Corruzione e Rifiuti in Campania, Taormina: “Servono più interventi sul territorio”

Tanti gli oratori illustri che hanno partecipato al convegno al Tribunale di Avellino apportando il proprio contributo ad una tematica che tocca da vicino anche la nostra provincia

tribunaleAvellino – Si è tenuto questo pomeriggio nell’Aula Magna del Tribunale di Avellino il convegno “Corruzione e Rifiuti in Campania”, primo di una serie di incontri formativi organizzati dall’ANAC di Avellino. A promuovere l’evento, il cui tema è molto sentito dalla popolazione avellinese, hanno contribuito la Camera Penale Irpina, l’Associazione Giovani Penalisti Irpini ed il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino.

Tanti gli oratori illustri che hanno relazionato, in un ottica sociale ma soprattutto giuridica e legale, su un tema particolarmente complesso e tristemente attuale. In particolare, il confronto, moderato dall’Avvocato Matilde Fusco, Vice Presidente della ANAC di Avellino, è stato incentrato sull’influenza della criminalità organizzata in materia di gestione illecita e smaltimento dei rifiuti, sulle novità legislative in materia ambientale e sull’analisi degli strumenti giuridici già attivi o attivabili, al fine di risolvere al meglio l’annosa problematica.

Ad aprire i lavori, con i saluti ed i ringraziamenti di rito, l’Avvocato Fabio Benigni, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino. La parola è passata poi all’Avvocato Gaetano Aufiero, Presidente della Camera Penale Irpina, che ha subito introdotto il tema: “Da avvocato penalista ho, purtroppo, spesso a che fare con i reati legati alla criminalità organizzata eppure – spiega – è solo con la lettura di Gomorra di Roberto Saviano che ho afferrato la vastità del problema che riguarda il traffico di rifiuti. Tutte le attività criminose, si pensi alle estorsioni, al traffico di stupefacenti o di armi, sono lucrose per le associazioni camorristiche ma, in un certo qual modo, le sentiamo lontane da noi, non ci riguardano, invece, il traffico di rifiuti, e in misura maggiore lo smaltimento di questi, ci tocca da vicino, riguarda la nostra società, le nostre famiglie, la nostra salute. Saviano ha, metaforicamente, scoperchiato il vaso di Pandora dei nostri tempi: il bidone della spazzatura”.

Aufiero ha dato poi un’impronta più tecnico-giuridica al discorso: “Il legislatore ha recentemente disciplinato il fenomeno introducendo l’aggravante eco-mafiosa e quella di associazione a delinquere per traffico di rifiuti col fine di aumentare le pene ma, a mio parere – sottolinea Aufiero – lavorare in quest’ottica, introducendo nuovi reati e nuove pene, non è né sufficiente né giusto; andrebbero promossi interventi normativi finalizzati a colpire il fenomeno e non solo chi quei reati li commette: occorre pensare ad attività di prevenzione per sconfiggere il fenomeno, ben vengano le leggi ma bisogno soprattutto prevenire”.

Le stesse perplessità circa il riordino della materia messo in atto dal legislatore vengono espresse dall’Avvocato Ennio Napolillo, Presidente dell’Associazione Giovani Penalisti Irpini, che incalza: “Dubito che la risposta del legislatore sia adeguata, punire il singolo è certamente giusto ma questi criminali non agiscono da soli. C’è bisogno di un rinnovato senso di responsabilità collettiva per risolvere il problema”.

Ad illustrare le motivazioni che hanno spinto ad organizzare il convegno ha provveduto l’Avvocato Giuseppe Di Gaeta, Presidente ANAC Avellino: “Sono molteplici le ragioni che stanno alla base di questo evento formativo: sicuramente l’incontro con la dottoressa Lupoli che mi ha permesso di comprendere meglio una realtà che fino a quel momento avevo vissuto solo da osservatore esterno; l’altro motivo è legato alla nostra terra, il riferimento è chiaramente all’Ex Isochimica ma non solo, anche all’operazione “Flumina”, in ambito beneventano, che ha visto l’arresto di ben 23 sindaci coinvolti nell’inquinamento dei fiumi; in ultimo, riveste certamente un ruolo importante la nuova normativa in materia, la legge 68/2015 del 22 maggio, riguardante i delitti contro l’ambiente, che ha introdotto ben cinque nuovi eco-reati”.

“Ho avuto chiara l’emergenza rifiuti in Campania – conclude Di Gaeta – ascoltando l’interrogatorio di Carmine Schiavone da cui cito “per noi la monnezza è oro”. È in quell’oro che va ricercato il problema perché è lì che si ritrova il collegamento agli amministratori localo corrotti”.

L’intervento più sentito e toccante, nonché quello più teso a dar voce alla gente delle terre martoriate dai rifiuti, è stato senza dubbio quello della sociologa Loredana Lupoli, la quale, riferendosi alla Terra dei fuochi, da cui per altro proviene, parla di strage silente: “Quello della Terra dei fuochi è un fenomeno nato negli anni ’80 ma venuto alla luce solo nel 2013 e tocca la società e le famiglie. Criminalità e rifiuti sono due piaghe per la nostra terra e il mio è un grido di sdegno, di dolore ma anche un grido di speranza”.

In merito alle questioni strettamente legate ai nostri territori è intervenuto il Generale del Corpo Forestale dello Stato, Sergio Costa: “La questione Isochimica è ormai arrivata alla fase dibattimentale e quindi il ruolo dell’investigatore Corpo Forestale dello Stato è terminato, seguiamo adesso la procedura collegata al dibattimento ma siamo anche impegnati nella questione urbanistica che riguarda il torrente San Francesco”.

“E a tal proposito – spiega Costa – ci sono due elementi importanti, sicuramente il controllo urbanistico che però va distinto da quello edilizio e con questo intendo dire che siamo di fronte a quelle grandi situazioni che toccano il territorio e che possono incidere sull’idrogeologia dei suoli e quindi, in una provincia come questa che è una provincia complicata dal punto di vista idrogeologico assicurano al cittadino la presenza di forze impegnate a tutelarli; in seconda battuta poi tutte quelle indagini territoriali che sembrano di micro-attività ma che invece poi celano magari grandi scenari: le più grandi inchieste di tutela ambientale del Corpo Forestale dello Stato nascono proprio dal controllo ordinario perché ci sono i cosiddetti reati satellite che aprono scenari investigativi altrimenti chiusi e la stessa inchiesta Isochimica è nata secondo questo modus operandi”.

A chiudere gli interventi il Prof. Carlo Taormina, Ordinario di Procedura Penale e Criminologia presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”: “Purtroppo sono poche le nuove cose da dire perché ormai sappiamo tutto sia per quanto riguarda i fenomeni criminali che caratterizzano quest’ambiente sia per la risposta giudiziaria che pur essendoci da tempo non interviene sul problema in ottica di gestione e amministrazione lasciando tutto fermo allo stesso punto”.

“La riforma di quest’anno – spiega Taormina – è stata certamente una svolta nel contrasto di questo tipo di criminalità ma si basa essenzialmente sull’aumento delle sanzioni penali e questo di fatto serve a poco perché la cosa fondamentale sono gli interventi sul territorio. La criminalità organizzata, attraverso gli interrogatori dei pentiti, ci ha spiegato il problema e fornito anche le soluzioni ma evidentemente lo Stato italiano non ha interesse in generale a contrastare la mafia e non ha interesse a contrastare questi fenomeni”.

Source: www.irpinia24.it