Riforma giudiziaria – La protesta dei magistrati onorari di Avellino

La Feder.m.o.t. : " Il Governo continua a disattendere anche le pronunzie della Corte di Giustizia U.E. che censurano l’abuso del lavoro a tempo determinato e impongono il pagamento delle ferie e della previdenza"

federrrrrrrrrrrrAvellino – “A sei mesi dall’entrata in vigore della legge delega di riforma della magistratura onoraria e di pace, nessuna azione concreta è stata assunta dal Governo per consentire una riqualificazione giuridica ed economica della categoria dei magistrati onorari coerente col professato obiettivo di rilancio della giurisdizione. Si continua, invece, a scaricare il peso della giurisdizione sulle spalle di costoro, gravandoli di responsabilità sproporzionate con la connotazione precaria del loro rapporto di servizio e, soprattutto, negando loro diritti economici, previdenziali ed assicurativi di universale applicazione”.

E’ quanto denunciato dalla Feder.m.o.t. (principale associazione di categoria nazionale) nella proclamazione, prima, dello stato di agitazione e, poi, della astensione delle udienze civili e penali dal 21 al 25 novembre.

Anche ad Avellino, dove la dottoressa Grazia Sica (delegata della predetta associazione) esercita la funzione di V.P.O., i magistrati onorari si sono astenuti (sette VV.PP.OO su 13 e 5 GOT su 7). L’obiettivo che intendono raggiungere è l’emanazione di una legge (“legge” in senso lato, indipendentemente dallo strumento giuridico che sarà utilizzato) che garantisca tutela previdenziale e assistenziale (oggi completamente inesistente), nonché retributiva (oggi del tutto inadeguata) e che assicuri la stabilizzazione di chi è precario da troppo tempo.

Nello Stato italiano ai lavoratori viene concessa massima tutela. Al magistrato onorario – sottolinea l’associazione – tale tutela viene negata, proprio per l’aggettivazione utilizzata di “onorario”. Ebbene la teoria dell’ ”onoriarietà” di cui si fa scudo il Governo italiano, per continuare a celare o a giustificare le sue inadempienze, non solo risulta anacronista, ma incostituzionale in un ordinamento a vocazione democratica in cui il lavoro dei magistrati e dei funzionari dello Stato – apparato deve essere retribuito adeguatamente per tutelare i cittadini dal rischio di interferenze che limitino l’indipendenza di chi esercita pubbliche funzioni”.

 Sulla irrilevanza della etichettatura di onorario si è pronunciato anche, con decisione pubblicata il 16 novembre 2016, il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa, con sede presso la Commissione Europea con sede presso la Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha accertato la violazione da parte del Governo italiano del Codice Europeo di Sicurezza Sociale e della Carta Sociale Europea assumendo come dato incontrovertibile la piena equiparazione, quanto a funzioni, tra magistrati onorari e professionisti.

I magistrati onorari denunziano il loro attuale stato di “lavoratori in nero legalizzati”, di “extracomunitari” del diritto: “In uno Stato che si professa di diritto tale realtà è diventata inaccettabile. Il Governo, intanto, continua a disattendere anche le pronunzie della Corte di Giustizia U.E. che censurano l’abuso del lavoro a tempo determinato e impongono il pagamento ai magistrati onorari delle ferie e della previdenza”.

 Ma i magistrati onorari, stanchi, avviliti, depauperati, spesso, della loro dignità umana e professionale continuano a lottare e a sperare fiduciosi. Sanno che la loro è una battaglia vincente, perché si tratta di far trionfale la giustizia sostanziale, quella che tutti i giorni sono tenuti a garantire nelle aule dei tribunali ad ogni cittadino. 

Source: www.irpinia24.it