Addio a Umberto Eco, un personaggio tutt’altro che ordinario

Scompare a 84 anni un perno della cultura mondiale

XXVI SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO TORINOAvellino -  Ci lascia, non senza imperituri insegnamenti, lo scrittore e filosofo Umberto Eco. Un lutto che sta avvolgendo il mondo di cui Eco si era reso padrone, sconfinando con la sua arte e la sua lungimiranza. “E’ un imbecille colui che scrive un libro senza pensare alla sua sopravvivenza nel tempo” è una delle sue considerazioni più note.

Mai una volta lo scrittore italiano ha fatto mistero dei suoi pensieri, anche quando si sono rivelati duri e pungenti, anche quando hanno significato inimicarsi qualcuno o non essere compreso da tutti. Come quando sollevò la questione dei social, colpevoli di aver consentito a tutti, ma proprio tutti, di dibattere di qualunque argomento e gli si scatenarono contro non poche critiche. Un personaggio tutt’altro che facile, la cui vita è stata per così dire un esercizio di filosofia, che lo ha visto rigettare e confutare tesi su tesi, avvicinarsi a idee e persone o prenderne le distanze.

Con il romanzo “Il nome della rosa” del 1980 si è consacrato per sempre come un colosso letterario. Nella sua opera massima ha scritto “sono solo gli uomini piccoli che sembrano normali”, consegnando a tutti noi un pezzo di verità sull’esistenza umana. Eco non era certo un uomo ordinario, forse è proprio per questo che la sua lezione è così valida e lo rende il gigante che è sempre stato e continuerà ad essere nonostante la sua morte. 

Umberto Eco, in questa epoca divorata dal digitale, ha scritto la sua storia al contrario, invitandoci sempre all’esperienza sensoriale col libro, materia immutabile, il cui valore aggiunto sono le nostre radici, non solo per la storia, ma soprattutto per la coerenza con una natura volta al contatto, alla creazione di legami intimi e personali, alla possibilità di leggere senza l’oppressione di un apparecchio che si scarichi. 

Se vogliamo onorare questa grande personalità, leggiamo un libro e poi altri cento, così alla fine Eco ci avrà fatto un altro regalo, forse quello più grande: “un’immortalità all’indietro”.

di Francesca Contino

Source: www.irpinia24.it