Luigi Grassia e il tormentato desiderio di dipingere

"La mia arte nasce da tensioni quotidiane e da un profondo tormento interiore. Attraverso la pittura approdo verso una dimensione di pace e tranquillità"

 GRASSIA LUIGIAvellino - Entrando nel suo studio si respira, non solo l’odore dei colori ad olio, ma anche il profumo dell’esperienza, di tanto studio e passione per l’arte. Da anni sulla scena artistica locale e nazionale, Luigi Grassia non rinuncia alla sua umiltà e sobrietà che trasferisce anche nella sua pittura attraverso soggetti comuni e riconoscibili e figure di donne eleganti e raffinate. Una pittura fortemente realistica capace anche di condurre l’osservatore in atmosfere di un mondo lontano e antico, fatto di poesia e romanticismo .

Nell’arte di Grassia ci sono tracce del proprio vissuto, della coscienza e della cultura umanista del pittore. La sua arte non è mai improvvisata, frettolosa ma piuttosto meditata e ragionata. Nasce da un rigoroso metodo, da un serio e silenzioso lavoro preparatorio e una meticolosa attenzione per il particolare, il gusto e l’ordine. Privilegia forme pure e semplici che definisce con un sapiente gioco di luci e ombre e una tavolozza di colori che si fa sempre più viva e brillante.

L’opera d’arte di Grassia nasce già nel pensiero dell’artista, prima della sua realizzazione. Trova concepimento attraverso più tappe, da una ragionata progettazione e diversi tentativi di rintracciare il rigore della composizione e l’equilibrio delle forme. I soggetti riprodotti hanno tutti una propria storia che l’artista sigilla sulla tela per renderla infinita e immortale.

La sua pittura regala momenti di serenità e offre appagamento e calore. Grassia cattura la natura selezionando da essa le forme piu’ belle, colorate e armoniose. Non esiste disordine e domina il silenzio e la pace. Grassia è regista di un palcoscenico composto da frutta fresca, contenitori, sassi, foglie, bottiglie provenienti dal quotidiano e dall’uso domestico. Nei suoi ritratti invece sono sempre garbati e puliti, mai volgari o appariscenti. Appartengono a una tradizione letteraria capace di esaltare la natura meravigliosa delle donne, il loro acume, la loro intelligenza e dolcezza. Volti di fanciulle squisitamente calmi che manifestano una giovinezza innegabilmente eterna e perfetta.

“La mia arte è nata con me. Ho sempre disegnato, fin da quando ero bambino. Seguivo intensamente il lavoro di mio padre, artigiano, che disegnava tantissimo soprattutto la domenica . Il disegno ha riempito tutta la mia vita. Non c’è stato un momento in cui non ho pensato a fare arte. All’inizio mi piaceva riprodurre paesaggi marini che ovviamente personalizzavo anche con colori non reali. I miei primi quadri rappresentavano marine lunghe e barche a secco in primo piano. Mi sono iscritto giovanissimo alla scuola d’arte e appena maggiorenne ho conseguito l’abilitazione all’insegnamento col massimo dei voti. Ho iniziato a insegnare a Lagonegro, in Basilicata, poi nel Sannio e in seguito a Benevento .

opera grassia 2Un amico mi parlo’ bene della scuola internazionale di arti grafiche di Venezia e nel 1978 partecipai al corso di calcografia di Riccardo Licata che all’epoca insegnava anche all’Accademia di Parigi. In quell’occasione conobbi i bravissimi pittori Oliviero Masi e Lia Laterza e Guido Bertello . Nel 1979 sono ritornato a Venezia aggiungendo alle lezioni di calcografia anche quelle di litografia”.

La vita di Grassia ha come spartiacque il 1980, l’anno del violento terremoto in Irpinia. Il sisma e gli effetti sulla provincia influenzano l’artista che passa dal figurativo all’astratto che lo induce a distruggere in qualche modo l’immagine reale. Questa parentesi durerà solo pochi anni e si concluderà nel 1985. “Avevo da poco preso una mansarda a Via Terminio 80 ad Avellino, che utilizzavo come studio, e acquistai un torchio calcografico per fare incisioni. Mi stancai quasi subito della pittura astratta in cui non riusci a trovare me stesso. A Firenze, nel 1992, ho avuto la conferma che la mia strada è quella del realismo e fondamentale è stato l’incontro col pittore Luigi Doni che ho frequentato per qualche tempo”.

Da quell’incontro, Grassia non ha più lasciato i colori ad olio e il progetto di riprodurre la natura e la sua bellezza. “La pittura è una dimensione tutta mia. – dichiara l’artista -opera grassia Non ho avuto nessun maestro. La mia tecnica, l’ho costruita da solo, con grande sacrificio, sulla base dell’insegnamento che il pittore deve essere ladro e saper guardare gli altri per crearsi una propria identità. Non sopporto gli artisti che hanno trovato un proprio cliché e restano fermi, senza evolversi e smettendo di sperimentare e fare ricerca.

Per realizzare un quadro lo progetto prima, come faceva Caravaggio che ho studiato e considerato sempre un punto di riferimento. Per tutta la mia esistenza ho vissuto con un incessante e sfrenato desiderio di dipingere. La mia arte nasce da tensioni quotidiane e da un profondo tormento interiore. Dentro di me sono molto combattuto e solo nella pittura, approdo verso una dimensione di pace e tranquillità in cui trovo sollievo”.

L’arte di Grassia non si ferma alla pittura ad olio, il maestro si dedica moltissimo all’uso della matita, del carboncino e dei pastelli soprattutto per i ritratti. Da un anno mette a disposizione la sua esperienza organizzando, presso l’associazione Animarte, un laboratorio di disegno per giovani e adulti.

Generoso Vella

 

 

 

Source: www.irpinia24.it