“Come eravamo…come siamo”, 15 anni dopo l’11 Settembre

Anche se la cronaca nera riempie quasi quotidiamente le nostre reti, l'11 settembre ci dice che il terrorismo non ha vinto

11settembreAvellino - Come migliaia di ragazzi del 90′, l’11 Settembre 2001 avevo da qualche giorno iniziato la scuola secondaria di primo grado. Eravamo bambini, neanche minimamente pronti ad esperienze adolescenziali, figurarsi adulte. Eppure quel giorno dovemmo tutti cambiare il nostro modo di vedere il mondo. I nostri genitori, che non ci lasciavano vedere neanche i film col bollino giallo, ci permisero di seguire i tg, che ripetevano a reti unificate la stessa sequenza di immagini. Una prima torre colpita da un aereo, l’impatto, il fuoco, lo sgretolamento. Eravamo scioccati, noi figli di una città tranquilla, ignari delle relazioni internazionali. 

A scuola la professoressa di lettere ci aveva fatto acquistare un quaderno per l’attualità, volendo avviarci allo studio di vari generi letterari. Dopo l’11 Settembre avevamo tutti ritagli di giornale di quel momento terribile sui nostri quaderni, corredati di notizie sull’accaduto e delle nostre opinioni personali. Cosa potevamo mai pensare di quella tragedia? Non riuscivamo a capirne la portata, ascoltammo per la prima volta la parola “terrorismo”.

Fummo investiti dal dolore di una famiglia che aspettava il ritorno dal lavoro del suo papà o della sua mamma, dal dolore di quanti in quelle torri telefonarono ai propri cari per dire “Ti amo”, “Bacia i ragazzi”. Eravamo bambini fortunati, con le nostre famiglie, che ogni sera potevano riunirsi a tavola, lontano da quell’orrore, perciò quanto avvenne ci colpì nel profondo. Fummo costretti a crescere un poco, a percepire la fragilità della condizione umana rivelarsi, come fosse una metafora, in un grattacielo che d’improvviso viene giù. 

Di anno in anno, nelle nostre scuole, l’11 Settembre il tempo si è fermato, tra minuti di silenzio e attività della memoria, proprio come un altro Olocausto. Abbiamo acquisito gradualmente la portata di quegli eventi, con tutto ciò che si trascinarono dietro. Quindici anni dopo non pensiamo ai perché di quella fase storica, o almeno non di primo acchito, ma riviviamo il dramma di una comunità spezzata, assaliti dai brividi ogni qual volta proviamo a immaginare di indossare quei panni. Aspettiamo i servizi dei tg, che ci raccontano Manhattan oggi, mostrando le fontane che ora sostituiscono le torri e sui cui pannelli sono incisi i nomi delle vittime. Osserviamo la processione di persone che si recano lì, baciando o semplicemente sfiorando quelle costruzioni. Fa ancora male, farà sempre male. 

Non solo i notiziari e i documentari, ma per chi vuole “ricordare” o conoscere altre narrazioni dell’11 settembre c’è una vasta filmografia: Fahrenheit 9/11, World Trade Center, United 93, Molto forte incredibilmente vicino, sono alcuni tra i lungometraggi che riprendono gli avvenimenti di quel giorno o le conseguenze che quegli attentati produssero. Se abbandoniamo lo specifico, troviamo molte altre pellicole in cui l’11 Settembre fa da sfondo, come nel drammatico Remember me, o da spunto riflessivo, come nella commedia Love Actually

“Ogni volta che sono depresso per come vanno le cose al mondo, penso all’area degli arrivi dell’aeroporto di Heathrow. È opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e avidità, ma io non sono d’accordo. Per me l’amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di note, ma comunque c’è: padri e figli, madri e figlie,mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici. Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so, nessuna delle persone che stavano per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta, erano tutti messaggi d’amore. Io ho la strana sensazione che – se lo cerchi – l’amore davvero è dappertutto.”

di Francesca Contino

 

Source: www.irpinia24.it