Teatro e cultura, Rusolo (Pd): “Manca visione del futuro. Si pensa ai giochetti e la città ne paga il prezzo”

Non solo tesserata del Pd, ma anche membro dell'associazione culturale de i Senzatempo, Maria Rusolo ha analizzato nel corso dell'intervista il quadro socio-politico avellinese

teatrogesualdoAvellino – Teatro e strutture pubbliche, nonché capacità di programmare il futuro e direzione culturale in cui il capoluogo di Provincia intende muoversi, sono gli argomenti passati in rassegna nel lungo dialogo con Maria Rusolo.

Dopo la due giorni del consiglio comunale è emerso un quadro di debolezza, che, a partire dalla vicenda teatro, si ripercuote su tutta la programmazione culturale e in particolar modo si trova conferma di ciò nella cancellazione dall’agenda di tante manifestazioni estive. Lei cosa ne pensa?

La cancellazione degli eventi estivi mi riguarda in prima persona, in qualità di membro del direttivo de i Senzatempo. Sparisce almeno per quest’anno uno dei festival più importanti della programmazione quale Musica al Parco, scompare Flussi, il Laceno d’Oro riceve uno slittamento in avanti. Tutto diventa marginale, a favore di quelli che sono gli elementi numerici e contabili della gestione del Teatro, ma il problema non è solo la casa dello spettacolo, ma tutte le strutture culturali e l’intero programma culturale della città. Certamente il Carlo Gesualdo si è trovato al centro della vita della Città, si può essere più d’accordo o meno, ci possono essere delle irregolarità che non è chiamato a discutere chi si occupa di programmare, ma insomma è evidente che Cipriano e il suo Cda hanno lasciato un segno”.

Dopo le dimissioni di Cipriano e dei membri del Cda ancora non è chiaro a quale mediazione politica si giungerà sulla casa teatrale avellinese, quel che appare, invece, evidente è la volontà di porre in campo una nuova ricetta gestionale che possa inglobare, probabilmente nell’ambito di una fondazione di partecipazione, tutti i luoghi delle attività culturali. Lei è favorevole o contraria?

“Innanzitutto bisogna capire quali sono gli interlocutori culturali della Città, fare uno screening proprio come con un malato, per capire quali sono le strutture e i costi per la gestione di ogni singola struttura. Negli anni passati si parlava di super Ministeri, oggi di fondazioni che accentrerebbero funzioni nel medesimo modo, perciò sono assolutamente contraria. Ritengo che l’accentramento della gestione sia sempre sbagliato. Il problema è come la politica sceglie di affrontare la battaglia culturale. Avellino dovrebbe spingersi a diventare un polo di attrazione per l’Irpinia e per la Campania, data la sua collocazione geograficamente favorevole, altrimenti non ci sono speranze. Non abbiamo investito in energia alternativa, non abbiamo servizi né una rete turistica, ci distinguiamo per i nostri vini, ma bisognerebbe creare un contorno a quelle che sono le potenzialità territoriali. Perché le persone dovrebbero venire ad Avellino, soprattutto durante l’estate? Basti guardare a Umbria Jazz, un festival affermato, che richiama partecipazione da ogni parte del mondo, perché ha investito su un progetto a lungo termine. Paesaggisticamente parlando l’Irpinia non ha nulla da invidiare, quindi è evidente che la cornice può essere riempita solo con una progettazione seria. Allora perché limitarsi alle sagre e al concertone? E’ chiaro che è una questione di metodi e ,anche se le nomine sono politiche, questo non implica che non si possa scegliere persone con un minimo di competenza”.

Lei fa parte, come già sottolineato, dell’associazione culturale de I Senzatempo, trova impensabile costituire una rete unica , perché si richieda la partecipazione alla gestione degli eventi, da parte di chi di cultura si occupa da tanto tempo?

