Sostanze inquinanti nella Valle del Sabato: gli effetti sulla salute dell’uomo

In base ai dati resi pubblici da Franco Mazza, presidente del comitato "Salviamo la Nostra Valle del Sabato, Salviamo la Nostra Vita" abbiamo visto cosa provocano i metalli e i veleni presenti nell'acqua, nel terreno e nell'aria

news1709 I riflettori sull’inquinamento della Valle del Sabato di sono accesi nel 2005, poco dopo l’incendio dell’Irm di Manocalzati. Da allora fu necessario attivare un piano di monitoraggio delle acque, dell’aria e dei terreni dei comuni interessati, soprattutto dopo le insistenti richieste di cittadini e sindaci. Delle relative analisi se ne occuparono l’Arpac, il Centro Ricerche Oncologiche di Mercogliano e il Cnr, istituto di Scienze dell’Alimentazione di Avellino.

I risultati di questa indagine hanno fatto fatica a uscire fuori o meglio sono stati velatamente resi pubblici.  In effetti, la popolazione non ha mai avuto un quadro chiaro della situazione, ignara del rischio che correva la propria salute. Non a caso dal 2005 sono aumentate più del doppio le morti per cancro.

A far aprire gli occhi ai cittadini il dottor Franco Mazza che col il gruppo “Salviamo la Nostra Valle del Sabato, Salviamo la Nostra Vita”, al grido di “Mo’ basta”, ha iniziato una battaglia contro l’indifferenza delle istituzioni e il tentativo di coprire la verità con le mezze verità. Mazza non si è fermato ai sit – in, striscioni e manifestazioni, ma ha fatto arrivare sulla scrivania del Prefetto i dati che rispecchiano una condizione a dir poco allarmante. Difatti, dopo poco giorni è partita un’indagine epidemiologica che è ancora in corso.

Sostanze nocive, metalli pesanti presenti nelle acque e nei sottosuoli, nonché nell’aria: questo è quanto emerso da monitoraggio effettuato in questi anni.

Nel fiume Sabato si è registrata una quantità di ammoniaca superiore ai limiti nonché fosforo totale e tensioattivi anionici. Inoltre, nelle acque sotterranee sono presenti manganese e idrocarburi. Vediamo gli effetti di queste sostanze sulla salute dell’uomo.

La tossicità dell’ammoniaca riguarda solo quella libera, in quanto sol essa è in grado di attraversare il doppio strato lipidico delle membrane biologiche e quindi di permeare, attraverso i tessuti branchiali, all’interno dell’organismo. ll manganese, invece, può causare il Parkinson, embolie polmonati e bronchite. Quando gli uomini sono esposti a manganese per un periodo di tempo lungo possono diventare impotenti. Mentre il fosforo e i tensioattivi rende i pesci disponibili ai batteri e rende permeabile il loro organismo alle sostanze tossiche. Ricordiamo che di pesce ci nutriamo anche noi e con la stessa acqua vengono innaffiati i campi in cui si coltivano i prodotti che quotidianamente arrivano sulla nostra tavola. Il manganese scatena una sindrome che si manifesta sintomi quali schizofrenia, ottusità, indebolimento muscolare, emicranie ed insonnia.  La IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato gli idrocarburi come possibili o probabili cancerogeni per l’uomo. 

Nell’aria della zona Valle del Sabato e in particolar modo nella città di Avellino sono stati rilevati anche diversi sforamenti di PM10, meglio conosciute come polveri sottili. Lo scorso anno di questi tempi ad Avellino tra polemiche varie fu emanata l’ordinanza delle targhe alterne per far fronte al problema. Sempre la IARC ha posto tutte le sostanze costituenti gli inquinanti atmosferici nel Gruppo 1 della sua classificazione insieme ai peggiori agenti carcinogeni in circolazione. Il particolato fine, in particolare, è pericoloso perché si insidia nell’organismo umano a livello del sistema respiratorio: minore è la dimensione del particolato e maggiore è la penetrazione all’interno del sistema, arrivando fino ai bronchi e agli alveoli nel caso del particolato più fine. L’impatto sulla salute umana si manifesta con una maggiore incidenza dei tumori specie quelli polmonari ma anche al colon e all’intestino, con marcate differenze in base alle abitudini pregresse dei soggetti osservati e alla loro professione, nonché alla prossimità alle zone dove la concentrazione di PM è maggiore.

E infine, nel terreno è alta la concentrazione di rame, piombo, stagno, berillio, vanadio, tallio. Soprattutto dopo l’incendio dell’autorimessa Urciuoli, avvenuto lo scorso luglio, è stato accertato che nella zona circostante (nel raggio di 500 metri) il rame e il berillio superano i limiti previsti dalla legge. Secondo ultimi studi scientifici il rame favorirebbe lo sviluppo dell’Alzheimer e patologie del fegato, mentre il berillio provoca la berilliosi,  un disordine pericoloso del polmone che può danneggiare altri organi come il cuore. La berilliosi provoca anche il cancro al polmone. Il troppo piombo, invece, innesca il saturnismo che dà luogo ad anemia, coliche intestinali, ipertensione arteriosa, danni renali e al sistema nervoso. Gli effetti a lungo termine dell’assunzione di stagno oltre il massimo consentito sono depressione, malfunzionamento del sistema immunitario, danno ai cromosomi, danni al cervello. Il vanadio in polvere è infiammabile e tutti i suoi composti sono considerati altamente tossici, causa di cancro alle vie respiratorie. Il più pericoloso è il pentossido di vanadio. Gli effetti sulla salute dell’assorbimento del tallio attraverso l’acqua utilizzata quotidianamente per bere e cucinare, possono essere stanchezza cronica, depressione, mancanza di appetito, dolori alle gambe e perdita di capelli.

E c’è chi ancora dice che la situazione è sotto controllo e non ci dobbiamo allarmare…

Source: www.irpinia24.it