Di Carmine show – Perugia al bacio, sprofondo Avellino

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dicarminePerugia –  Rastelli anni fa diceva che i tabù sono nati per essere sfatati, ma ce ne sono alcuni ove l’arco temporale non è un dato sovvertibile perché resta inalterato a futura memoria. L’esempio è lo stadio Curi di Perugia, ove i padroni di casa, mai sconfitti dagli irpini, rispettano la tradizione siglando il terzo successo consecutivo, impallinando Toscano e le convinzioni che potevano essere maturate dal gruppo bianco verde dopo la vittoria interna contro la Pro Vercelli. La difesa è un disastro, il centrocampo è evanescente e il gioco non ha difficoltà di manovra … non ha una manovra! Se i fantasmi sono tornati, e incombe sull’Avellino una probabile penalizzazione, la preoccupazione è che da questo vortice uscirne fuori sarà tutt’altro che semplice. Occorre una svolta, alla svelta!  

BACIO PERUGINA.  Tutto facile per il Perugia di Bucchi infilare una retroguardia irpina che fa acqua da tutte le parti. Il tridente dei Grifoni punge fin dalle prime battute, e solo un grande Frattali tiene lo 0-0 su un’incornata vincente di Belmonte (9’). Ma la festa dei biancorossi è solo rimandata.

Al 24’, su calcio d’angolo battuto da Di Chiara, Monaco elude la marcatura di Diallo e insacca di testa, rendendo sempre più evidenti e alla luce del sole, le lacune raccapriccianti della difesa dei Lupi. Lupi, che provano a reagire d’orgoglio grazie a una bella combinazione Soumarè-Verde, ove il primo giunge anche alla conclusione, ma Rosati, con una mano, devia in corner. Unico spunto irpino, e il Perugia alla mezz’ora raddoppia con Di Carmine, il quale, servito in area da Di Chiara, ruota intorno a Diallo e quasi in scivolata fredda Frattali. Avellino sotto di due gol e con Ardemagni che alza bandiera bianca per una botta, al suo posto Camara.

TABU’ RESTA TABU’.  Nella ripresa Toscano butta nella mischia Paghera e Lasik e l’Avellino, pur guadagnando metri non riesce mai a rendersi pericolosa, anzi, subisce le ripartenze dei Grifoni, i quali rischiano di dilagare. Frattali (48’) si oppone a Dezi, e Guberti (68’), dopo aver dribblato due difensori, a giro, prova la magia sfiorando il palo alla sinistra dell’estremo difensore irpino.

L’orgoglio del Capitano, Angelo D’Angelo, si fa sentire con una conclusione dal limite dell’area (78’) ma Rosati è bravo ad opporsi.  Nel finale di gara il Perugia cala addirittura il tris, sempre con Di Carmine, il quale servito dalla sinistra da Acamfora, è libero di battere a rete senza problemi.

Finisce così, punizione severa ma giusta. Un Avellino assente, completamente alla stregua di un Perugia che ha dimostrato superiorità totale in ogni settore dal primo fino all’ultimo minuto esce umiliato dal Curi e con la testa più pesante perché gli spettri sono tornati.

di Michael Mambri

 

 

 

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