Consiglio comunale, la maggioranza è in crisi e l’Ambrosone si dimette

Il sindaco Paolo Foti ha chiarito e commentato la vicenda Acs. I consiglieri chiedono la fine di questa amministrazione

IMG_8302Avellino – Si riaprono le porte di Palazzo di Città per una nuova seduta di consiglio comunale con ordine del giorno le dichiarazioni del sindaco Paolo Foti sullo scandalo Acs. Con 25 presenze la seduta è valida. Il Presidente Lino Pericolo annuncia l’assenza di Barbara Matetich che assicura, tramite una nota, la sua serenita’ d’animo consegnando piena fiducia alla magistratura per il prosieguo delle indagini.

Come stabilito prende la parola il primo cittadino che chiarisce il caso Acs in un lungo ed esaustivo intervento : “Quelli che stiamo vivendo sono giorni difficili. Gli sviluppi delle indagini giudiziarie che hanno investito la partecipata ACS impongono parole chiare, grande rigore ed un profilo di coerenza nell’esercizio della responsabilità. Avverto, innanzitutto, il dovere di ribadire con forza e senza retorica alcuna che questo Sindaco e questa Amministrazione hanno piena fiducia nel lavoro della Magistratura. Sulla posizione delle singole persone indagate ero e rimango garantista.

L’ombra cupa e distorta dell’Istituzione Comunale che si allunga nelle strade e nei luoghi della nostra città, si argina lasciando parlare gli atti che l’Amministrazione, pur nella difficoltà ma nell’assoluto rispetto delle regole, ha adottato.In questa sede intendo chiarire perché non ho nulla da nascondere né da temere.Le inchieste in corso sulla nostra Società interamente Partecipata non sono nate oggi, ci sono stati provvedimenti al riguardo già lo scorso anno sulla base di lunghe indagini relative a un periodo di gestione precedente a questa Amministrazione.

Va premesso che l’individuazione dell’attuale amministratore unico è risalente all’anno 2009, quando il Sindaco in carica, in data 11 febbraio 2009, decretava la sua nomina per il triennio successivo. Nomina che viene riconfermata tre anni dopo, il 20 aprile 2012, dallo stesso Sindaco sulla base di un verbale di Assemblea dell’Azienda Città Servizi che nominava lo stesso Amministratore unico “in virtù – si legge nel verbale – della qualità e della quantità di lavoro profuso nel precedente periodo, e ciò fino all’approvazione del bilancio di esercizio 2015”, quindi fino ad oggi.

Il sottoscritto ha sollecitato l’Amministratore delegato con nota dello scorso 5 aprile 2016 al fine di convocare con immediatezza l’Assemblea dei Soci (ai sensi dell’art. 13, comma 3 e 8, dello Statuto dell’A.C.S.) ponendo all’ordine del giorno la nomina del nuovo Amministratore e l’esame del bilancio ACS al 31 dicembre 2015. Questo a conferma del fatto che il sottoscritto oltre un mese fa, quindi prima della notifica dei provvedimenti della Procura della Repubblica, aveva avviato le procedure per il rinnovo della carica di Amministratore unico dell’ACS dovendo attendere il decorso dei termini contrattuali dell’attuale legale rappresentante della Società Partecipata. Come infatti si legge dal verbale dell’Assemblea ACS del 20 aprile 2012 il rinnovo della carica di Amministratore unico era previsto al termine dell’approvazione del bilancio d’esercizio 2015.

L’Amministrazione con nota del 5 maggio 2014 del Dirigente all’Ambiente e al Patrimonio e con nota d’indirizzo del 6 maggio 2014 dell’Assessore all’Ambiente chiedeva all’Amministratore Unico di verificare le condizioni per l’affidamento alle cooperative sociali Onlus delle aree di sosta individuate dalla giunta del 1997. Delle note in parola viene dato rilievo anche nell’ordinanza del Gip.

In merito al rinnovo del contratto di affidamento della gestione della sosta nelle aree chiuse, l’attuale Comandante della Polizia Municipale in data 26 giugno 2015 scrive all’ACS – e per conoscenza al sottoscritto – sollevando l’avvenuto rinnovo del rapporto contrattuale con le cooperative sociali di tipo B nonostante il parere contrario del precedente Comandante dott. Pietro Cucumile, disattendendo tra l’altro gli indirizzi dettati dalla Giunta comunale del 2010 che revocava il servizio di parcheggio a pagamento delle aree chiuse alle cooperative sociali di tipo B demandando all’ACS la predisposizione degli atti di gara per l’appalto del servizio, rilevando l’inadempienza e la morosità delle società così come accertato dai Servizi finanziari.

