Monteforte Irpino -  Il fenomeno dell’immigrazione, oramai sempre più diffuso in Irpinia, con il suo moto perpetuo ha portato a diverse situazioni difficili da gestire per diversi siti della provincia di Avellino. Considerando la continua affluenza di approdo, gli spostamenti di sede degli stessi attraverso metodi poco ortodossi, e le ultime notizie relative alla morte di un giovane di 19 anni della Nuova Guinea, ove è possibile, ma non ancora accertata, l’ombra della meningite sul decesso, il clima è diventato molto freddo e teso tra i cittadini.

“ Vogliamo chiarire innanzitutto che non c’è alcuna forma di razzismo sui provvedimenti che sono stati presi con gli immigrati. Sono persone sfortunate, le quali hanno lasciato la loro terra per salvare la propria vita, ma il nostro sito è completamente saturo e non ha più disponibilità per poter ospitare queste persone “ – queste le parole del sindaco di Monteforte, Costantino Giordano -. “ Già da diversi giorni – continua – ho fatto un appello al Prefetto affinchè non arrivino più immigrati nel sito di Monteforte e, al momento, sembra che la nostra richiesta sia stata esaudita “.

La preoccupazione più grande, al di là dell’affluenza esagerata, vige sulla questione sanitaria, in quanto sembrerebbe che queste persone giunte dall’Africa non ricevino le giuste e obbligatorie visite mediche e cure adeguate.

 “ Proprio ieri – continua Giordano – ho avuto un colloquio con i dottori dell’ASL, i quali, insieme ai gestori delle cooperative che sorvegliano e provvedono alle necessità degli immigrati, hanno chiarito e rassicurato l’opinione pubblica che ogni persona, giunta dall’Africa, è stata sottoposta a cure e che la situazione generale è esente da alcun tipo di problematica dal punto di vista sanitario “.

Nonostante ciò, si è registrato un decesso e si ipotizza l’ombra della meningite.

“ Considerando che l’autopsia del 19enne non ha ancora ufficializzato i risultati non si può parlare di meningite – esclama il primo cittadino di Monteforte – perciò è inutile creare allarmismi. Nell’eventualità che il responso sanitario accerti come causa del decesso la suddetta malattia, comunque è da escludere un’eventuale epidemia, bensì, semplicemente un singolo episodio “.

Situazione difficile con la quale, al giorno d’oggi, bisogna convivere. Proteste, reclami di razzismo e insufficienza sanitaria sono un identikit orribile per il nostro paese.

“ Gli immigrati sono persone come noi – conclude Giordano – come ho già detto, noi non siamo razzisti, ma c’è bisogno di più collaborazione tra i siti per far si che questi soggetti possano vivere con dignità la loro vita dopo l’orrore che hanno patito nel loro paese natale. Spero che d’ora in avanti le cose possano andare sempre meglio per un quieto vivere di tutti, che siano immigrati o locali “.

di Michael Mambri

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