Acqua pubblica, Padre Zanotelli: “Governo Renzi irresponsabile, tornare alla cittadinanza attiva”

Anche sulle trivellazioni arriva il no categorico di comitati, associazioni e di pezzi di sinistra presenti in platea

IMG_20160408_205248Avellino – A poco più di una settimana al referendum sulle trivellazioni, all’ex Asilo Patria e Lavoro questa sera il Comitato per l’acqua pubblica si è riunito per discutere insieme alla cittadinanza delle risorsa idrica e più in generale delle vocazioni dell’Irpinia, ponendo l’accento sull’importanza di non privatizzare beni che appartengono a tutti.

Ad aprire Rita De Castro, alla quale è stato affidato anche il compito di leggere la lettera inviata dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che non ha potuto partecipare all’evento. Nella missiva sostanzialmente il primo cittadino plaude all’iniziativa e al lavoro del coordinamento irpino, ribadendo il valore dell’acqua come bene pubblico, che come tale va difeso e tutelato dai raggiri e dai sotterfugi.  

Sulla stessa scia la De Castro ha sostenuto la necessità di riappropriarsi degli spazi democratici e recarci alle urne domenica 17 Aprile, per rispondere al quesito referendario sul petrolio. “Se l’acqua è una risorsa pubblica, lo è anche la terra, il mare e ogni elemento naturale – spiega la portavoce del comitato – Abbiamo una responsabilità verso il futuro dei nostri figli, dobbiamo educarci ed educare al rispetto di ciò che ci circonda. Sono piuttosto fiduciosa, dopo lo scandalo della Basilicata, credo che moltissime saranno le persone che voteranno Sì per dire No alle trivelle”.

La parola poi a Francesco Celli, Presidente di InfoIrpinia, il quale ha evidenziato come l’acqua sia in stretto collegamento con il prossimo referendum, “I nostri mari sono acqua pubblica e non sono in vendita a beneficio di pochi. L’Irpinia deve porsi il problema di dove andare e rendersi conto che la vincita del No o il non raggiungimento del quorum favoriranno la nascita di pozzi anche nei nostri comuni. Sappiamo da più di un secolo che ci sono altre risorse energetiche, alternative al petrolio, che impedirebbero la compromissione delle ricchezze vere e delle bellezze della nostra terra”.

Il contributo poi del Consigliere di Minoranza dell’amministrazione di Lapio, Vito Carbone, intervenuto a sostegno dell’idea che tutti i comuni irpini debbano porsi come valore fondamentale, pur avendo dovuto aderire al nuovo ente regionale, la gestione pubblica dell’acqua. “Molte posizioni sono dettate da interessi partitici e personalistici - sottolinea Carbone - è il momento di superarli e provvedere al bene delle nostre comunità”.

Tra i presenti anche pezzi del centro – sinistra cittadino: Giancarlo Giordano e Raffaele Aurisicchio (SeL), Tonino Gengaro, Enzo Venezia ed Enza Ambrosone (Pd).

Sul piano tecnico si è espresso il geologo Sabino Aquino, che con l’ausilio di alcune slide ha illustrato alla platea le sorgenti d’acqua della Provincia, la loro distribuzione, dicendosi a favore di un accorpamento con l’acquedotto pugliese, che sarebbe già consentito dalla legge 183(accordo di programma tra le regioni). “L’Alto Calore – ha concluso –  non è solo un carrozzone, ci sono anche grandi uomini a cui manca una corretta guida politica. Se non ci fossero perdite nelle reti idriche e furti potremmo provvedere al fabbisogno di 5 milioni di persone”.

Le conclusioni a Padre Alex Zanotelli, dispiaciuto per l’assenza di preti e vescovi della provincia all’incontro e che avrebbero dovuto trainare per primi la comunità al voto, alla cura delle risorse naturali, professando di fatto il Laudato Sii di Papa Francesco. “In Basilicata abbiamo già visto i disastri dei pozzi – riferisce il missionario – andare a votare per fermare le trivellazioni è un nostro dovere, un esercizio di democrazia e cittadinanza attiva indispensabili per vincere le grandi battaglie. Dobbiamo imparare a fare rete e soprattutto capire che la speranza non viene dall’alto, ma può partire solo dal basso. L’acqua è politica, le nostre scelte sono politica e non possiamo esimerci dalla responsabilità del futuro della nostra terra. Teniamo fede a quanto si era prospettato a Parigi, lavoriamo perchè nel 2050 l’80 dell’energia venga dal rinnovabile. Evitiamo disastri ambientali irreversibili”.

Molto critico Zanotelli anche sul governo Renzi, del quale ha detto: “Stiamo assistendo al peggio del peggio, di fatto chi ci governa vuole svendere l’acqua, anzi lo ha già fatto con la legge Madia cedendo il servizio idrico ai privati. C’è stata un’assoluta mancanza di rispetto e una sconcertante disobbedienza alla volontà popolare di 26 milioni di persone. L’acqua non deve essere privatizzata, piuttosto ne va ripensato l’uso, per preservare la disponibilità in termini di potabilità”.

di Francesca Contino

Source: www.irpinia24.it