Referendum trivelle: le prime proiezioni

In Italia si è recato alle urne il 7,94% . Nel comune di Avellino i votanti sono stati 3.553. L'affluenza più bassa a Torrioni e Chianche

20160310171571844700Avellino – Ecco i dati di affluenza al Referendum abrogativo sulle trivelle registrati alle 12 di oggi: in Italia si è recato al voto il 7, 94% , nel comune di Avellino i votanti sono stati 3.553 . I comuni irpini con l’affluenza più bassa sono Torrioni con 9 votanti e Chianche con 11. 

Per raggiungere il quorum e quindi rendere valida la consultazione si dovranno recare alle urne il 50% più uno degli aventi diritto a voto. 

 Ricordiamo il quesito, su cui sono sorte non poche perplessità: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Quindi il fulcro principale della questione non è impedire nuove trivellazioni, perché già Il comma 17 del decreto legislativo 152 stabilisce che sono vietate le nuove “attività di ricerca”, bensì dare un limite, stabilito in pochi anni, alle compagnie petrolifere per l’estrazione nei pozzi già esistenti.

L’attuale norma permette di prolungare le concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro le 12 miglia dalla costa, finché i giacimenti non si esauriranno. 

 Nel caso vincesse il “SI” le compagnie energetiche dovrebbero estrarre più prodotto possibile nei termini previsti e pagare un affitto (chiamato royalty) maggiore, oltre alla franchigia prevista. Tutto ciò a favore dello Stato e delle comunità locali. Un colpo basso per le multinazionali che non solo saranno costrette a cambiare i loro piani economici, ma anche a smantellare le piattaforme non più operative.

 Nel caso vincesse il “NO” o non si raggiungesse il quorum, la situazione rimane invariata. Con una piccola sfaccettatura. Con la Legge di Stabilità si è deciso che lo Stato avrà il pieno potere sull’attività estrattiva e lascerà solo una piccola parte delle royalty andranno alle realtà territoriali. Non a caso il referendum sia stato proposto dalle stesse Regioni.  

Source: www.irpinia24.it