaggio dei rifiuti umidi?”, ha concluso l’ingegnere.

L’avvocato Giovanna Bellizzi, portavoce del Comitato No Triv della Basilicata, ritornando sui dati non pervenuti consiglia di chiedere conto all’Ente, in questo caso l’Arpac, accendendo l’attenzione dell’autorità giudiziaria in quanto si tratta di episodi inammissibili. Ha fatto poi un excursus sulla Conferenza di Rio del 1992 e dei provvedimenti che allora furono decretati e trasformati in legge anche in Italia. Una di queste comporta il sindaco ad adottare provvedimenti urgenti per far fronte a situazioni impellenti e non prevedibili. Ma non solo la legge obbliga l’autorità a prevenire i rischi per la salute pubblica facendo prevalere questo interesse a quello economico. “In Basilicata abbiamo fatto fermare la produzione del Centro Oil per venti giorni, a causa dello smaltimento illecito dei rifiuti. Ricorrendo alla legge si può ottenere qualcosa”, ha affermato l’avvocato Bellizzi.

L’assessore all’Ambiente del Comune di Avellino, Augusto Penna ha dichiarato che l’Arpac è già stata chiamata a fornire alcuni chiarimenti: “Vogliamo capire se i dati della centralina si limitano alla città o comprendono l’intera Valle del Sabato. Se non appuriamo questo, solo il sindaco del capoluogo è chiamato ad adottare provvedimenti in merito. Ma senza un’azione congiunta gli effetti delle varie ordinanze sono modesti e limitati. Lo sviluppo economico è collegato alla riqualificazione dell’aria. Dal 1980 si è voluto dare a questo territorio la vocazione industriale che non aveva e non ha. La volontà dell’amministrazione comunale è non procedere nell’ampliamento dello Stir. La legge regionale tenta con un corto circuito di chiudere la questione con la Provincia e Irpiniambiente, ma la nostra valutazione è negativa”.

Le conclusioni sono state affidate al presidente del Comitato Franco Mazza che ha commentato le dichiarazioni dell’uscente presidente di Confindustria Avellino, Sabino Basso. Quest’ultimo ai microfoni di Telenostra ha negato l’esistenza dell’inquinamento nella Valle del Sabato, soprattutto per quanto riguarda la Novolegno, asserendo senza mezzi termini che se si “demonizzano” le industrie della Valle del Sabato l’unica alternativa è il ritorno all’era agricola. “Trovo rozzo e offensivo questo messaggio, ha commentato il dottor Mazza. Se la Novolegno è in crisi non è colpa nostra. Dove erano i sindacati che ora puntano il dito contro noi quando c’erano problemi nel processo tecnologico. Le battaglie le facciamo in modo serio. Aspettiamo i risultati delle analisi del suolo fatte a nostre spese con i soldi dei tesseramenti alla nostra Associazioni. Abbiamo anche chiesto un’indagine epidemiologica ai medici che si sono occupati della Terra dei Fuochi, in collaborazione con l’Ordine dei Medici di Avellino. Si dice con leggerezza che non c’è inquinamento. I sei milioni per la realizzazione dell’impianto di compostaggio fanno gola a tutti. Noi ci opporremmo in tutti i modi. Avellino ha l’opportunità di svolgere in questa situazione un ruolo guida, come non ha fatto in passato”. 

Source: www.irpinia24.it