Avellino – Lomazzo aderisce all’iniziativa della Consigliera Nazionale Bagni Cipriani

Si tratta della Mobilitazione di disappunto della Rete Nazionale delle Consigliere e dei Consiglieri di Parità avverso la Sentenza del Tribunale di Palermo con cui l'ex Direttore dell'Agenzia delle Entrate è stato assolto dall'accusa di violenza sessuale

dlomazzoAvellino – Di seguito la nota stampa della Consigliera di Parità Provincia-Ente Area Vasta di Avellino, Domenica Marianna Lomazzo in merito alla sua adesione alla Mobilitazione di disappunto della Rete Nazionale delle Consigliere e dei Consiglieri di Parità avverso la Sentenza del Tribunale di Palermo, iniziativa della Consigliera Nazionale Francesca  Bagni Cipriani.

Per esprimere forte dissenso e perplessità relativamente alla sentenza con la quale il  Giudice di Palermo ha assolto l’ex Direttore dell’Agenzia delle Entrate dall’accusa di violenza sessuale ( molestie a sfondo sessuale) su due dipendenti, la Consigliera di Parità di Avellino esprime solidarietà a tutte le donne dipendenti, vittime di molestie nei luoghi di lavoro la cui dignità e sensibilità debbono essere tutelate, innanzitutto, per dovere contrattuale dal datore di lavoro.  (tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro)(art. 2087 del Codice Civile) e sottoscrive la nota della Consigliera nazionale di Parità Francesca Bagni Cipriani.

Non pensavamo di dovere di nuovo commentare atti a sfondo sessuale, che, avvenuti all’interno di un posto di lavoro su segnalazione prima di una vittima di tali atteggiamenti, e di denuncia poi, da parte del dirigente responsabile, hanno visto da parte del Tribunale di Palermo una sentenza che ne esclude il carattere sessuale e quindi assolve l’imputato responsabile di tali comportamenti.

Sbalordisce la valutazione complessiva che emerge dalla sentenza, e cioè che lo spirito giocoso dell’imputato giustifichi parole e azioni sgradite dalle parti offese, laddove è concretamente dimostrato dalle testimonianze riportate nella sentenza, la volontà dell’imputato di invadere la sfera sessuale delle colleghe.

Inquieta inoltre la caratteristica ”multipla” e quotidiana delle azioni che coinvolgevano non un solo soggetto ma un insieme di vittime  che avevano comunque la caratteristica di essere sottoposte gerarchicamente, rendendo questo atteggiamento ancora più odioso.

Non è ovviamente nostro compito quello di entrare nel merito dell’esclusione “dell’elemento oggettivo” operata dal Tribunale di Palermo che invoca una sentenza della Corte di Cassazione, ma è sicuramente nostro, il ruolo di rivendicare il diritto al rispetto della persona e delle norme che lo tutelano conquistate attraverso un faticosissimo percorso.

Nostro è il compito di contestare con forza questo atteggiamento che, purtroppo, incontriamo troppo spesso nel nostro lavoro e contro il quale siamo legittimate ad intervenire per correggere e rimuovere questi atteggiamenti.

Forti di questo nostro compito diciamo senza ombra di dubbio, che la sentenza del Tribunale di Palermo non ci piace.

Source: www.irpinia24.it