In riscontro alla relazione del Comandante Arvonio ho richiesto in data 30 giugno 2015 ai dirigenti – in particolar modo allo stesso Comandante, al Segretario Generale, al Dirigente alle Partecipate e al Dirigente ai Servizi finanziari – di approfondire ognuno per le rispettive competenze gli aspetti giuridici, i profili economici e il rispetto del Codice degli appalti nell’affidamento del servizio, prendendo atto del mancato rispetto da parte dell’ACS degli indirizzi imposti dall’Amministrazione comunale.

La Giunta con provvedimento n. 206 del 14 luglio 2015 ha preso atto dell’illegittimità dei rinnovi contrattuali operati dall’ACS e della nullità degli atti sottoscritti con le cooperative sociali, demandando al Comandante della Polizia Municipale l’adozione degli atti consequenziali per la gestione ed il controllo della sosta nelle aree in questione nelle more dell’espletamento delle gare. Di conseguenza il Comandante Arvonio, effettuate le opportune verifiche, con ordinanza n. 37729 del 20 luglio 2015 ha proceduto prima ad intimare lo sgombero delle aree chiuse affidate alle cooperative e in seguito a sequestrare le aree in questione, vista l’inadempienza delle cooperative stesse.

Di fronte alla ferma volontà di questa Amministrazione comunale nei confronti del rinnovo illegittimo del servizio di gestione delle aree chiuse di sosta, le cooperative sociali hanno presentato ricorso al TAR che in data 27 luglio 2015 ha accolto “in via cautelare” – come si legge nel decreto del Presidente del TAR n. 482/2015 – la domanda delle Onlus in questione sospendendo per l’effetto l’ordinanza del Comandante Arvonio e la delibera di giunta n. 206 del 2015.

Quindi l’Amministrazione comunale ha dovuto prendere atto di un provvedimento dell’Autorità giudiziaria competente che ha disposto in via cautelare la sospensione degli atti amministrativi di revoca. Siamo pertanto in attesa di una decisione in merito da parte del TAR. Fino ad allora l’Amministrazione conserva quelle funzioni di controllo e di vigilanza nei confronti dell’ACS soprattutto per quanto attiene la ritualità dei pagamenti da parte delle ditte affidatarie.

Controllo che l’Amministrazione, attraverso i Servizi finanziari, ha potuto verificare fino a quando (in data 25 settembre 2015) l’Amministratore delegato, rispondendo al Dirigente ai Servizi finanziari sulla morosità delle cooperative sociali, afferma di non essere più in possesso della documentazione relativa alle Onlus impegnate nella gestione dei parcheggi “per le vicende note”.

Voglio inoltre precisare che l’operato e la gestione dei fondi da parte dell’ACS passa attraverso la revisione dei documenti contabili attuata dal nostro Settore finanze e dal nostro organo di revisione contabile. Questo controllo, sia da parte della dirigenza che da parte della politica, non può estendersi concretamente fino al punto di verificare se una bicicletta o un televisore acquistato dall’ACS sia effettivamente destinata a ragioni di servizio o utilizzata a fini personali. A tal fine devo precisare che quelli comunali sono controlli ulteriori visto e considerato che l’Azienda Città Servizi ha un proprio organo di revisione contabile che certifica i conti della Partecipata e un Comitato analogo deputato alla verifica dell’attività gestionale. In attesa delle risultanze delle indagini, è comunque volontà di questa Amministrazione garantire i lavoratori dell’ACS, società interamente partecipata dal Comune di Avellino, continuando ad assicurare in tal modo servizi fondamentali per l’intera cittadinanza”

L’Acs continuerà infatti ad occuparsi dell’organizzazione e del controllo dei meccanismi di sosta in città, supportando in tal senso l’attività della Polizia Municipale. Alla guida dell’azienda è stato designato il Dott. Giovanni Greco.

Per la valorizzazione e per un proficuo utilizzo del patrimonio comunale il Sindaco ha ritenuto di dover indirizzare tutti i dirigenti a una una ricognizione dei beni patrimoniali dell’Ente, della legittimità delle procedure degli affidamenti e del rispetto, da parte degli assegnatari, delle condizioni contrattuali, in particolar modo dei pagamenti.

