La modernità di Giordano Bruno raccontata da Aldo Masullo

Il filosofo avellinese ha presentato al circolo della stampa il suo libro sul grande intellettuale nolano dal pensiero rivoluzionario

masulloAvellino – Torna in città il prof. Aldo Masullo, questo pomeriggio ad Circolo della stampa per presentare il suo ultimo libro ”Giordano Bruno maestro di anarchia” . Ad anticipare alcuni particolari del volume e a introdurre l’intellettuale avellinese è il prof. Luigi Anzalone:“Masullo si colloca come uno dei maggiori intellettuali a livello europeo e internazionale. Se De Sanctis è stato l’irpino piu’ importante dell’800, Masullo lo è del 900 come filosofo, pensatore, paradigma di moralità e uomo politico che ha rappresentato la sinistra con una coerenza che non è merce comune oggi. Masullo si è caratterizzato da subito nel panorama filosofico italiano per l’opera travolgente di svecchiamento dopo le altissime pagine di Croce e Gentile. Ha aperto alla filosofia della scienza e della fenomenologia. Quando scrive è scintillante di spirito e la lucentezza della sue parole non si trova in nessun altro autore. Cio’ che mi colpisce di Masullo è la costruzione di una filosofia ancora oggi in corso”.

Poi qualche cenno sulla pubblicazione: “C’è un legame profondo e inseparabile tra Masullo e Bruno. L’incontro tra loro è un amore nato tanto tempo fa negli anni trascorsi a Nola. Il professore partorisce una filosofia che prima del tempo risponde i mali della nostra epoca. Quello che mi ha colpito del libro è stata la capacita’ di individuare senza forzare l’attualita’, alcuni particolari del presente anticipando lo scenario del futuro”.

Parole positive e di stima provengono anche dal responsabile del Mattino di Avellino Generoso Picone che focalizza l’attenzione su Bruno che definisce ” il filosofo che avvia la riflessione sulla modernità,che invita l’uomo a non essere succube e a diventare padrone del proprio destino. Con Bruno l’uomo esce dall’ombra e vede la sapienza. Diventa libero e centro di se stesso. Secondo Bruno la comunità si costruisce attraverso il rispetto di ciascun punto di vista . Ogni centro ha un suo valore e propria forza per essere garante di un percorso verso la luce e la ragione”.

Con questo volume l’emerito professore di filosofia  intende rivendicare la grandezza di Bruno e riconoscergli il merito di “aver inaugurato letteralmente la modernità , il cui termine deriva da modo, parola latina con il significato di «or ora» e vuol dire appellarsi al presente, a cio’ che si puo’ controllare. La modernità è la volonta’ di giudicare il vero e il falso, la legittimità o meno di un’esigenza sulla base di come si mostra ai nostri occhi oggi. Bruno questa rottura l’ha compiuta nella forma piu’ violenta. Introduce l’idea dell’infinita’ del mondo e produce una frattura di carattere culturale profondissima non solo nei riguardi della scienza e dell’astronomia trasformando questo principio dal piano cosmologico a quello antropologico. Bruno teorizza che infinito è l’universo, infiniti sono tutti i punti dell’universo e allo stesso modo sono gli essere umani e per tale motivo nessuno può essere centro o per meno è centro assoluto. Ogni rappresentante umano è in rapporto di relazione, non c’è un alto o un basso ma esiste secondo un punto di vista e non c’è nessun essere che può rivendicare la propria superiorità sull’altro. Questo il pensiero rivoluzionario da cui viene tutto il resto”. Tutto ciò che dice Bruno è il principio teorico della democrazia, il cui padre è Rousseau che la considerò espressione di una volontà generale e quindi partecipazione diretta di tutti i cittadini alla costituzione delle leggi e dei governi.

“In Bruno c’è la consapevolezza che il rispetto del diritto della dignità umana non si riduce a dare potere a tutti, come diceva Rousseau, ma a limitare l’esistenza attraverso l’affermazione di diritti civili non sopprimibili. Per questo motivo rappresenta il punto di non ritorno della civilta’ moderna. In genere si sottovaluta la sua figura e si dimentica la sua dottrina dalla quale scaturiscono le aspirazioni della societa’ moderna. Quando parla del dialogo, non lo intende come una conversione salottiera, ma come un confronto regolato e diretto a continue nuove regolazioni. La democrazia non è un sistema definitivo, non è un regime o una struttura che si realizza una volta per sempre. E’ una costruzione lenta di strumenti che rendono possibile altre forme varie di partecipazione e di adesione e un accorto tra le parti con il quale uno stato decide cose fare. Tutto cio’ coincide con politica che esiste se c’è un dialogo e il formarsi di una opinione pubblica che oggi manca e che nasce da una maturazione progressiva di mentalita’ e da un avvicinamento a un comune sentire che deve influenzare chi è chiamato istituzionalmente a esercitare un potere politico. Spesso la colpa dei cattivi governi è proprio dell’opinione pubblica. Per questo motivo la lezione di Bruno deve essere un modello e un insegnamento”. Il grande scrittore e frate domenicano “sottolineava in maniera forte l’esigenza dell’uomo ragionante che è alla base della vita civile e anche il modo per uscire da una condizione di minorità. Non esistono oggi le classi dominanti che detergono il potere. Siamo tutti alla pari”

La rivoluzione idealistica di Bruno rappresenta uno spartiacque per il mondo della cultura e non solo. Dalla sua intelligenza e perspicacia proviene quello stimolo che esorta alla formazione di un’opinione pubblica e di strumenti giuridici per procedere alla democrazia.

“Il tema del diritto è fondamentale. Non esiste vera democrazia senza diritto e grazie al liberalismo si ottiene la difesa ad oltranza dei diritti dei singoli individui. I diritti sono espressione della ragione umana e sono generati, secondo Bruno, da una coscienza consapevole che l’uomo è in un mondo in cui ci sono tantissime persone con cui fare i conti. Il principio fondamentale dell’essere umano è quello di rispondere alla responsabilità, ai vivi, a quelli che subiranno gli effetti delle nostre capacità. Ci si deve render conto che non esistono nemici ma concorrenti quando ci si deve spartire una cosa. Si diventa sapienti e giusti quando si è coscienti che i punti di vista sono diversi ma è possibile giungere a un accordo. L’opinione pubblica è proprio la sintesi di tutte le transizioni ideali e pratiche tra tutte le persone che costruiscono proposte e intendono formulare soluzioni”.

 

Generoso Vella

Source: www.irpinia24.it