Atripalda – Incendio Urciuoli, è allarme Berillio

Dopo due mesi sono arrivati i risultati delle analisi effettuate sul terreno, nelle quali si riscontra un aumento del livello del metallo pesante, altamente cancerogeno. Il sindaco Spagnuolo si sta attivando per prendere i dovuti provvedimenti, in attesa di ulteriori disposizioni dall'Arpac

acqueAtripalda – Dopo i diversi solleciti del Comune di Atripalda, dopo due mesi sono arrivati i risultati dell’Arpac riguardo i prelievi effettuati sui terreni circostanti l’autorimessa “Urciuoli”, dove lo scorso luglio divampò un vasto incendio.

Il dato che sfora i limiti previsti dalle legge è il berillio, un metallo pesante. Insieme ai suoi sali sono sostanze tossiche e cancerogene (A1-ACGIH) riconosciute. Se i livelli di berillio nell’aria sono sufficientemente alti (più di 1 000 μg/), si può andare incontro a una condizione che ricorda la polmonite ed è chiamata berilliosi acuta. L’esposizione al berillio per lunghi periodi può incrementare i rischi di sviluppare il cancro ai po

lmoni. Inoltre, attraverso le attività si disperde nell’aria e, grazie alle piogge, penetra nelle falde acquifere. In pratica, ogni giorno attraverso l’acqua, le piante e la carne ingeriamo questo metallo pesante, che normalmente è presente nel corpo umano nella quantità di 0,036 milligrammi.

 Ieri è stato convocato un tavolo con i sindaci a ridosso dell’area  insieme all’Arpac e l’Asl. A partecipare anche il sindaco di Montefredane Tropeano coordinatore dell’Osservatorio sulla Valle del Sabato: “L’Arpac è stata assente per impegni – spiega l’assessore all’Ambiente di Atripalda, Antonio Prezioso – ci aggiorneremo martedì prossimo”. Intanto il sindaco Paolo Spagnuolo è tenuto a far fronte alla problematica e a prendere i provvedimenti dovuti: “Sarà confermata la non coltivabilità nei terreni fino a un raggio di 500 metri e il consumo degli ortaggi e frutta provenienti da questi, sottolinea l’Assessore. Divieto che dovrà essere quantificato nel tempo. Aspettiamo in ogni caso le disposizioni dell’Arpac. Ricordiamo che il berillio ha conseguenze sulla salute ed è meglio evitare il consumo. E per non cagionare un ulteriore danno economico invitiamo di non impiantare nessun tipo di coltivazione, fin quando tutto ciò non sarà chiarito e non saranno attuati tutti gli atti necessari”.

Insomma, un altro bomba ecologica in una Valle già martoriata dall’inquinamento.

Source: www.irpinia24.it