“Chi occupa un bene comune senza pagare sara’ buttato fuori. - continua Foti – Questa mia precisa direttiva vale nei confronti di chiunque occupa edifici pubblici e gestisce partecipate. Tutto deve avvenire in maniera trasparente e nel rispetto della legge.La cronaca detta e scritta ha restituito giudizi irriguardosi nei confronti di questa amministrazione con l’accusa del sottoscritto di essere tra i responsabili della vicenda. Non essendo un politico , ho fatto prevalere l’istinto cedendo allo sconforto. Il nostro ruolo lo eserciteremo fino in fondo se dimostreremo atteggiamenti chiari e coerenti. Non è la salvaguardia della mia persona in questione . Non ho la necessita’ di restare attaccato alla poltrona. Se dovessi verificare che non ci sono le condizioni per risolvere i problemi della città non avrò il timore di porre fine prematuramente a questa esperienza amministrativa” precisa e conclude il primo cittadino.

 Comincia poi il dibattito e ad aprire gli interventi è Dino Preziosi che accenna a tante insufficienze e inefficienze dell’amministrazione Foti. Ricorda la questione dell’abusivismo negli alloggi, l’Assoservizi e l’illegalita’ di quella estensione di contratto e la denuncia di voci non riportate in bilancio, nell’elenco degli indicatori, per nascondere che l’ente era deficitario. Preziosi è un fiume in piena e rammenta anche l’eliminazione dell’ufficio anticorruzione, un regolamento non fatto per le associazioni e la mancata pubblicazione dei beni pubblici affidati in gestione.

Seguono le parole di Domenico Palumbo che commenta il caso Acs e i sopra citati come episodi spiacevoli per gli amministratori e per la collettività e sottolinea come l’opposizione, in diverse occasioni, ha rappresentato una ciambella di salvataggio per questa giunta sottolineando l’importanza di maggiore attenzione e controllo sulle strutture del Comune la cui gestione deve essere disciplinata da opportuni regolamenti.

I consiglieri Virgilio Cicalese e Alberto Bilotta parlano di crisi tra i consiglieri della maggioranza e si definiscono entrambi preoccupati del loro silenzio. Bilotta propone di tornare al voto e aggiunge l’inutilità’ di continuare di questo passo: ” Questo consiglio comunale non ha ragione d’essere. La fotografia di questi anni è quella di un’amministrazione incapace di governare , è fatta di persone che attaccano il sindaco. In quest’aula si è troppo lontani dai problemi delle persone .Prendiamo atto di questo fallimento e azzeriamo tutto. La maggioranza è andata in tilt per questioni personali. I partiti politici non guidano piu’, sono ostaggi dei singoli che a seconda delle proprie convenienze passano da un partito all’altro”.

I consiglieri Francesca Di Iorio, Salvatore Cucciniello, Francesca Medugno, Massimiliano Miro si affidano a una nota per la diffusione delle loro dichiarazioni e di proposte per il futuro. “Il sindaco e i dirigenti comunali devono controllare le partecipate del Comune di Avellino e forse, un controllo piu’ appronfondito, piu’ serrato andava fatto. Crediamo che questa amministrazione debba prendere atto che piu’ di qualcosa si è rotto nel rapporto con la città. Chiediamo un atto di coraggio vero all’uomo e sindaco. Abbiamo due anni tempi per ricostruire la fiducia nelle istituzioni di questo comune e le nostre proposte per farlo sono l’azzeramento della cariche istituzionali e la nomina di una giunta di altissimo profilo nella quale entrino tutte le forze politiche che concordino su di un programma serio e affidabile di fine mandato. Se si prosegue su questa strada saremo costretti a lasciare campo libero ai consiglieri responsabili della situazione attuale, ne rispondano loro, se possono, alla città”.

Secondo Nadia Arace “la politica avellinese degli ultimi anni propone un uso privatistico delle funzioni , risorse e beni pubblici e forme distorte di cooperativismo sociale. Rovinosamente è fallito il tentativo di fare del comune una casa di vetro. Fare controllo e trasparenza vuol dire attuare le leggi che questa amministrazione non rispetta e che stazionano l’amministrazione stessa e per questo motivo considero giusto esprimere con un voto un nuovo progetto politico”.

