Pescara show al Partenio – notte fonda sull’Avellino

Lapadula e soci affondano Marcolin con un secco 3-1 pur essendo sprovvisti di diversi titolari. L'Avellino ha solo una timida reazione, poi è alla stregua di chi è nettamente più forte

lapadula-pescara-seriebAvellino – La proprietà commutativa citava “ cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia “. Dispiace scomodare i matematici ma anche se il calcio non è una scienza esatta è comunque fatta di numeri e conti. L’Avellino cambia modulo ma becca nuovamente 3 gol pur se una timida reazione stavolta l’ha avuta  … ma non è bastato. Castaldo e compagni sono sul patibolo della curva sud e l’Avellino adesso deve cominciare ad avere davvero paura: smettere di guardare in alto ma cominciare a concentrarsi sul basso perché i Play Out sono molto di più di un semplice spettro.

IN CAMPO.  Reduce da un punto in due partite, Dario Marcolin cambia forma all’Avellino assemblando un atipico 4-4-2 con Insigne e Visconti sugli esterni e Castaldo-Mokulu davanti, finalmente insieme dal 1’. In opposizione ai Lupi, mister Oddo si presenta in terra irpina con 4-3-2-1 molto offensivo sostenuto dalla coppia Pasquato-Caprari sulla trequarti, libera di agire alle spalle del temutissimo Lapadula, attuale capocannoniere del torneo cadetto.

SPETTACOLO PESCARA.  L’Avellino nelle prime battute prova a rendersi pericoloso con le palle alte sfruttando i centimetri di Mokulu ma la tattica non va a buon fine, anzi favorisce solo le ripartenze devastanti del Pescara, che regala spettacolo con cambi di gioco precisi e velocità nella manovra. Lapadula, sorvegliato da Rea e Biraschi, riesce comunque a creare rattacapi agli irpini e al 37’ pennella un cross per Caprari, il quale controlla a dovere sulla trequarti, fa fuori la marcatura di Pisano e di destro a giro fredda Frattali sul secondo palo. Un giro di lancette dopo, il Pescara raddoppia sempre con Caprari (servito nuovamente da Lapadula), ma l’assistente dell’arbitro alza la bandierina per fortuna dei padroni di casa. L’unica reazione dei Lupi arriva allo scadere dei 45’ a cura di Insigne che, in galoppata solitaria sulla destra, mette in mezzo un traversone basso per Castaldo, il quale però viene anticipato da Aresti.

RIPRESA PIROTECNICA.  Marcolin mischia le carte e inserisce Sbaffo per un deludente Visconti e subito cambia la musica. E’ proprio l’ex-Como a verticalizzare per Insigne (50’) che nello stretto scambia con Castaldo, il quale da più di venti metri fa partire una bomba che fulmina Aresti ristabilendo il pari al Partenio. Un giro di lancette, un Avellino indemoniato prova a ribaltare il risultato con Mokulu che servito da Castaldo ci prova di tacco ma la sfera esce di poco a lato.

Il Pescara soffre il furore irpino ma al 62’ ritrova il vantaggio con Lapadula che, servito da un cross all’altezza dei 25 metri di Caprari, gabba Biraschi e con una zuccata batte l’estremo difensore irpino.

SUPER ARESTI.  Lupi feriti ma non deceduti attaccano a testa bassa per agguantare il pari ma l’estremo difensore abruzzese si traveste da supereroe ed esorcizza in tuffo  una conclusione di D’Angelo (67’)  e con un volo plastico un’incornata di Mokulu a distanza ravvicinata (70’). Come se non bastasse, la serataccia bianco verde diventa ancora più cupa al 76’ , quando Bruno semina il panico in area casalinga sfoderando un fendente che viene respinto da Frattali ma che serve l’appena entrato Mitrita, il quale a due passi dalla porta non può sbagliare e al Partenio cala il gelo più totale.

Finisce così, pioggia di fischi per la squadra di Marcolin che a tratti sembrava essersi rigenerata dalle amnesie del primo tempo ma che poi nella ripresa, vuoi un po’ la sfortuna, un po’ qualche errore tattico e di impostazione ha terminato la gara affondata da una squadra che ha dimostrato fin da subito di essere superiore pur senza 8 giocatori. L’Avellino è molle e tatticamente il manico non sembra migliore del precedente, nessuna pietà da parte dei tifosi e forse … non hanno tutti torti.

di Michael Mambri

 

 

Source: www.irpinia24.it