Referendum Costituzionale – “Basta un Sì” fa tappa a Lioni

Continua la campagna referendaria del Pd: Rosetta D'Amelio, presidente del Consiglio regionale, ha fatto oggi tappa a Lioni, affiancata da Roberta Santaniello

IMG-20161015-WA0026Lioni – Continua la campagna per il “Sì” al referendum costituzionale che si terrà il prossimo 4 dicembre. Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio regionale, dopo la tappa a Mercogliano dello scorso martedì, si è recata questo pomeriggio a Lioni, presso la Sala consiliare del Comune, per esporre alla platea le ragioni del “Sì”, affiancata da Roberta Santaniello, presidente Assemblea provinciale Pd.

All’appuntamento sono intervenuti anche,  Piera Farese, segretaria Giovani Democratici Lioni, Lorenzo Preziosi, segretario provinciale Giovani Democratici, Giuseppe Caruso, presidente Forum regionale della Gioventù. Hanno introdotto il dibattito Antonio Capasso (Sì al cambiamento Lioni) e Bruno Gambardella (coordinatore Sì al cambiamento Irpinia), dopo i saluti del sindaco Yuri Gioino. In platea anche gli amministratori, i rappresentanti delle associazioni, movimenti e organizzazioni politiche.

I Giovani per il Sì hanno creato un importante momento di riflessione e di confronto su una questione tanto importante e profonda. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani e informarli su un’occasione fondamentale e necessaria per il futuro del Paese. Lo stesso premier Matteo Renzi toccherà con un tour diverse città italiane. Ha previsto quasi cento appuntamenti fino al 4 dicembre. Il Pd mette in campo tutte le forze per poter vincere una battaglia referendaria che su carta non sembra essere una sfida facile.

Nell’occasione di oggi i giovani democratici hanno spiegato chiaramente le ragioni del “Sì”: dire addio al bicamerismo paritario, in modo che non ci sarà più un “ping- pong” delle leggi fra Camera e Senato. Solo la Camera votetà la fiducia e avrà l’ultima parola sul Bilancio. Ci saranno tempi certi per approvare le leggi e meno decreti legge. In programma anche il taglio di 315 stipendi. I 100 senatori che resteranno saranno espressione dei territori, senza alcuna identità. Si abolisce il Consiglio Nazionale dell’Economia del Lavoro, sporadicamente operativo, e si cancellano le Province dalla Costituzione.

Inoltre, si abbasserà il quorum per i referendum, allo scopo di garantire al Governo maggiore stabilità e alle opposizioni poteri di controllo. Ai cittadini, invece, si assicurano tempi certi per esaminare le leggi di iniziativa popolare. Si ritornerà poi, a prima dell’Italia “semi –federalista”, quando Berlusconi dovette cedere alle richieste della Lega Nord e accontentarli in parte. Nello specifico tornano allo Stato energia, infrastrutture e promozione turistica. Si riducono gli stipendi dei consiglieri regionali e si eliminano i trasferimenti ai gruppi regionali.

Insomma, la partita è ancora aperta, anzi possiamo dire che è “sull’ago della bilancia”. Il Pd resta ancora in attesa di sapere cosa farà la minoranza del partito che ancora non si è esposta e il suo bacino di voti potrebbe sovvertire il risultato finale.

Source: www.irpinia24.it