Lioni ricorda il Terremoto, Salzarulo: “Stazione distrutta, continuano ad ignorarci”

In occasione del 35esimo anniversario del Terremoto, il sindaco Salzarulo insieme alla Cgil e all'associazione In_Locomotivi si sono ritrovati presso la stazione di Lioni. Ancora tanto amaro in bocca per l'indifferenza in cui versa l'Irpinia nonostante il grande lavoro di ricostruzione fatto a seguito del sisma

terremoto lioni cgilLioni - Questa mattina i rappresentanti della Cgil  e dell’associazione “In_locomotivi” si sono ritrovati, insieme al sindaco Rodolfo Salzarulo, davanti alla stazione di Lioni per ricordare le vittime del terremoto che 35 anni fa colpì l’Irpinia.

Con loro anche Marco Semplici, autore di “Irpinia 1980 – Gli operai del nuovo Pignone e il Terremoto”, il quale è ritornato a Lioni dopo essere stato qui nel 1980 per aiutare i terremotati. E’ proprio di questo che Semplici parla nel suo libro, presentato stamane presso il Comune: una testimonianza di come lui e molti altri si sono mossi per raggiungere le zone colpite dal sisma. “Dopo 35 anni torno qui – ha detto Semplici ai presenti – e trovo uno scenario completamente diverso. E’ un grande sollievo, per me e per tutto quelli che scesero per dare una mano allora, sapere che dalle macerie la vita ha ripreso il suo cammino e che, soprattutto, si è andati verso il miglioramento. Ciò che mi dispiace, però – ha aggiunto -, è vedere le condizioni pessime in cui versa la vostra stazione ferroviaria. Rappresenta quello che da sempre siamo abituati a vedere: un nord Italia che vede miglioramento e un sud, purtroppo, ancora abbandonato a se stesso”.

E’ proprio su questo che si sono concentrati gli interventi di questa mattina, a cominciare dal sindaco Salzarulo: “Questa mattina ho colto l’occasione per visitare un luogo che da sempre ho considerato non proprietà del nostro Comune. Ho approfittato della presenza di in_Locomotivi e dei sindacalisti per poter finalmente entrare nella stazione e ho trovato un disastro. La struttura – ha raccontato – è stata completamente distrutta dai vandali. La stazione di Lioni è il simbolo della scarsissima considerazione che Napoli ha della nostra comunità. Un anno e mezzo fa, infatti, rispondemmo ad un bando delle Ferrovie con il quale era possibile riqualificare le stazioni dismesse, chiedendo di lasciarcela in gestione per affidarla al Gal. Non abbiamo ricevuto risposta, solo tre mesi fa ci hanno finalmente chiesto se eravamo ancora interessati. Se allora avessi conosciuto le reali condizioni della struttura avrei risposto di no e li avrei invitati a raderla al suolo! I nostri problemi – polemizza il sindaco – arrivano a Napoli e si perdono in una montagna di carte e di ottusa burocrazia. Le condizioni pessime  - ha concluso – sia della nostra stazione che del fiume Ofanto sono le più grosse denunce che possiamo fare”.

lioni terremotoAnche Gianni Marino, in rappresentanza della Cgil e di “In_locomotivi”, ha sottolineato le gravissime condizioni della stazione lionese aggiungendo: “E’ il simbolo della trascuratezza in cui questo territorio è stato lasciato. L’interesse e la solidarietà, ricevute 35 anni fa, non sono più tornate in questi territori e non credo oggi torneranno. Questa ferrovia è stata definita ‘sospesa’, che esiste ma non esiste. Un aggettivo, come giustamente disse Capossela, vigliacco per chiamare le cose. Oggi parleremo molto al passato, ricordando i sogni e le speranze successive alla devastazione provocata dal sisma, ma parleremo anche delle speranze di oggi, rivolte soprattutto al grave spopolamento di cui è vittima questo territorio. Insomma, dopo 35 anni consegniamo un bilancio critico. L’unica nota positiva - conclude Marino – è la volontà di riportare ad oggi la stessa speranza di allora e di credere davvero in un cambiamento della situazione attuale, a cominciare dalla valorizzazione di strutture come la ferrovia di Lioni, cercando così di creare man mano nuove opportunità di sviluppo e lavoro”.

Presente anche Franco Tavella, segretario regionale CGIL Campania: “Siamo qui innanzitutto per ricordare le vittime di quella tragedia e coloro che sono corsi in aiuto di chi da un momento all’altro ha perso tutto. Ricordiamo la straordinaria iniziativa di solidarietà che ha abbracciato le aree interne dell’Irpinia e che ha coinvolto anche le forze sindacali. Un’idea di unità nazionale che si è stretta attorno a quei lutti e a quella tragedia che non so se oggi potrebbe essere ancora possibile. Ma siamo qui – ha aggiunto Tavella – anche per ricordare l’enorme afflusso di denaro pubblico che spesso ha rafforzato i poteri criminali. Ricordare, dunque, il contrasto tra la speculazione e la solidarietà che, insieme alla speranza, hanno segnato il futuro di questa zona per sempre. Il terremoto dell’80 – ha concluso – è stato per chiunque di noi che lo ha vissuto uno spartiacque delle nostre vite e oggi non possiamo fare altro che ricordare la solidarietà ricevuta a discapito dei brutti ricordi, prendere la speranza maturata allora per costruire una migliore condizione di vita e di lavoro per l’Irpinia che dopo 35 anni ha ancora tanto bisogno di rinascere”.

A seguito degli interventi, è stato fatto un minuto di silenzio e posta una corona di fiori sul monumento in memoria delle vittime del sisma.

 

Rita Mola

 

Source: www.irpinia24.it