Il Foa riparte con le attività. Luoghi Ideali, Schettino: “Esperimento nato per i circoli, chi è fuori non può appropriarsene”
Dopo le decisioni del direttivo provinciale e il tweet di Barca, il circolo più vitale del Pd fa il punto
Avellino – Quarta giunta Foti, nuovo direttivo provinciale e circoli, sono questi gli anelli di congiunzione tra la politica e la cittadina avellinese. Dopo i recenti accadimenti, il Circolo Foa, che riparte dalla riorganizzazione interna, nelle persone di Tonino Gengaro, Generoso Bruno e Carmine Schettino, ha convocato in mattinata la conferenza stampa per rendere pubblici i temi su cui si misurerà la loro componente. Chiaramente non si è potuti non iniziare dall’equivoco nato in seno al tweet di Fabrizio Barca, ideatore e promotore de I luoghi ideali, in cui il dirigente nazionale ha dichiarato terminata l’esperienza di quel progetto. La nomina per luoghi ideali Avellino è andata a Carmine Schettino, il quale ha fatto così il punto della vicenda:
“All’interno del direttivo che ci ha permesso di passare a questa fase ristretta io sono stato scelto per Luoghi Ideali. Non posso non partire dal tweet di Fabrizio Barca, rispetto al quale per noi non c’è nessuna polemica. Luoghi ideali è stato diretto dal Circolo Foa e non ha senso parlare di luoghi ideali al di fuori di questo direttivo, perché è un esperimento per i circoli. Per l’impegno preso, però, quando abbiamo iniziato, anche se luoghi ideali è finito, è evidente che non sarà chiuso finchè non ci sarà l’esproprio di Isochimica e una nuova destinazione di quell’area. Per il resto noi siamo sulla stessa linea di Barce e proprio per questo motivo ribadisco che il partito palestra si svolge nel circolo e non al di fuori di esso”.
Per Bruno la questione vera della vita del Foa dovrebbe legarsi necessariamente alla vacatio politica avellinese. “C’è un vuoto di politica – ha riferito – e il circolo Foa non farà mancare la propria voce. La scelta che i compagni del direttivo hanno fatto ha chiesto l’impegno di tutti noi, il perché di questa scelta è semplice. Siamo dovuti ripartire dai membri del direttivo in assenza di un segretario provinciale in grado di gestire e quanto delineatosi sinora risponde all’esigenza di uscire dall’immobilismo, esigenza anche del nostro circolo, che deve riprendere la sua attività. Non credo di sbagliare nel dire che il nostro è il miglior circolo del Pd. Le tre figure a cui è stato chiesto di impegnarsi in questa partita ci parlano di tre storie che hanno a che fare con la radice stessa del partito. Io e Antonio provenienti da esperienze politiche di sinistra più progressiste e dall’ altra parte c’è la necessità di guardare ai più giovani iscritti, nel coinvolgimento diretto di Carmine Schettino”.
Per quel che concerne la città “una delle vicende da sottolineare è la questione della giunta Foti con un sindaco che sceglie di non impegnare il proprio partito in una discussione – osserva Generoso Bruno – e sembra compiere una scelta di autonomia o comunque lui in questo modo la difende. Il problema è che le scelte compiute in autonomia sono misurate dai nomi in carne ed ossa e che quindi testimoniano la qualità delle scelte. Ci troviamo di fronte a una città che ha bisogno di una ripresa e della costruzione di una visione complessa. Le possibilità esistono e dovrebbero essere date anche dal dibattito sull’Area Vasta, ma il consiglio tutto fa tranne che discutere queste questioni. Noi dunque ci misureremo su questi temi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex amministratore Antonio Gengaro, che spiega: “Mio malgrado sono stato coinvolto in questo triumvirato. C’è stata una crisi del circolo che democraticamente si è risolta, perchè gli iscritti non condividevano la linea del nostro ex segretario.Io dovrei interpretare la matrice cattolico-popolare, il processo di fusione è ancora in itinere, seguo con interesse le vicende provinciali e dico a Francesco di stare molto attento al tesseramento. Dobbiamo stare attenti a non fare la corsa al tesserificio, la base di partenza per celebrare un congresso pulito deve essere un tesseramento che offre a tutti i circoli una piccola percentuale in più e che non diventi una specie di opa”
“Su Avellino da ex amministratore posso dire che l’esperienza degli assessori esterni funziona solo quando si punta sulla riconoscibilità della qualità. Nel caso di Manzo e Ricci, Foti aveva fatto scelte giuste, mentre ora le persone da lui designate vanno in conflitto con quel criterio. Se domandiamo ai cittadini chi siano i nuovi assessori difficilmente troveremo risposte soddisfacenti. Foti si regge su cifre trasformistiche e il partito democratico non dovrebbe accettare questo. Anche chi accoglie trasformisti è trasformista.
I problemi sono svariati, Avellino è una città alla deriva, con delle urgenze non rimandabili. Noi ci impegneremo su tutti i temi legati alla vita della città. Anche sull’Eliseo, l’amministrazione sta commettendo un errore. Chi ha gestito Laceno d’Oro potrebbe gestire tranquillamente anche l’Eliseo. Se qualcuno pensa di poter dare a un imprenditore la struttura per farla diventare punto visione di cinepanettoni, si va contro lo spirito con cui ci hanno lasciato l’Eliseo. Si dovrebbe pensare piuttosto a un grand epolo culturale, in cui il Gesualdo, la Casina del Principe e l’Eliseo cooperino sinergicamente. E’ inutile cercare risposte in un consorzio universitario che non ha mai prodotto nulla in questa provincia. Foti ha sbagliato a scrivere quella lettera in cui chiedeva aiuto al partito. Alla fine ha scelto da solo, forse perché le scelte del partito non erano di suo gradimento. Ancora non si capisce perché la Lazzazzera si sia dimessa. Un altro errore è stato aver vanificato il mezzo tunnel, una spesa inutile, e i aver cancellato in un colpo il concorso internazionale di architettura, per il progetto della nuova piazza, che condizionerà per ovvi motivi la non vita del centro storico, che perde un’altra occasione per il suo rilancio”.