Atripalda – Al Comune la cerimonia dei 20 anni della Via Crucis targata Proloco

Nella sala consiliare un incontro pubblico per raccontare un pezzo di storia locale. Venerdi' 25 marzo la nuova edizione della sacra rappresentazione del venerdi' santo

10437354_1159941607351937_351517812996129989_nAtripalda si traveste da Gerusalemme in occasione del venerdì santo. Ultimi giorni di preparazione per la proloco in vista del prossimo 25 marzo quando andra’ in scena la nuova edizione della Via Crucis al centro storico  e sulla Collina di San Pasquale.

Ieri sera, presso la Sala consiliare del Comune, un convegno in pompa magna ha celebrato i venti anni della manifestazione con i principali protagonisti presentati da Lello Labate oggi alla guida della proloco affiancato dal suo vice Mauro Esposito. Orgoglioso di questo importante traguardo il presidente Labate ha definito la Via Crucis di Atripalda “come una testimonianza di fede e di speranza a cui partecipano attori professionisti e uomini e donne credenti . Un evento che riesce attraverso la teatralità a raggiungere livelli altissimi di aggregazione collettiva”.

A cominciare il tuffo nel passato lo storico Raffaele La Sala che ha accennato per primo alle origini del Venerdi’ Santo ad Atripalda: “ Senza la proloco non avremmo avuto questa storia straordinaria di fede , di ritualità’ e antropologia che si reinterpreta ogni anno cambiando un po’ pelle e che si riaffaccia alla storia della quotidianità. La storia del venerdi’ santo ha piu’ di una storia. C’è l’eco medievale che ad Atripalda si è coniugato col sacrificio dei martiri patroni e sui cui si è costruita la nostra storia di comunità. Poi la storia barocca delle confraternite gia’ attive dal 500 che hanno incarnato i riti sacri e profani del Venerdi’ Santo. Nei secoli successivi la storia , qualche volta sotterranea e nascosta , degli incappucciati che rappresentavano nei modi piu’ cruenti il rito di Cristo in croce ,autoflaggellandosi. A tutto questo si aggiunge la storia della famiglia Giovino, una vicenda di fede che si sintetizza in un ringraziamento per una grazia ricevuta. Una sovrapposizione di vicende che porteranno alle ultime rappresentazioni di cui è stato autore il giudice Matteo Zarrella che ha studiato e approfondito il processo piu’ significativo della storia , quello di Gesù, nel suo libro Quid est veritas? “

Secondo le tesi del prof. La Sala, la storia del venerdi’ santo costituisce la storia della città del Sabato e secondo fonti storiche pare in origine la processione iniziava dalla confraternita di Santa Monica mentre si farebbe risalire alla penisola sorrentina la veste interamente bianca dell’incappucciato altrove con una croce rossa sul petto o addirittura completamente nera.  “Un’iniziativa che la Proloco ha ripreso con passione e impegno attirando l’interesse di una parte cospicua della cittadinanza e il voler essere comunità” conclude La Sala.

E un’altra fetta di storia è raccontata da Raffaele Barbarisi ,assessore alla cultura, fondatore della proloco e organizzatore, insieme a Donato Troisi e Gabriele Rescigno, delle prime edizioni della Via Crucis: ”Fu un lavoro elaborato e frutto di tanto impegno e nottate. La prima volta non fu capita la nostra intenzione ma quando si materializzò l’idea si concepì il legame con la fede. Partimmo con Gianni Soccodato, un fachiro che faceva arte di strada e che diede una grossa mano all’organizzazione, procurandoci arredi e costumi per tutti i 200 personaggi. A rafforzare il progetto fu fondamentale la collaborazione con il Clan H e prima ancora il contributo di Matteo Zarrella , uno studioso del processo di Pilato richiamato dall’eco della seconda edizione del 97/98. Con queste nuove energie è stato elaborato nel 2001 un copione, attualmente ancora utilizzato, e dato vita a un evento che ha lanciato tantissimi attori semiprofessionisti. Nel 2002 le serate diventarono perfino due e successivamente, con l’operosità’ della proloco di Fernando Cucciniello, si abbandonarono i service improvvisati e si assunsero direttori di palco, senza alterare la tradizione e il ricordo della vicenda di Giovino” .

E a ricordare gli esordi anche il gia’ presidente della proloco Fernando Cucciniello, il primo ad aver creduto nel recupero di questo appuntamento dopo il terremoto: ” Iniziammo con la volonta’ di provarci e riprenderci il nostro passato. Ogni anno spendevamo 2 milioni per i vestiti e decidemmo ad un certo punto di farli noi con l’aiuto delle sarte locali. Un grosso aiuto venne da Enzo degli Angiuoni grazie al quale furono fatti tuniche per i soldati e abiti per il popolo. Ricordo poi benissimo l’incontro col giudice Zarrella e la presentazione del suo libro, il 23/3/2000 nella dogana di Atripalda. Con gli anni siamo cresciuti tanto, a livello recitativo soprattutto con l’esperienza di Salvatore e Lucio Mazza. Questo è l’evento che piu’ costa all’associazione ma anche quello piu’ gratificante. Tantissimi medici, sindaci e professionisti vari hanno partecipato alla rappresentazione e dimostrato la loro solidarietà nella realizzazione della Via Crucis”.

A chiusura della serata di amarcord, il doveroso intervento del giudice Matteo Claudio Zarrella che il processo a Gesù ha attentamente studiato sotto il profilo del codice di quel tempo. Interessanti sono le teorie che attribuiscono a Pilato un ruolo piu’ di prefetto di Roma che di giudice. Secondo Zarrella, Pilato sente piu’ il potere che la giustizia. ”La prima volta - dichiara il magistrato - ho visto il processo a Gesù dal balcone del sindaco di allora. Mi meravigliò il silenzio devoto di una massa di gente sul sagrato di S. Ippolisto e rimasi stupito come Atripalda si prestava, coi suoi scenari naturali, alla rappresentazione della Passione di Cristo e la facilita’ con cui San Pasquale poteva rievocare il Golgota”. E inevitabile a questo punto la sua descrizione degli ultimi attimi della vita di Gesù : ” La Croce provoca problemi di respiro, di pressione dello stomaco. Una sofferenza maggiore per corpo e anima. Negli ultimi attimi della sua vita Cristo è abbandonato dai discepolo, tradito da Giuda e rinnegato da Pietro, a cui aveva affidato la Chiesa”.

E a quanto affermato si aggiunge la notizia di una nuova versione del copione con interessanti novità per la sacra rappresentazione: ”Ai personaggi attuali se ne aggiungeranno altri. Ho previsto anche un monologo di Barabba che s’interroga sulla colpa di essere stato salvato al posto di un innocente. La Madonna sara’ invece pietrificata nel dolore e senza lacrime mentre Maddalena irromperà durante il processo per prendere le difese di Cristo” conclude Zarrella.

Generoso Vella

 

Source: www.irpinia24.it