Inquinamento – La Cna si rivolge a Gambacorta per la questione Solofra

Il Presidente della Provincia intavola un vertice sul problema delle falde acquifere. L'indice di pericolo mortale è di livello C

solofrana1-1440x564_cSolofra – Accogliendo la richiesta che gli era stata rivolta dalla Cna, il Presidente della Provincia ha messo attorno ad un tavolo tutti i rappresentanti degli enti interessati alla tutela del suolo dall’inquinamento nell’area industriale solofrana, per affrontare una serie di questioni ambientali irrisolte che la diffida regionale alle imprese di svolgere i saggi geologici sui loro suoli sta aggravando. La Cna, ringraziando il Presidente Gambacorta della disponibilità, ha riproposto il senso della sua richiesta. A Solofra è accertato un inquinamento serio della falda acquifera profonda. Gli studi necessari per formulare un progetto di intervento che la Regione Campania si appresta a finanziare, devono necessariamente fotografare lo stato di fatto del suolo profondo e di quello superficiale, per essere una cosa seria. Essi, perciò, possono ricomprendere, per l’intera area industriale, anche quei rilevamenti più superficiali che la legge pone a carico delle imprese. Questo perché affidare alle sole imprese i saggi sul loro “pezzettino” lascia scoperti molti “buchi neri”, suoli già occupati da aziende fallite, e sono tanti, suoli utilizzati per infrastrutture, suoli di proprietà pubblica perché interseziali tra suoli occupati ed apre, per la dimensione estremamente parcellizzata degli spazi, una serie infinita di diatribe.

A questa ragione se ne aggiunge una seconda di particolare rilevanza: tali studi rappresentano un costo aggiuntivo che aggrava ulteriormente la “bolletta ambientale” per le imprese, una delle più care al mondo anche per errori di decenni di impostazione nei servizi. Dopo la moria di questi anni, ancora altre decine di aziende piccole e piccolissime saranno a rischio di essere messe fuori mercato. Se le aziende chiudono, abbiamo aggiunto, diventa questione di lana caprina stabilire chi debba risanare e da risanare sarebbe un cimitero industriale e non un’area produttiva. Da qui la nostra proposta di un confronto ravvicinato con l’Assessore all’Ambiente, il Vice Presidente Bonavitacola. Questa, benché boicottata di fatto da chi rappresentando solo una decina di aziende finanziariamente più solide, ha raccolto la sensibilità di tutti i partecipanti ed il sostegno delle altre associazione che, in uno a Cna, rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese conciarie. Da una assunzione di responsabilità politica regionale si può aprire la possibilità di un riesame generale della situazione ambientale a Solofra.

Si può impostare un intervento che tenga assieme la verifica dello stato di fatto, la definizione delle misure per il risanamento a partire dalle falde idriche profonde, con l’esigenza di comprendere che occorre evitare una lettura acritica delle regole ambientali e intervenire sul nodo di costi ambientali insostenibili che strozzano il rilancio di Solofra. Solofra, infatti, è una realtà in cui la politica ha vessato le imprese di costi di depurazione insostenibili per ragioni meramente clientelari. Ieri i livelli di produzione ed i margini consentivano di sostenerli; oggi essi rappresentano un pericolo mortale. C

Source: www.irpinia24.it