D’Angelo mata lo Spezia allo scadere – Avellino di cuore e coraggio

Gara tattica e rognosa. Gli irpini hanno più occasioni ma mira imprecisa ... alla fine la risolve il capitano

d'angeloAvellino – Quando Cesare oltrepassò il Rubicone utilizzò  l’espressione latina “ alea iacta est “, ossia “ Il dado è tratto “ . Così dopo tante indecisioni, sconfitte pesanti ed evanescenza di gioco il capitano Angelo D’Angelo, oramai simbolo di questa squadra, rompe l’incantesimo e fa volare l’Avellino a 9 punti in Classifica, lanciando un messaggio chiaro alle altre compagini … sarà dura e difficile, ma tra le mura del Partenio, i Lupi venderanno cara la pelle!

IN CAMPO.  Batteria offensiva completamente incerottata per Mimmo Toscano, il quale si affida all’ennesima variazione di modulo. 4-3-3 inedito con Camara in veste di centravanti, affiancato da Belloni e Soumarè. In cabina di regia ritorna Paghera dal 1’ e la retroguardia è schierata a 4. In opposizione ai Lupi, mister Di Carlo giunge in terra irpina a specchio con l’Avellino: tridente forte e insidioso composto da Mastinu-Nenè-Baez Stabile.

SCACCHI.  Gara soporifera al Partenio nella prima mezz’ora, le due squadre si studiano ma non osano più di tanto, limitandosi a svariati tatticismi sanza infamia e sanza loda. La gara acquista brio solo nel finale di prima frazione, grazie a un missile di Paghera dalla distanza (34’), che però non trova la gloria a causa di un intervento prodigioso di Chichizola, aiutato anche  dalla traversa. Lo Spezia tenta la reazione immediata e riesce anche a segnare con Nenè, ma c’è una trattenuta evidente su Perrotta, entrato al posto di Jidaji che ha alzato bandiera bianca al 18’, e il giudice di gara annulla il gol.

APRISCATOLE.  Nella ripresa l’Avellino alza il baricentro e comincia a premere sull’accelleratore spinto da Camara e Soumarè, i quali fraseggiano alla perfezione pur non riuscendo a finalizzare a dovere, vittime dei pugni di Chichizola e della sfortuna.

Ma la matassa viene sciolta alla mezz’ora della ripresa sugli sviluppi dell’undicesimo calcio d’angolo battuto da Belloni; Lasik cicca la sfera ma favorisce l’inserimento di D’Angelo, che come un falco, a un passo da Chichizola, non perdona lo Spezia facendo esplodere il Partenio.

Finisce così, Avellino riassettata e inedita mette alle corde uno Spezia, più attento a non subire che ad affondare. Tre punti pesanti e importanti, che finalmente allontanano le nubi di Perugia e fanno splendere il sole in Irpinia in una giornata uggiosa d’Ottobre.

di Michael Mambri

Source: www.irpinia24.it