Riordino servizio idrico, De Stefano lancia le proposte ai sindaci

Si è svolta nel pomeriggio l'assemblea con i comuni soci dell'Alto Calore per discutere sul futuro dell'acqua in Irpinia

alto caloreAvellino – A una settimana dal confronto tra sindaci voluto da Giuditta, questo pomeriggio si sono riuniti i rappresentanti dei comuni soci dell’Alto Calore per discutere della L.r. n 152015 sul riordino del servizio idrico integrato e sul futuro dell’Ente di Corso Europa.

Parte da oggi un ciclo di riunioni che porteranno alla soluzione di una questione che potrebbe portare a una scenario inedito in Irpinia e anche in ambito regionale alla luce della suddette legge che istituisce il distretto irpino sannita e aprirebbe a una gestione unica dell’acqua per le due province .

Ad aprire l’assemblea il presidente dell’Acs Lello De Stefano che ha illustrato ai sindaci presenti la legge in vigore e nuove possibili scelte da prendere. 

”E’ questo questo un momento significato e delicato per la Provincia – ha esordito De Stefano affiancato dai membri del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale - E’ un’assemblea importante per le novita’ legislative che ci sono ed è nostro compito offrire le indicazioni piu’ corrette per stabilire le decisioni da prendere, a cominciare da oggi, e in maniera decisa nei prossimi incontri”.

Nel concreto e con sintesi la legge sostituisce i vecchi Ato (Ambiti territoriali ottimali) con un unico Ente idrico campano a cui aderiranno necessariamente tutti i comuni della regione. L’Eic aggiorna il piano d’ambito individuando un gestore del servizio idrico in ogni ambito distrettuale per conseguire una maggiore efficienza gestionale ed una migliore qualità del servizio all’utenza.

I cinque ambiti distrettuali sono Napoli, Caserta, Sarnese Vesuviano, Sele e infine Calore Irpino che comprenderà tutti i Comuni della provincia di Benevento e centodiciassette Comuni della provincia di Avellino. Insieme all’ipotesi di gara pubblica il presidente De Stefano si sofferma soprattutto su due opzioni da attuare : l’aggregazione oppure una gestione in-house .

“L’aggregazione – spiega De Stefano -  è prevista dall’ articolo 21 della nuova regionale e prevede l’unione tra gli attuali gestori presenti negli ambiti distrettuali , soprattutto se qualcuno in perdita, e introduce al concetto del gestore unico senza alcun affidamento . De Stefano ha nominato tra le società interessate dall’operazione di aggregazione l’Alto Calore e la Ge.se.sa spa, presentata quest’ultima come  ‘‘ una società a partecipazione pubblico-privata che gestisce il servizio idrico integrato nel territorio del comune di Benevento e della provincia sannita”. 

E a precisazione su questa possibile prospettiva aggiunge : “Le aggregazioni – continua  -  tra gestori esistenti consentono di rispettare il principio di unicita’ della gestione del servizio idrico integrato nell’ambito territoriale ottimale, nonche ‘ gli obblighi di legge per la razionalizzazione delle sociata’ a partecipazione pubblica”. E aggiunge ” L’identificazione del progetto di aggregazione come modalita’ organizzativa nell’ambito territoriale ottimale rientra nelle competenze del commissario straordinario del’ente d’ambito ” Calore Irpino ” , al quale succedera’ l’ente idrico campano”.

Dalla dettagliata ed esaustiva esposizione del presidente De Stefano, si scaturisce anche l’ipotesi di una graduale aggregazione tra Alto Calore e Ge.se.sa che potrebbe essere anche anticipata da una fase di coordinamento tra i due gestori preordinata alla realizzazione della definitiva aggregazione, che si costituirebbe forse come la soluzione piu’ comoda per non incidere troppo sulle casse dei comuni.

Presenterebbe invece criticita’ e problematicita’ una gestione in-house che prevederebbe limitazioni nell’assunzione del personale e contenimento dei trattamenti economici e cosa più importante la non prioritaria assegnazione di finanziamenti relativi a servizi pubblici a rete . “La scelta di un percorso societario cui è chiamata la societa’ Alto Calore è quindi vincolata dai seguenti tre fattori: a)dalle difficolta’ dell’Ente alle regole comunitarie dell’in house providing soprattutto di natura economica finanziaria; b) dal principio di unicita’ della gestione all’interno di ciascun ambito territoriale distrettuale sancita dalla legge regionale; c) dalla possibilita’ offerta diricorrere ad operazioni societarie volte ad aggregazioni e razionalizzazione delle gestioni al fine di favorire sinergie operative di gestione del ciclo”.

Si passa poi alla enunciazione di opzioni definite strategiche come la ricapitalizzazione da parte dei comuni soci: ” Una operazione – aggiunge De Stefano – che consentirebbe di superare lo squilibro economico e finanziario attuale attraverso un effettivo ingresso di danaro nella società quale mezzo per coprire le deficienze patrimoniale e finanziarie dell’impresa“. A questa proposta si aggiunge anche un concordato preventivo in continuità “dove attraverso una ristrutturazione industrale si riesca a conseguire la sopravvivenza dell’impresa ed eseguire un pagamento a stralcio dei creditori. Soluzione oggi improbabile per difficolta’ di produrre reddito per rimborsare nel tempo il credito dilazionato anche se ridotto con uno stralcio”.

A chiusura dell’esaustivo intervento il presidente dell’Acs chiude con due sole scelte che la societa’ sara’ chiamata ad assumere: ” Da un lato il risanamento economico-finanziario tale da garantire non solo condizioni ma anche capacita’ finanziarie, almeno in parte, l’improcrastinabile piano d’investimenti futuri a totale carico dei comuni soci; dall’altro l’attuazione di forme di aggregazione e razionalizzazione delle gestioni nell’ambito del medesimo ambito territorio quale condizione per assicurarsi il prosieguo della gestione del sistema locale del lavoro almeno fino alla scadenza degli affidamenti in essere che nel caso di aggregazione tra Acs e Ge.se.sa sara’ il 2022″.

Non sono mancati ovviamente i pareri dei sindaci, tanti quelli contrari a ogni forma di privatizzazione dell’acqua e a possibili fusioni come Pasquale Giuditta di Summonte : ” I cittadini hanno bisogno di meno politici e piu’ amministratori. Siamo in netto ritardo nella scelta di una decisione per la nostra provincia. Costituiamo un comitato di sindaci che possano affiancare l’Acs in una soluzione valida e seria. Siamo noi i titolari delle scelte per il territorio e il suo futuro”.

Dello stesso parere anche il primo cittadino di Montella Ferruccio Capone : ” L’acqua è di tutti. La legge apre ai privati per andare incontro alle societa’ che non possiedono le condizioni ottimali per svolgere il proprio lavoro. Affrettiamoci a trovare una soluzione e facciamolo insieme coi nostri cittadini. Impegniamoci per sanare l’Alto Calore e renderlo competitivo . Conserviamo la nostra integrita’ e la nostra dignità senza privati e senza negarci, e negare, un patrimonio di tutti”.

Source: www.irpinia24.it