Avellino – Libera ricorda Marcello Torre, il sindaco gentile ucciso dalla camorra

Presentato al Godot il libro di Marcello Ravveduto sull'avvocato ed ex sindaco di Pagani. Lunedì il corteo contro le mafie

IMG_7840Avellino – Continua l’impegno di Libera in vista della XXI Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Questo pomeriggio al Godot di Avellino è stato presentato il libro di Marcello Ravveduto ”Il sindaco gentile” (Melampo Editore) ispirato alla vita di Marcello Torre avvocato e sindaco di Pagani ucciso dalla camorra per ordine di Raffaele Cutolo. Il tema ha reso possibile un interessante dibattito, moderato da Rossella Fierro, ricco di spunti di riflessione e di commozione nel ricordo di un sensibile amministratore e generoso uomo di legge.

Il primo ad intervenire il referente provinciale dell’Associazione Libera, Francesco Iandolo, che sara’ in prima fila nel corteo contro le mafie di lunedì prossimo : Quella di questa sera è il centesimo passo di Libera in occasione del 21 marzo quando anche ad Avellino ricorderemo le vittime della mafie con partenza alle ore 9 presso il piazzale dello stadio per giungere alle 11 a pochi metri dall’Isochimica. Due mesi di lavoro intenso e tante riunioni per coinvolgere tante realta’ e gruppi associativi ma nello stesso tempo molta soddisfazione per aver registrato tanta partecipazione ed entusiasmo che ci prepara alla giornata nazionale che il Senato ha gia’ approvato e che servirà ad abbattere e superare i muri della storia e dell’indifferenza. Lunedì leggeremo i nomi delle 900 vittime delle mafia e aggiungeremo le 23 dell’Isochimica per non dimenticare. Il nostro intento è spronare alla bonifica di quell’area e restituirla ai cittadini . Tutti dobbiamo esserci e tante associazioni, scuole e cittadini gia’ ci sono, coi loro striscioni, per un avvenire nuovo da cui ripartire”.

Al fianco di Libera anche il Presidio del Libro di Avellino con il responsabile Mario De Prospo che ha descritto la vita di Torre come ” una storia esemplare e interessante da scoprire, conoscere e raccontare. Torre è una persona onesta che si confronta, come avvocato e amministratore, su un territorio che cambia e si presenta pieno di contraddizioni”. E sulla lotta alle mafie di Libera aggiunge :  “L’associazione aiuta a restituire e collocare nella giusta luce la figura e l’opera di persone che hanno sacrificato la loro vita per la giustizia e l’onestà. Attraverso la conoscenza di queste storie si costruisce l’auspicio di vivere in una società migliore e le speranze che tanti episodi drammatici e dolorosi non si ripetano”.

Presente al tavolo della discussione anche la figlia dell’ex sindaco di Pagani, Annamaria Torre che con la città di Avellino ha avuto un legame molto forte vivendoci, per ben otto anni, dopo il terremoto . ”E’ stato uno choc venire a sapere della morte di mio padre tuttavia ho saputo aggrapparmi alla vita seguendo alla lettera il suo testamento nel quale ci invitava ad essere corretti e sereni verso la vita e essere degni del suo sacrificio. Avrei preferito non essere degna e avere mio padre ancora vivo. Ho reagito per una ricerca di verità. La fierezza, la compostezza e la testardaggine di mia madre mi hanno dato la forza . Negli anni ottanta non c’era coscienza civile, non c’era Libera che per me ha un grande valore e che mi aiuta a essere sempre più forte pur sentendomi ancora piccola di fronte alla grandezza di mio padre”.

Il volume di Ravveduto racconta Torre non come eroe ma come amministratore giusto che ha scoperto che la camorra stava cambiando e cominciava ad infiltrarsi negli affari che riguardavano il post terremoto dell’80. Cosi ne parla l’autore Marcello Ravvenuto : “In ogni momento in cui si avvicinava agli altri ha voluto riconoscere il loro ruolo di cittadini repubblicani e il loro ruolo integrante nella storia . La sua interpretazione moderna della costituzione fu innovativa e progressista e riconoscere il suo prossimo come cittadino lo ha reso un sindaco gentile e super moderno anticipando prima di tutti i tempi di riforma della pubblica amministrazione. E’ di oggi il dare conto ai cittadini, Torre lo ha sempre fatto a fine mandato e lo ha fatto spiegando caso per caso se si trattava di una spesa o di un investimento. E’ stato un uomo di coraggio quando fuori dalla Dc ha accusato il partito di aver chiuso i cittadini di Pagani nel ristretto limite della municipalità mentre il territorio concorreva in uno sviluppo comprensoriale. In dieci anni Torre ha investito su Pagani circa 9 milioni di euro di oggi e ha dimostrato di essere un riformista vero offrendo alla sua città di ciò che aveva bisogno per farla vivere e funzionare bene”.

La vita di Torre si presenta come un sano esempio di etica professionale e come S. Alfonso, di cui era devoto, scelse la professione di avvocato come una missione e per questo motivo tutti hanno il diritto di essere difesi davanti a un tribunale.

Fra i suoi difesi, c’era anche un ragazzo di 14 anni con una difficile situazione familiare. Si chiamava Salvatore Serra e diventò nel tempo il maggiore boss del paese e anche l’emblema della trasformazione della camorra e del passaggio dalla guapparia a quella contemporanea. Quella sua sensibilità gli consentì di vedere quella profonda trasformazione e la costituzione del clan dei paganesi che fece diventare Pagani come Corleone e Casal di Principe. Una crescita della violenza fu individuabile non tanto dagli omicidi ma dalle statistiche delle estorsioni che da 19.000 diventarono 500.000. Era quella un’Italia diversa che non aveva compreso la situazione e le preoccupazioni di Torre, che non è stato un eroe ma un uomo che ha avuto una grande visione strategica, che voleva tutelare tutti i paganesi e avvisarli che stare con la camorra voleva dire rinunciare a un opportuno sviluppo e alle proprie libertà costituzionali”.

Source: www.irpinia24.it