Breve viaggio con Maria Rusolo (Pd), nella città dove la politica è un teatrino e il teatro una merce elettorale

Politica e cultura non possono essere separate, piuttosto sono attività che si completano se fatte con competenza e trasparenza

rusolomariaAvellino – Dopo tanta preoccupazione per il cartellone di spettacoli, a seguito delle dimissioni di Cipriano e del suo cda e della notizia che il San Carlo non avrebbe più cooperato con l’istituzione teatrale avellinese, si è arrivati a una soluzione, grazie all’ex presidente del Carlo Gesualdo e al lavoro del teatro pubblico campano. Arriveranno anche in questa stagione artisti importanti e saranno salvati alcuni laboratori avviati in questi anni. 

Tuttavia non mancano le perplessità, specialmente ora, a ridosso della campagna abbonamenti. Abbiamo sentito, perciò, in rappresentanza del mondo delle associazioni culturali, Maria Rusolo (I Senzatempo), anche iscritta del Pd cittadino, da sempre sostenitrice dell’idea che politica e cultura non possano essere separate, piuttosto sono attività che si completano se fatte con competenza e trasparenza. 

Al di là dei presupposti iniziali, si è giunti a un compromesso che ha consentito alla città di Avellino di non vedere il proprio teatro abbandonato, senza programmazione.

“Salvare il salvabile era un dovere, ma ad oggi non conosciamo i dettagli di questa campagna abbonamenti e le ripercussioni effettive che avrà questa programmazione 2016-2017 sul Teatro Gesualdo. Come di consueto assistiamo, come per la programmazione estiva, a degli sforzi riempitivi, piuttosto che alla realizzazione di un’idea di città. Capisco la difficoltà derivante dai fattori numeri e l’impossibilità al momento di capire correttamente cosa sia accaduto nei bilanci, ma ciò non toglie che bisogni interrogarsi sulla qualità delle scelte, rendendosi conto che da quelle dipende l’approdo anche di un pubblico esterno alla nostra città”.

Luca Cipriano si è  reso disponibile nonostante gli eventi alla messa a punto del cartellone. Ci sono certamente delle responsabilità politiche e c’è anche chi non esclude che l’ex gestore del Teatro possa candidarsi nella prossima tornata elettorale a sindaco di Avellino.

Ormai ad Avellino ci sono più candidati a sindaco, forse più degli abitanti stessi. Chiunque pare avere velleità politiche. Apprezzerei e condividerei la volontà dell’ex presidente se si esprimesse in tal senso e lo stimo, soprattutto, per essersi messo comunque al servizio del corretto funzionamento della macchina teatrale. Parliamo, però, di un teatro che necessita anche di alcuni interventi strutturali, con delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria da approntare, memori della scorsa stagione, quando la pioggia cadde anche sul palco. Una struttura che aveva un coro, una scuola teatrale per bambini, un corso di laurea in danza, dei laboratori, insomma una cittadina nella cittadina che poteva generare dei servizi. La cultura è anche questo, generare servizi. Intorno ai festival si sviluppa l’economia, quindi l’assenza di un programma che investa un intero anno impedisce la crescita, innanzitutto culturale e civile, di una città. E’ chiaro che c’è una responsabilità amministrativa e quindi politica. Abbiamo dei partiti fortemente disgregati ed equilibri amministrativi estremamente precari. Non è possibile che un paese funzioni, per dirlo con un’espressione renziana, sebbene non appartenga a quella scuola politica, quando si è in una situazione di congresso permanente. Sono diverse estati che assistiamo a dichiarazioni di sfiducia al sindaco Foti”.

Siamo coscienti che non è sufficiente programmare una stagione, che sia estiva o invernale, ma che bisognerebbe costruire un progetto di 365 giorni l’anno, con manifestazioni capaci di modificare il corredo genetico di una comunità disabituata a qualcosa d’altro dalle sagre e da feste fine a se stesse.