Seguono le dichiarazioni di Giancarlo Giordano che parla di “spartiacque tra il prima e il dopo” e sintetizza la situazione in tre parole : clientelismo, familismo e trasformismo e rivolgendosi al sindaco afferma : “Il problema non è lei ma i suoi errori, dell’ indistinto politico a cui si è affidato . Io non ho davanti una maggioranza ma diversi Pd. Il suo problema vero è che non ha un partito . Il Pd non lo è”. E sui beni pubblici annuncia “ Ne abbiamo parlato spesso e non bisognava aspettare tre anni per proporre una ricognizione delle proprietà comunali. Occorre conoscerle prima per saperle amministrare e non ci vuole un giudice per capire che è un sistema di potere collocare cognati e fratelli di consiglieri in strutture pubbliche. Non è ammissibile. E ‘ finita l’eta’ dell’innocenza. – e rivolgendosi di nuovo al sindaco – Avellino non merita questo spettacolo e fa bene a verificare che se non c’è la maggioranza metterà fine a questa esperienza”.

Il consigliere Gianluca Festa cita invece il terzo canto dell’inferno dantesco con protagonista gli ignavi, coloro che nella vita non si sono mai schierati a favore del bene o del male e privi di un pensiero proprio . Accosta gli ignavi ai colleghi del consiglio comunale e apre a possibili scenari per la città di Avellino : “Oggi dobbiamo scegliere se andare avanti o andare a casa e mi rivolgo principalmente al primo cittadino. La scelta è tutta in capo al sindaco. Ma cosa deve piu’ accadere affinche’ si prenda atto dello stato delle cose. Dobbiamo scegliere tra il bene e il male. Non c’è piu’ tempo. Ci si deve render conto dello stato della maggioranza: la città merita di sapere se ci sono consiglieri che fanno i loro ”porci comodi”. il sindaco ha il dovere di fare i nomi. La citta’ ha il diritto di conoscerli e se questa maggioranza, e quel che ne rimane, si sorregge su questi porci comodi. Non si comprende piu’ quello che sta accadendo, perche’ tutto cio’ stia ancora accadendo, e perche ‘ nessuno riesce a dire basta. Mi auguro che le indagini proseguano e che facciano emergere i fatti. La responsabilita’ è in capo al primo cittadino, non c’è dubbio. - e accenna a fatti avvenuti nel 2014 e 2015, in piena giunta Foti .

” Il sindaco ha l’onere di governare i processi, di controllare quel che accade nell’amministrazione ed è l’unico componente e proprietario dell’Acs, nomina e revoca e ha pieni poteri. Chiedo al sindaco di interrogarsi sull’opportunita’ di andare avanti . Noi consiglieri possiamo solo presentare un quadro che vede quest’amministrazione senza una maggioranza e che a fatica tira a campare . Ci sia una presa d’atto che tirando le somme faccia il gesto consequenziale che tutti auspicano” conclude Festa.

La risposta all’ex vicesindaco arrivà da Monica Spiezia che si rivolge al collega affermando che Foti non lascerà e continuerà il suo percorso. E rivolgendosi a Festa dichiara “Il sindaco non si dimette. Continuera’ ed andra’ avanti. Basta abbagliare la luna , non serve a noi e ai cittadini. Prepari una mozione di sfiducia a questo sindaco e apponga le firma sua e dei suoi colleghi e in calce ci sara’ pure la mia. Quello che l’opposizione poteva fare l’ha fatto Basta nasconderci dietro un dito “.

Chiude gli interventi il consigliere Enza Ambrosone che esprime solidarietà “ai lavoratori dell’ACS e negli atti che l’ amministrazione ha portato avanti quando ancora i riflettori non erano puntati in maniera cosi precisa. Se sappiamo altro abbiamo il dovere di andare in procura. Se qualcuno sa parli, non si lasci lusingare dalla volonta’ di intimorire qualcuno. L’amministrazione deve andare a casa, non si prende la responsabilita’ di farlo e si chiede al sindaco di andarsene. Non c’è mai stato nella storia di Avellino un momento politico paragonabile a questo e chiedo a chi governa questo partito di condividere insieme un percorso per uscire da queste difficolta’ nella responsabilità . Le difficoltà si gestiscono, individuando soluzioni possibili, non quelle che abbiamo nella nostra testa. Rassegno le dimissioni da capogruppo del Pd. Non non è una resa. Il mio interesse è la citta’ e poter camminare a testa alta. Pratico la scena cittadina da 20 anni e sempre con grande dignità, camminando con le mie gambe, parlando con la mia lingua e sulla mia testa non ci sono mai stati cappelli”. Con la rinuncia della Ambrosone alla carica di capogruppo Pd si chiudono i lavori e la seduta è sciolta.

Source: www.irpinia24.it