Ho già risposto in altra sede a una domanda simile e ribadisco che certamente si possano contattare tutti gli operatori della cultura, perché si crei un tavolo di discussione serio, dove ci si conti fisicamente e si individuino attitudini e competenze. Occorre sedersi tutti insieme, amministratori, dirigenti e programmatori per valutare le opportunità, i finanziamenti. Ci sono persone validissime che nulla hanno a che fare con zeppole e sagre e che intendono la cultura in maniera differente. Dunque è’ sicuramente un’alternativa che non escludo, ma solo se si intraprende un lavoro serio, coordinato dall’Assessore alla Cultura, che produca una programmazione di 12 mesi. Avellino deve avere le stesse possibilità delle altre città, ma per averle non si può guardare esclusivamente agli utili. L’aver portato la Traviata al Gesualdo ad oggi viene letto da alcuni come un insuccesso economico, ma vorrei chiedere a costoro che tipo di introito porta il concerto del 16 Agosto? Fermo restando che il primo e vero scoglio resta una visione totalmente opposta della cultura, personalmente preferirei perdere qualche entrata e rendere accessibile un grande spettacolo, i cui frutti investiranno in direzioni diverse il futuro, piuttosto che spendere 40.000 euro per un unico evento di piazza”.

Tra le ripercussioni immediate delle dimissioni di Cipriano vi è l’annullamento della collaborazione con il Teatro San Carlo. Pensa che si possano perdere tutti i risultati maturati sinora e se sì come si recupera la credibilità?

“E’ molto complicato gestire il mondo della cultura, soprattutto quando si tratta di annullare degli eventi.  I rapporti si formalizzano con contratti, ma ci sono persone che ci mettono la faccia e i rapporti dipendono dalla fiducia di chi instaura contatti. Luca Cipriano in questi anni ha creato delle sinergie, in virtù del suo spendersi nei progetti. Nel nostro Paese, però, funziona sempre così, non si conserva mai ciò che di buono ha preceduto, ma si distrugge tutto per livore personale.  Io, però, non parlo di numeri e non faccio l’avvocato difensore di Cipriano, sottolineo semplicemente dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti e se mi fermo a quelle che sono le varie lotterie messe in campo sulle prossime nomine mi viene la pelle d’oca. Se si pensa di nominare un super presidente di questa fondazione siamo messi malissimo, perché ogni struttura pubblica ha delle caratteristiche specifiche, che richiedono un intervento deciso e preciso”.

Tra gli altri “danni”, potrebbero essere a rischio anche il prossimo cartellone di eventi e i laboratori scolastici. Ritiene ammissibile ritardare tanto sulle risposte a questioni così urgenti?

“Non è affatto immaginabile, come non lo è che tante manifestazioni diverse vengano messe nella programmazione estiva della città di Avellino, città che ripeto dovrebbe essere guida di questa provincia, accogliendo i flussi esterni. Non è ammissibile che una questione così importante venga messa in secondo piano o sia discussa come un mero calcolo numerico”.

Il Sindaco in consiglio comunale ha parlato di una gestione dispendiosa del Teatro, però, poi ha assunto, almeno verbalmente, la responsabilità di quella gestione, di quei debiti fuori bilancio, della bocciatura dei revisori dei conti. Crede che Foti e la sua amministrazione avrebbero dovuto dimettersi?

Le responsabilità non si assumono solo dimettendosi, piuttosto di fronte a queste sfiducie annunciate e poi non votate, di fronte a questo continuo rinviare c’è la necessità di condurre un cambiamento radicale. L’Assessore alla Cultura avrebbe dovuto dire cosa intende fare, anche perché dopo tanti proclami mi sembra che anche sull’Eliseo ancora non si sia giunti a una conclusione. Può essere la casa del cinema? Quanto costa gestirlo e quali associazioni possono farlo? E invece di rispondere a questi interrogativi si bada a spostare l’attenzione su chi ha gestito forse al di sopra delle sue possibilità, assecondando i giochetti della politica”.

Celebrato il congresso provinciale del Pd , la cultura sarà posta tra le priorità nell’agenda politica del partito?

“Per quanto mi riguarda sosterrò sempre, in maniera perentoria, che la cultura è fondamentale, non per organizzare un evento o gestire uno spazio, ma per riempire le teste. Se c’è un difetto di classe dirigente si deve proprio all’assenza di cultura, anche politica in senso letterale. Mi impegnerò per questa città, che sia nel partito o attraverso l’associazione di cui mi onoro di far parte. Nel partito attendo di discutere con quelli che saranno i miei interlocutori al congresso, con i Senzatempo siamo già pronti per una nuova stagione ricca di novità e passione”.

di Francesca Contino

Source: www.irpinia24.it