“Chi è abituato a recepire qualunque tipo di arte o di forma culturale, non abbandonerà sacchi di immondizia per strada, sarà un elettore più consapevole e meno ricattabile. Dunque, questa città vuole partecipare attivamente alla vita politica o vuole che i suoi abitanti girovaghino lungo la nuova piazza perché senza alternativa? Attualmente la nostra è una città dormitorio, un punto di passaggio, in cui si sosta per l’ottimo cibo, ma poi per gli eventi si preferiscono altre mete. Perché Avellino non può godere di una produzione culturale? Collaborando tutti insieme, imprenditori, associazioni, commercianti, si potrebbe mettere in moto qualcosa di spessore. E’ possibile che anche le regole riguardanti le strutture pubbliche di questa città debbano diventare oggetto di incomprensioni continue, a causa di interpretazioni diverse e talvolta strumentali?”

A tal proposito, da poco tempo si è consumata la disputa tra il Presidente del Forum dei giovani e il primo cittadino sugli ingressi allo “Stay Music Festival”. C’è secondo lei un problema di carattere amministrativo o una difficoltà di comunicazione reciproca?

C’è una mancanza, a parer mio, di comunicazione tra i vari livelli della macchina amministrativa. Alla politica spetta individuare gli obiettivi da perseguire, ma anche degli indirizzi chiari e indiscutibili. Non è possibile che una regola venga interpretata differentemente, a seconda dell’interlocutore interessato. Non è ammissibile, poi, che il festival dei ragazzi fosse in forse fino all’ultimo minuto. Ovviamente anche chi organizza manifestazioni deve premurarsi di presentare il programma a tempo debito, perché sia approvato da un’apposita commissione, che individui il luogo adatto allo svolgimento. Inoltre un’adeguata tempistica consentirebbe di intercettare fondi che non siano necessariamente quelli comunali, attraverso sponsor. Abbiamo tanti esempi in Campania, con città come Caserta che ha organizzato un festival di musica classica all’interno della Reggia. A noi non mancano i luoghi, ma la cura per questi luoghi, basti pensare all’Eliseo. C’è una città che va ripensata e riorganizzata”. 

C’è la possibilità che le associazioni culturali possano individuare di concerto con l’amministrazione non solo delle figure, ma anche dei progetti che a partire dal teatro possano investire tutte le strutture pubbliche cittadine?

Assolutamente sì, nessuna associazione si tirerebbe indietro in queste circostanze. Questo non significa, però, che tutti si possano mettere sullo stesso piano e che le associazioni si trattino con particolarismi per secondi fini. E’ necessario preparare un patto di fine consiliatura, riaprendo il dialogo con i cittadini,  con gli enti di promozione sul territorio, lavorando per preparare l’Avellino che verrà. Ora come ora la nostra città non è pronta neanche per una nuova esperienza amministrativa. Si rischia un forte astensionismo, indice sempre più che la democrazia va affievolendosi. Una democrazia, in cui a decidere è una minoranza ristretta, non è più tale”.

Per quanto riguarda I Senzatempo sappiamo che siete pronti per un’altra sorprendente stagione. Può darci qualche anticipazione?

“Inauguriamo a fine Settembre con una conferenza stampa e in quella circostanza presenteremo l’intero programma. Avremo anche quest’anno delle star internazionali, giovani talenti mai stati in Italia verranno per la prima volta da I Senzatempo, con amplio spazio non solo alla musica, ma a generi artistici differenti, con scrittori contemporanei di successo. Si ripresenta l’opportunità per gli studenti dei conservatori, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, di aprire i concerti dei nostri grandi ospiti. Vogliamo essere attenti, soprattutto ai bisogni dei nostri talenti, offrendo loro una vetrina e delle alternative culturali diverse. Spero che l’amministrazione possa interessarsi alle nostre attività, pensando anche di sponsorizzare degli eventi che potrebbero essere offerti non solo ai nostri associati, ma a tutta la comunità. Anche ai giovani del Forum va il nostro sostegno e la disponibilità a collaborare perché tutte le fasce siano accontentate dalle manifestazioni proposte”.

di Francesca Contino

Source: www.irpinia24.it